I nuovi dati Istat

Quanto (poco) si legge in Italia

Quanto (poco) si legge in Italia
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L’Italia continua a non leggere. Lo dice l’Istat, che ha recentemente diffuso i dati sulla lettura di libri nel nostro Paese. Il quadro è allarmante: si calcola che circa 1 ragazzo su 5 abbia scarsi risultati di lettura, ovvero, in sostanza, non capisce quello che legge. Il 48,4 percento dei minori tra i 6 e 17 anni non ha letto neppure un libro nell’ultimo anno. Numeri preoccupanti, anche perché relativi a una fascia d’età decisiva per la formazione: «Questi dati dimostrano come in Italia non ci siamo mai preoccupati di attuare in maniera incisiva una politica del libro e una strategia comune per la promozione della lettura», ha commentato Romano Montroni, presidente del Centro per il Libro e la Lettura. È una questione fondamentale, di cui si è parlato anche a Bergamo recentemente, presentando la nuova Fiera dei Librai.

Almeno un libro. Uno dei dati più citati e significativi di questa indagine riguarda la lettura di almeno un libro nell’anno precedente all’intervista. Per il 2015 il responso si attesta a 42 punti percentuali: cioè 6 italiani su 10 non leggono proprio niente. Facendo un confronto storico, si può notare un andamento di questo tipo: sul finire degli anni Novanta c’è stato un calo, fino al picco negativo del 1999 (38,3 percento); dal 2000 al 2010 la tendenza si è invertita, fino ad un valore del 46,8 su cento. Un processo che appariva sensato e in accordo con la sempre maggiore scolarizzazione della popolazione italiana. La svolta negativa avviene proprio a cavallo dei due decenni: cali e lievi riprese, con il punto più basso del lustro nel 2014 (41,4 percento). Quest’anno si è risaliti di qualche briciola fino al 42, ma in un’Italia che dovrebbe essere sempre più istruita e quindi interessata anche alla lettura, questo andamento sinusoidale non risulta di certo confortante.

 

 

Le ragazze, grandi lettrici. Andando a spulciare i dati relativi all’ultimo anno, si evidenzia una netta differenza tra uomini e donne. Il 42 percento finale è composto da un allarmante 35 percento di lettori in ambito maschile e un ben diverso 48,6 in quello femminile. Le lettrici più forti sono le ragazzine tra i 15 e i 17 anni, piene di sogni e romanticismo: il 66,1 legge almeno un libro. Di quel 66, il 29,4 varia da 1 a 3 volumi, il 16,1 da 4 a 6, e soprattutto: l’11,4 percento ne legge da 7 a 12, il 9,2 addirittura più di dodici. Una generazione di ragazze che apprezzano la lettura insomma; se guardiamo il medesimo dato in ambito maschile, troviamo un triste 2,4 percento che legge un libro al mese o più.

Si legge di più al Nord. L’indagine 2015 conferma tutti gli annosi problemi degli italiani con la lettura e in generale le diversità insite nel Paese. I dati delle singole regioni evidenziano, ancora una volta, le differenze tra nord e sud. Nelle regioni del Nord-Ovest leggono almeno un libro il 49,6 percento delle persone; nel Nord-Est il 48,8; nel Centro il 45,9; poi il crollo verticale: al Sud si tocca il fondo (28,8 percento), un po’ meglio le isole (33,1). In Campania e Puglia i dati sono ulteriormente negativi: solo il 27,5 percento delle persone legge almeno un libro. Di fronte a cento persone, saprete che circa 72 non sfogliano mai le pagine di un bel volumetto, manco una pagina al giorno. Certo, se mancano i libri in casa leggere non è sicuramente facile. In Puglia circa un quinto delle famiglie non tiene nemmeno un tomo in casa, manco come soprammobile.

 

 

Cosa cambia per città, famiglia, educazione. Gli elementi che condizionano la lettura e in generale quindi l’interesse verso la cultura sono tristemente noti e vengono confermati anche per il 2015. Abitare in un paese piccolo sembra non aiutare: nei centri con meno di 2mila abitanti, il 63,2 percento delle persone non legge; in periferia di grandi città si scende al 55, fino al 48 dei centri città. Come è stato già sottolineato, uno dei dati più interessanti riguarda il rapporto tra lettura e famiglia: leggono libri il 66,8% dei ragazzi tra i 6 e i 14 anni con entrambi i genitori lettori, contro il 30,9 percento di quelli con genitori che non leggono. La mela non cade mai lontano dall’albero. Ha infine grande rilevanza, e non c’era da dubitarne, il livello degli studi effettuali. Il 42 percento finale di lettori si compone in questo senso dal 75 percento dei laureati, il 50,2 dei diplomati, un 32,2 di chi ha la licenza media e un 25,7 di quelli con la licenza elementare.

La fotografia di una depressione culturale forte; per far fronte a questa situazione è nato il Piano nazionale di promozione della lettura e Libriamoci, l'iniziativa promossa dai ministeri dei Beni Culturali e dell'Istruzione, con il Centro per il libro e la lettura e la Direzione generale per lo studente. Sarà sufficiente a innescare una dinamica positiva?

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