Screening Room, altro che cinema Le prime dei film dal divano di casa
Inutile negarlo, questa è l’era dello streaming e del download illegale dei film. Ma è anche l’era dei download legali, di Netflix, di iTunes, eccetera. Qualcuno ha pensato quindi di unire l’immediatezza nella disponibilità delle visioni con la distribuzione legale - e a pagamento - dei contenuti. Si chiama Screening Room, una start up che fa molto discutere. Lanciata da Sean Parker (tra i fondatori di Napster) e Prem Akkaraju, si pone l’obiettivo di distribuire nelle case i film in prima visione, contemporaneamente alla loro uscita nelle sale dei cinema. Insomma, se lo spettatore non va al cinema, il cinema va dallo spettatore.
Un’idea che divide. Per i pigri, gli anziani o i romantici, l’idea appare immediatamente geniale: perché devo andare al cinema per vedere un film appena uscito? Posso fare la spesa da casa, perché non posso guardare un film nuovo da casa senza compiere un atto illegale? I due ideatori di Screening Room devono aver fatto ragionamenti di questo tipo. Le reazioni sono arrivate immediate e profondamente discordanti. Se da una parte diversi registi illustri si sono espressi entusiasticamente, gli studios e le multisale sono quanto meno scettici. Diversi cineasti del calibro di Steven Spielberg, J. J. Abrams, Peter Jackson e Ron Howard hanno deciso di sostenere il progetto, mentre gli esercenti e le case di produzione devono ancora farsi convincere. Ovviamente l’unico mezzo di persuasione conosciuto in questi casi è quello dei bigliettoni verdi: Screening Room garantirebbe una grossa fetta dei ricavi ai distributori tradizionali, pur di non entrarci in conflitto.
Come funzionerebbe. Per guardare un film appena uscito nel proprio salotto di casa bisognerà pagare una discreta somma, 50 dollari, che però verrebbe ammortizzata se a partecipare è un gruppetto di amici o una famiglia numerosa. Certo, se volete vedervi il film nuovo da soli con la fidanzata dovrete scucire una bella cifra, quello sì. La visione sarà possibile grazie a un dispositivo anti-pirateria, un set top box che costerà 150 dollari, da collegare alla tv: consentirà di guardare il film prescelto in una finestra di tempo di 48 ore.
Per non penalizzare troppo i circuiti classici, dei 50 dollari ben 20 andranno a studios ed esercenti. Inoltre, con l’acquisto di un film tramite Screening Room, si riceveranno due biglietti in omaggio per vedere il film al cinema. Se portare le prime visioni a casa può sembrare una trovata brillante, non bisogna però sottovalutare tutti quei ricavi dei multiplex dovuti alla vendita di bibite, dolci, gelati, pop corn e via dicendo. È con quegli extra che gli esercenti fanno guadagni facili; se vengono tolte le persone dalle strutture, i minori incassi andrebbero ben oltre a quelli legati al numero di biglietti staccati. Per questo ci saranno anche dei biglietti omaggio allegati: i cinema devono essere sempre affollati.
Cosa dice Peter Jackson. Interessante la lettura che ne dà Peter Jackson. Secondo il regista della trilogia del Signore degli Anelli, questo nuovo sistema non cozzerebbe con l’economia delle multisale, perché rivolto a quelle persone che al cinema non ci andrebbero comunque. «Spendere 50 dollari per un film significa non avere alcuna intenzione di recarsi in una sala e avere una famiglia numerosa disposta a guardarlo», riporta Wired. Jackson si era detto contrario, cinque anni fa, all’uscita contemporanea dei film nelle sale e a casa tramite sistema on demand. La formula proposta da Sean Parker gli sembra invece più convincente. Ma resta un altro problema: cosa impedirebbe alle persone di riprendere con una videocamera il film appena acquistato e poi diffonderlo illegalmente?