La fiaba dell'isola di Tavolara Il regno più piccolo del mondo
Tavolara è un monte spuntato dal mare, con un’appendice sabbiosa che lo rende abitabile. Si trova in Sardegna, poco più a sud della Costa Azzurra. È un’isola piccola, minuscola, che di certo non registra il pieno di turisti in alta stagione. Del resto non si saprebbe dove alloggiarli, i turisti, visto che non esiste nemmeno un hotel. Nonostante le sue dimensioni, però, Tavolara ha una grande storia, che merita di essere riscoperta. L’isola sarda, infatti, è la più piccola monarchia del mondo. Il sovrano si chiama Antonio Bertoleoni, ha 83 anni e svolge il suo reale compito da ventidue anni. Oltre ad essere re, Antonio “Tonino” è pure il proprietario dell’unico ristorante dell’isola, forse l’unica e concreta patente di nobiltà che lo distingue dai compaesani. «Sono probabilmente il re più ordinario del mondo. L’unico privilegio di cui godo sono i pasti gratis», dice il sovrano.
Il primo abitante di Tavolara. Il regno di Tavolara è nato 25 anni prima che nascesse l’Italia nel 1861. Nel 1807 il trisavolo di Tonino, Giuseppe Bertoleoni, divenne il primo abitante dell’isola, che fino a quel momento era priva di qualsivoglia insediamento umano. Era un immigrato genovese, descritto come un mezzo pastore e un mezzo pirata, il quale era incorso in una disavventura da vero mariuolo. Aveva cioè sposato due sorelle e, per sottrarsi all’accusa di bigamia, si era deciso a mettersi in mare, per andare alla ricerca di un porto sicuro. Giuseppe e le sue due consorti si accorsero che l’isola su cui erano fortunosamente approdati, Tavolara, pullulava di una rara specie di capre selvatiche. I denti delle bestie avevano screziature giallo-dorate a causa delle alghe e dei licheni di cui si nutrivano. La fama degli animali dai denti dorati si diffuse e il re di Sardegna, Carlo Alberto, si recò entusiasta a Tavolara per dare la caccia alle capre, nel 1836. A quel tempo Giuseppe era diventato padre e suo figlio, il ventiquattrenne Paolo, ebbe l’onore di guidare la partita di caccia del re.
Lo stemma dei Bertoleoni.
Carlo Bertoleoni con famiglia.
La tomba di Paolo I e consorte.
«Sono il re di Tavolara». Quando mise piede sull’isoletta, Carlo Alberto disse, più o meno: «Piacere di fare la vostra conoscenza, mi chiamo Carlo Alberto e sono il re di Sardegna». Paolo, che aveva ereditato lo spirito da bucaniere del padre, rispose: «Tanto piacere, io sono Paolo e sono il re di Tavolara». Il sovrano sardo non credette alle parole del mascalzone, ma i piaceri della caccia e della tavola di casa Bertoleoni strapparono poi a Carlo Alberto delle parole memorabili: «Paolo, sei proprio il re di Tavolara!». Parola di re è parola che non si cancella e così, poco tempo dopo, Carlo Alberto dichiarò ufficialmente che Tavolara non aveva mai fatto parte del Regno di Sardegna e mandò a Paolo una pergamena, con tanto di sigillo reale, che riconosceva la monarchia di Tavolara. Il giovane sovrano non perse tempo, inventò uno stemma e lo dipinse sul muro della sua casa. Tracciò poi un albero genealogico della sua famiglia e costruì un cimitero per lui e i suoi discendenti. Quando morì, volle che sulla sua lapide fosse posta una corona di cemento. Aveva pensato proprio a tutto, fin nei minimi dettagli.
La più piccola monarchia del mondo. Negli anni seguenti, le notizie sull’isola di Tavolara si diffusero a volo d’uccello in tutto il Mediterraneo e il piccolo regno strinse delle alleanze politiche. Giuseppe Garibaldi divenne un consigliere della famiglia Bertoleoni e Vittorio Emanuele II firmò un trattato di pace con i trentatré residenti dell’isola, nel 1903. La regalità dei Bertoleoni era tanto indiscussa che persino la regina Vittoria volle procurarsi una fotografia della famiglia reale di Tavolara – Sua Maestà, che aveva la passione del collezionismo, si era messa in testa di raccogliere le fotografie di tutti i monarchi del mondo. Per molto tempo, la foto dei Bertoleoni è rimasta a Buckingham Palace, accompagnata dalla significativa didascalia: «Il Reame Più Piccolo del Mondo».
La foto dei Bertoleoni raccolta dalla Regina Vittoria e conservata a Buckingham Palace.
Una vita dura e semplice. Con l’installazione di una base Nato nel 1962, l’indipendenza dell’isola terminò. Tuttavia, Tavolara non è mai stata annessa al territorio italiano e ciò fa di Tonino il quinto re di un regno che il mondo non riconosce più. Negli ultimi quarant’anni, oltre a dirigere il ristorante, Tonino ha accompagnato i visitatori fino al “palazzo” di famiglia. «La mia famiglia ha un passato magnifico, ma lavoriamo duro e viviamo semplicemente, come chiunque altro». Ogni giorno Antonio si sveglia molto presto per andare a pescare. Poi accompagna i visitatori nel tour dell’isola, che peraltro si trova all’interno di una riserva marina. Il momento della giornata che il re preferisce, comunque, è l’alba, quando ha tempo per camminare fino al cimitero e deporre fiori ai piedi della tomba della moglie, la regina Pompea. «Le porto fiori di plastica, perché se le portassi quelli freschi, le capre li mangerebbero», dice con serenità.