Alla fine l'Austria ha deciso Il muro al Brennero si farà
Dopo essere stato annunciato, tra polemiche e critiche, alla fine i lavori sono cominciati. 250 metri di lunghezza, che divideranno l’autostrada, la ferrovia e la statale che dall’Italia vanno in Austria. Una barriera nel cuore dell’Europa, in quello che 21 anni fa, all’entrata in vigore di Schengen, venne definito il «confine di seta». È il muro che dovrebbe impedire il passaggio dei migranti al Brennero. Un filo metallico che negli intenti dovrebbe regolamentare, in caso di bisogno, il flusso dei richiedenti asilo diretti a Nord. Per completare la struttura e andare a regime con i controlli servirà ancora un mese di tempo, ma l’Austria non ha intenzione di fare marcia indietro e nel frattempo istituirà un piccolo centro di registrazione proprio al confine.
Management di confine e critiche. Il muro è il risultato del tanto annunciato “management di confine” che Vienna aveva invocato per il valico italo-austriaco: è stato seguito l’esempio di Spielfeld, al confine con la Slovenia, dove i varchi per i migranti sono limitati da recinzioni. Una pioggia di critiche si è riversata sulla decisione austriaca. Primo tra tutti Papa Francesco, che ha chiesto di «rimuovere i muri», non solo quelli «figurati», ma anche quelli della «triste realtà». «Un muro preventivo» l’ha definito il presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo Gianni Puittella, «che non solo viola le norme sulla libera circolazione di Schengen, ma che dimostra ancora una volta che si preferisce chiudersi nelle piccole fortezze nazionali invece di lavorare per una soluzione europea». Gli fa eco il Commissario europeo per l’immigrazione, Dimitris Avramopoulos: «Costruire barriere fra Stati di Schengen, e ora in particolare quella fra Austria e Italia, non è la soluzione giusta. Credo nella costruzione di ponti, non di muri. Serve una politica dell'immigrazione che non conduca a chiudere i confini interni mettendo a rischio Schengen, e questa politica va attuata». E la decisione di Vienna non è piaciuta nemmeno ai sudtirolesi, che con il muro vengono di fatto divisi dall’Austria. Lo dice il Volkspartei (il Partito Popolare Sudtirolese) per bocca dell'Obmann (presidente) Philipp Achammer e del governatore Arno Kompatscher, ribadendo che il ripristino dei controlli al confine è «espressione della mancanza di una politica europea comune». Solo Matteo Salvini, in Italia, ha accolto con un plauso la decisione austriaca, affermando: «Fa bene l'Austria, che evidentemente ha politici che difendono gli interessi dei loro cittadini».
La risposta di Vienna. Di fronte alle critiche, il presidente austriaco Heinz Fisher ha tentato di correggere il tiro, specificando che «i provvedimenti al Brennero non prevedono un muro oppure filo spinato. Semplicemente ci apprestiamo a gestire un probabile flusso incontrollato di profughi con un management di confine». Fisher spiega inoltre che verrà montata «una struttura con quattro pali e un tetto per consentire a chi passa il confine tra Italia e Austria, profughi inclusi, di ripararsi dalla pioggia». Del resto l’importante appuntamento elettorale a cui sono chiamati gli austriaci il 24 aprile, per decretare il successore di Fisher alla presidenza della Repubblica, gioca un ruolo fondamentale in questa partita.
Chi sono e quanti sono i migranti del Brennero. Sono eritrei, somali, nigeriani, gambiani, maliani. E poi molti siriani, afghani e pachistani. Sono i migranti che attraversano il valico del Brennero, coloro che arrivano dal mare approdando sulle spiagge del Sud Italia, andando incontro a una morte probabile per fuggire da una morte certa a casa loro, e trovare una speranza di vita e di futuro in Nord Europa. Se nel 2014 sono passate 4.700 persone, delle quali solo 300 hanno chiesto asilo in Austria, l’anno scorso il numero dei profughi è salito di cinque volte, toccando quota 27.311, almeno stando alle cifre ufficiali che non possono annoverare quanti attraversano i piccoli valichi che nessuno controlla. Oggi il transito dei migranti non supera le 20, massimo 30 unità al giorno, anche se con l’arrivo della bella stagione ci si aspetta un forte incremento. Secondo le stime di Vienna, il numero dei migranti che attraverso il Mediterraneo raggiungono l’Italia potrebbe raddoppiare, passando dai 150mila dello scorso anno a 300mila nel 2016, soprattutto a causa della chiusura della rotta balcanica che farà riversare il flusso dei migranti sulle coste italiane, e da lì al Brennero.