La "cuccagna" degli affitti a Roma 32 euro al mese, vista Colosseo
Bella casa con vista sul Colosseo, affitto modico: 32 euro al mese. E per di più senza particolari obblighi di corrisponderlo, perché il padrone è molto largo di manica. Se ci si sposta a Campo de’ Fiori, il canone scende a 5 euro mensili, forse perché il generoso proprietario si sente in colpa per il chiasso che caratterizza la vita di una delle piazze più belle e più vive di Roma. Se invece vi accontentate di vivere in una zona meno centrale e meno trendy, l’affitto vi costa un paio di caffè: esattamente 1,81 euro al mese per un casa a due passi dalla stazione Termini. Più che di mercato immobiliare qui sembra si stia parlando di un vero albero della cuccagna, che in questi anni ha continuato a distribuire regali a centinaia di cittadini romani, senza andare troppo per il sottile: non era necessario mostrare dichiarazioni dei redditi particolarmente sofferenti. Anche con dichiarazioni da 700mila euro all’anno si poteva entrare in questo paradiso della casa a prezzi stracciati.
Far west degli affitti. È la storia scoperchiata dal censimento voluto da Francesco Paolo Tronca, l’ex prefetto di Milano, da qualche mese commissario nella capitale dopo la caduta del sindaco Ignazio Marino. È emerso un vero far west degli affitti che è costato alle casse comunali qualcosa come 357mila euro di morosità per la cattiva gestione dei 28.842 immobili di proprietà del Campidoglio. I numeri sfiorano davvero il paradosso: su un campione di 289 immobili setacciati per il censimento è risultato che l’85% degli inquilini siano morosi: e si tratta nella maggior parte dei casi di locali commerciali, che essendo nel centro storico si presume siano abbastanza redditizi… Quando si dice morosi, significa che non hanno pagato neanche quella manciata di euro previsti dal contratto. Il buco per le casse pubbliche è, solo su questo campione, di 4,5 milioni di euro (figuriamoci che buco si dovrebbe calcolare se gli affitti fossero stati a prezzi di mercato…). La mappatura completa delle 574 case del centro storico ha poi portato alla scoperta che il 50% degli inquilini sono morosi, morosi cronici, con una perdita di 9,5 milioni annui solo per quel che riguarda il Municipio I. Nel 2015 il Comune aveva lanciato una prima richiesta di regolarizzazioni che avrebbe dovuto portare in cassa 50 milioni. Ma meno della metà ha risposto a questa proposta che saldava i debiti passati.
Ci sono pure case fantasma. Ha commentato Tronca con una punta di ironia: «Quando ho assunto questa responsabilità ho avuto la percezione che in determinati settori non ci fosse, per dirla in modo elegante, la perfetta padronanza delle regole. Ho percepito che la situazione non fosse sotto controllo». Parole confermate dalla scoperta di amnesie clamorose: nel centro storico sono state addirittura scoperte 30 “unità” fantasma di cui si era persa traccia. Di queste 21 sono abitazioni principali per chi le abita. Quindi case fantasma per il comune, ma ben note e vissute da chi ci sta dentro. Ora che Tronca ha scoperto questo vaso di Pandora, toccherà ai candidati alla poltrona di sindaco spiegare quale strategia metteranno in campo per mettere fine a questa vergognosa depredazione del patrimonio pubblico. Il prefetto da parte sua ha fatto capire che i fortunati non la passeranno franca: «Disponiamo tutti i dati di ogni singola posizione. Certo, non li possiamo rendere tutti pubblici per un semplice rispetto doveroso della privacy. Però si sappia che io tutti questi dati ce li ho». La Cuccagna, forse, sta per finire.