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Il film da vedere nel weekend Il libro della giungla, intramontabile

Il film da vedere nel weekend Il libro della giungla, intramontabile
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Regia: Jon Favreau.
Cast: Neel Sethi (Mowgli).
Doppiatori italiani:  Luca Tesei (Mowgli), Neri Marcorè (Baloo), Toni Servillo (Bagheera), Alessandro Rossi (Shere Khan), Violante Placido (Raksha), Giovanna Mezzogiorno (Kaa), Luca Biagini (Akela), Giancarlo Magalli (King Louie), Vittoria Bartolomei (Gray), Stefano Benassi (Rama), Alessandro Quarta (Ikky), Roberto Stocchi (Porcellino), Alessandro Ballico (Rinoceronte), Fabrizio Mazzotta (Pangolino), Luigi Ferraro (Mor), Nanni Baldini (Sambhur).
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Era il lontano 1967 quando la Walt Disney portava in sala per la prima volta il fortunatissimo adattamento della raccolta di racconti di Rudyard Kipling. Il libro della giungla, diretto da Wolfgang Reitherman, si è subito distinto per la qualità della sua realizzazione ed è diventato in breve uno dei titoli cult del cinema d’animazione americano. A questo deve aver certamente contribuito il fascino esotico della vicenda e la straordinaria caratterizzazione dei personaggi: ad affiancare Mowgli, cucciolo d’uomo, troviamo una varietà di abitanti della giungla che, oltre ad avere il dono della parola, sono dotati di un'imprevista profondità psicologica e di caratteri dettagliati. Negli ultimi anni sembra essere diventato di moda riportare sul grande schermo i classici dell’infanzia, trasformati in lungometraggi non animati e confezionati ricorrendo a lussuosi effetti speciali. Il tentativo di Jon Favreau non è certo il primo, ma è senza dubbio uno dei più meritevoli.

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Rimettere mano a un film amato e arcinoto  può essere molto difficile, come hanno dimostrato per esempio gli esiti mediocri di Cenerentola. La vicenda, forse proprio per questo motivo, si discosta parzialmente da quella raccontata nel celebre adattamento disneyano e segue il percorso di Mowgli per tornare al proprio villaggio d’origine, allo scopo di non mettere in pericolo la sua famiglia adottiva di lupi. In questo cammino ritroviamo ovviamente i personaggi che hanno accompagnato le nostre visioni infantili: la pericolosa tigre Shere Khan, la pantera Bagheera, le scimmie di re Louie e l’orso Baloo.

Quello che Mowgli intraprende è, al di fuori della cornice fantastica della vicenda, un autentico viaggio di formazione che, strappandolo alla propria (falsa) identità di animale della giungla, lo accompagna alla ricerca delle proprie origini. Un viaggio impegnativo che, insieme alle figure genitoriali della pantera e dell’orso, lo porterà a confrontarsi con animali diversi da lui e che, in un modo o nell’altro, gli insegneranno a riconoscere la propria identità. La cosa migliore di tutto questo splendido viaggio è che il regista ha saggiamente tenuto in considerazione il testo originale Disney, ma anziché ripeterlo puntualmente ha deciso di omaggiarlo inserendo variazioni intelligenti.

 

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Tutto è assolutamente riconoscibile per chi conosce il film originale: le atmosfere sono le stesse e i personaggi, più realistici di allora, sono ugualmente identificabili a colpo sicuro. Eppure questo nuovo Il libro della giungla non è semplicemente una copia, come dimostra anche il ritorno a una maggiore fedeltà ai racconti di Kipling. Si tratta di una scelta saggia, che dimostra grande intelligenza e coscienza di sé: questo nuovo film non è semplicemente un lungometraggio animato, ma un film live action e come tale deve essere strutturato. Così, pur nella sovrabbondanza di meraviglie visive derivanti dall’ampio uso delle ultime innovazioni tecnologiche, il film risulta credibile e appassionante e sarà certamente apprezzato sia dai nostalgici che dai più giovani, magari non introdotti all’originale lungometraggio Disney.

 

 

Una nota conclusiva va anche dedicata al doppiaggio italiano del film, che qui più che altrove si rivela ancora una volta una delle chiavi di volta del nostro cinema. Su tutti Giancarlo Magalli si distingue per l’assoluta eccellenza della sua performance. Le voci sono indovinate e gli attori chiamati a doppiare (Toni Servillo per Bagheera, Neri Marcorè per Baloo, Giancarlo Magalli - appunto - per re Louie, Giovanna Mezzogiorno per il serpente KaaViolante Placido per la lupa Raksha, il grande doppiatore Alessandro Rossi per Shere Khan) rendono giustizia all’originale, forse riuscendo addirittura a superarlo.

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