Il dibattito sulla Bergamo-Treviglio
Da qualche giorno, dopo mesi di silenzio, si è tornati a parlare di un'infrastruttura stradale di cui, nella Bergamasca, si discute da anni. Stiamo parlando della Bergamo-Treviglio, l'autostrada (perché all'inizio di questo si parlava) che dovrebbe collegare il capoluogo orobico alla più importante città della Bassa. Il problema, effettivamente, c'è: per arrivare a Treviglio da Bergamo (poco più di 20 chilometri) ci si impiega, senza traffico, mezz'ora almeno. Peccato che, essendo tutto il tragitto su strade statali e nient'affatto a rapida percorrenza, ci sia sempre traffico. Proprio dalla presa di coscienza di questo problema era nata l'idea di Autostrade Bergamasche di realizzare una strada a più corsie che fosse in grado di unire le due città in circa 10 minuti di auto.
Il nuovo progetto. Come sempre accade in questi casi, però, il progetto s'è presto impantanato nella palude burocratica e politica italiana. E così, a distanza di oltre 20 anni, la Bergamasca è ancora qui a confrontare le ragioni di chi è a favore con quelle di chi è contrario. Proprio nelle ultime settimane, però, i favorevoli al progetto hanno visto una netta impennata delle proprie speranze, visto che il 26 aprile c’è stato un incontro in Regione tra l’assessore regionale alle Infrastrutture, il bergamasco Alessandro Sorte, e il nuovo Cda di Autostrade Bergamasche, sempre più determinato ad andare avanti con l’opera. Entro fine anno si punta a definire il progetto nel confronto con il territorio. Anche perché, nonostante le tante parole, un progetto vero e proprio ancora non c'è. Inizialmente, infatti, si riteneva che la nuova autostrada avrebbe dovuto unire Treviglio e Dalmine (al casello della A4), mentre ora si scopre che si vorrebbe fare arrivare la nuova infrastruttura proprio in città. Altrettanto fumoso è il discorso sulla tipologia di infrastruttura che si vorrebbe realizzare. L'ipotesi primaria, come detto, era quella di un'autostrada, oggi tramontata per i costi eccessivi che comporterebbe. Si è dunque deciso di supportare l'idea di una superstrada a due corsie per senso di marcia. Tutto è ancora molto aleatorio, ma su L'Eco di Bergamo si ipotizza già, addirittura, il prezzo del pedaggio (sì, sarà a pagamento): 1 euro.
«Cifre e dati campati per aria». Essendo le voci dei favorevoli tornate a risuonare con chiarezza, è normale che anche il fronte del "no" abbia deciso di rimettersi in campo. Su tutti il Comitato civico intercomunale "Cambiamola!", che nel tempo ha raccolto più di 20mila firme di cittadini contrari all’infrastruttura. Con un comunicato stampa datato 28 aprile, il Comitato ha esposto i motivi per cui, a proprio parere, le cifre finora riportate da Autostrade Bergamasche siano totalmente «campate per aria». Nel comunicato si legge:
«Se da un lato si assistono a dichiarazioni scoppiettanti e trionfalistiche che vedono la Bergamo-Treviglio come la panacea dei problemi della Bassa, dall’altro lato bisogna fare i conti con la realtà. La sostenibilità del vecchio progetto autostradale, che è l’unico progetto esistente, si basava su un transito giornaliero che oggi difficilmente raggiunge BreBeMi, autostrada con ben altro impatto e potenzialità di utenza. È facile, anche da parte degli amministratori locali, cercare di trovare un mito da alimentare per nutrire le speranze di un collegamento veloce ad oggi inesistente per colpa delle scelte urbanistiche fatte dagli stessi amministratori che oggi si ergono a guru, ma che hanno preferito oneri di urbanizzazione per fare cassa piuttosto che pianificare in modo coerente la viabilità. Prova dell’incapacità di alcuni amministratori sono le soluzioni che Regione e Provincia stesse stanno cercando di mettere in atto per migliorare la situazione di noi cittadini, esasperati dalle eccessive code che non sono dovute all’eccessivo numero di veicoli, quanto all’errata pianificazione. Alimentare il mito dell’autostrada Bergamo-Treviglio senza avere un progetto, senza convocare il tavolo provinciale annunciato nell’ottobre 2014, senza coinvolgere comuni, associazioni e rappresentanti d’impresa, senza diffondere veri numeri, fa parte del mito. Solo quando si parlerà con numeri scientifici alla mano si potrà iniziare a discutere con obiettività. Impatto ambientale, ricadute sulla salute e sull’economia, linee di desiderio dei pendolari bergamaschi, pianificazione dello spostamento delle merci. Tutte questioni che oggi non vengono discusse da una Provincia e da una Regione assenti nella loro fase di coordinamento. Merita poi un’attenzione speciale l’atteggiamento della Provincia. Se da un lato annuncia tavoli di discussione, dall’altro non li convoca e rende inaccessibili atti ai cittadini. Per questo motivo abbiamo chiesto alla Prefettura di procedere con le sanzioni previste dal Decreto Trasparenza per non aver prodotto risposte agli oltre 19.000 cittadini che questa associazione rappresenta. È giunto il momento che la Provincia sia coerente: se annuncia tavoli e partecipazione, li convochi e renda trasparente i dati in suo possesso. Se ciò non dovesse ulteriormente avvenire, non potremo che ricominciare la protesta nell’interesse dei cittadini. Stante la situazione attuale, prima di alimentare il falso mito del progresso della Bergamo-Treviglio, la priorità deve andare alla risoluzione dei nodi che oggi bloccano il traffico. Il nostro interesse di difesa dei cittadini deve avere come unico obiettivo quello di migliorare la situazione ambientale, quella economica, le ricadute in termini di percorrenza sui cittadini, la sicurezza stradale e la sostenibilità economica, cercando di evitare il fallimento conclamato dell’operazione “che si paga da sé” BreBeMi e senza prestare il fianco a simpatie politiche che troppe associazioni e parte della stampa offrono quotidianamente»
Migliorare il collegamento ferroviario. La posizione, dunque, è chiara. Innanzitutto discutere su un progetto reale, e poi rivedere il tutto a fronte dei cambiamenti, urbanistici e di traffico, che sono avvenuti negli anni. E c'è chi addirittura definisce inutile un'infrastruttura del genere. Lo fa, ad esempio, Cesare Zapperi su La Rassegna, spiegando che «un collegamento diretto tra Bergamo e Treviglio esiste già. Collega tutti i paesi intermedi lungo l’asse nord-sud ed è utilizzabile sia per le persone che per le merci. Si chiama treno. La linea viaggia su un doppio binario ed è collegabile, attraverso il nodo di Treviglio, alla Torino-Venezia. Cioè una delle direttrici economiche più importante che ora verrà ulteriormente potenziata con l’alta velocità. In qualsiasi paese moderno, dove il rapporto costi benefici abbia ancora un senso, nessuno si sognerebbe di investire decine e decine di milioni di euro per un’autostrada di 25 chilometri che poi finirebbe a sua volta nel buco nero della BreBeMi. Soprattutto se già si dispone di una infrastruttura ferroviaria. Che, se proprio si manifesta la necessità di migliorare i collegamenti, può essere benissimo adeguata alle nuove esigenze con investimenti decisamente inferiori (anche non calcolando quelli ambientali, che pure ci sarebbero) a quelli che comporterebbe la maxicolata di asfalto».