Il progetto "Turnà a 'ndomà"

Dalla strada al padiglione del Kuwait Che cosa succede a Val Brembilla?

Dalla strada al padiglione del Kuwait Che cosa succede a Val Brembilla?
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Ma cosa succede a Val Brembilla? Lo scorso 23 marzo è stato firmato un protocollo d’intesa per la sistemazione della strada provinciale SP 24 che porta al paese, nato dalla fusione di Brembilla e Gerosa nel 2014. Oltre al Sindaco e al Presidente della Provincia, erano presenti (e firmatari) anche i rappresentanti della Comunità Montana Val Brembana, di Confindustria Bergamo, di Confartigianato e del distretto dell’attrattività Valli in Famiglia. Ma la provinciale è solo una parte, la necessità impellente che ha portato a qualcosa di più grande, il progetto "Turnà a 'ndomà", che prevede una serie di iniziative volte a valorizzare il territorio del comune brembano da diversi punti di vista. «Partiamo da una cosa molto semplice e concreta – ha commentato il Sindaco –, il miglioramento della strada provinciale; ma con questo progetto abbiamo voluto andare oltre e pensare più in grande, immaginare come contribuire a potenziare il nostro territorio per il futuro: la formazione di giovani imprenditori, la valorizzazione turistica, la riscoperta dei sentieri». Il luogo dove verranno sviluppate le idee e portate avanti molte attività è davvero sorprendente: si tratta infatti del padiglione del Kuwait di Expo 2015, che verrà installato a partire da giugno in un’area comunale a disposizione e nel giro di alcuni mesi diventerà un edificio polifunzionale.

La strada provinciale. Tutto nasce dal tentativo di dare una risposta al quesito: «Qual è il principale problema di Val Brembilla?», come ha spiegato il Sindaco Damiano Zambelli lo scorso 12 febbraio all’assemblea di presentazione. «Gli industriali e gli artigiani del territorio mi hanno risposto che il principale problema è la strada provinciale, stretta e pericolosa. Ci siamo allora confrontati con il Presidente provinciale Matteo Rossi e siamo giunti alla conclusione che per fare le cose fatte bene bisognava alzare la posta». Il progetto è stato successivamente premiato dalla Provincia nell'ambito del recente bando rivolto a progetti di sviluppo territoriale, ottenendo un finanziamento pari a 20mila euro che sarà utilizzato in una prima fase operativa. Il contributo finanzierà infatti la stesura di uno studio di fattibilità per la ricerca di finanziamenti per migliorare la viabilità sulla SP 24 e inserire una pista ciclabile.

 

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Turnà a 'ndomà. Grazie all’ingegner Mario Scaglia, il Sindaco ha potuto poi conoscere Italo Rota, architetto che ha vinto svariati premi negli ultimi due decenni. Il progetto ha avuto quindi un’evoluzione: l’attenzione si è spostata dai soli camion alle biciclette che percorrono di frequente la provinciale, per poi allargarsi alla questione del verde che cresce intorno e non viene più regolato come un tempo dai contadini, e ha finito per includere tutto il Comune e le sue prospettive per il futuro. «L’immagine che ci piace è quella di un paese che sa tenere insieme natura e tecnologia; questa deve essere la base per costruire il futuro». È nato in questo modo un progetto più vasto: sia per risolvere i problemi dell’industria, allargando la strada grazie all’aggiunta di piste ciclabili, sia per affrontare questioni ben più decisive, come dare una prospettiva ai giovani. Hanno così scelto il titolo del film Ritorno al futuro, ma traducendolo in dialetto.

L’architetto Rota spiegava così: «Se avessimo pensato soltanto a una galleria, avremmo creato un forte collegamento tra le industrie e la pianura, escludendo di conseguenza tutto il resto. Ma questa sarebbe stata una grande perdita e non una soluzione. Questo non in prospettiva passatista e solamente conservativa, perché la memoria è ancora ben viva, ma proiettandoci al futuro».

 

 

Il padiglione del Kuwait. Si era pensato a un capannone come sede di questo progetto, ma poi è emersa la possibilità di utilizzare il padiglione del Kuwait presente a Expo 2015, da posizionare in un’area decisamente ampia (7mila mq) in via Donizetti. Il Sindaco è riuscito a ottenerlo per 350mila euro, comprese le spese di trasporto e installazione. L’idea è quella di creare un grande laboratorio, la cosiddetta macchina del futuro: «Ma per fare cosa? – si è chiesto Italo Rota –. Ad esempio per concentrare in un solo luogo gli eventi ludici che si svolgono durante l’anno, in modo da fare massa critica e concentrare le energie». Lo spazio è ampio sia all’interno (700 mq coperti più altri 200 di mezzanino e 250 da realizzare), sia all’esterno, dove ci saranno degli spazi appositi per la cucina alla griglia tipica delle feste, e uno spazio per le giostre, per i concerti, eccetera. «Per fare ciò che si fa di solito, ma con un’identità più forte e un’immagine nuova», ha proseguito.

 

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«Acquistiamo da altri la scatola (il padiglione), ma il resto lo produciamo tutto noi. Dalle feste, alle idee nuove; costruire ad esempio un rapporto innovativo con la vegetazione e la fauna che si stanno modificando a causa della diminuzione di agricoltori e cacciatori. Se affrontiamo questa natura in maniera originale, forse possiamo generare un turismo diverso», ha continuato l’architetto. Ma sono tanti altri gli spunti, citati nel protocollo: la creazione di un albergo per l’ospitalità dei clienti aziendali fruibile anche nei week-end per eventuali turisti; poli logistici per il car sharing ed il trasporto di merci, se possibile elettrico; nuovo modo di abitare ecosostenibile, tecnologico, in contatto con il bosco; laboratorio di start-up per i giovani dotato di stampanti 3D; riscoperta di antichi sentieri e agricoltura spontanea. Sono tante facce del medesimo concetto di cambiamento: «Bisogna progettare la voglia di rimanere».

I sei laboratori. Gli scenari prospettati dal Sindaco e dall’architetto si sono tradotti in sei diversi laboratori (Tanlab, Erglab, Agrilab, Funlab, Tecnolab, 3D School), che seguono una filosofia denominata "made with care", secondo la quale le attività dovranno far rifermento a quattro parole chiave che indicano la direzione da seguire: collaborare, apprendere, riutilizzare ed efficientare.

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