1.650 km tra tifo e mangiate

In trasferta con sedici "pazzi" follemente innamorati della Dea

In trasferta con sedici "pazzi" follemente innamorati della Dea
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A Napoli il calcio è un amore viscerale. Lo senti passeggiando per la città, sui muri dipinti d’azzurro con messaggi d'amore per la squadra del cuore e lo capisci guardando negli occhi la gente che brulica intorno al San Paolo e aspetta di vedere undici leoni combattere contro avversari che vanno sempre e comunque battuti. Nel calore dello stadio di Fuorigrotta, nonostante un tempo da lupi e temperature più vicine a quelle padane che a quelle campane, Napoli-Atalanta vissuta dal vivo ti lascia quella sensazione di passione che si vive in poche altre parti della Penisola. E dentro questo quadro da romanzo, si incastrano alla perfezione quei 16 "matti" che sono arrivati ai piedi del Vesuvio per seguire una partita che, dal punto di vista della classifica, per l’Atalanta contava poco o nulla. Già, 16 tifosi nerazzurri che si sono sistemati nella pancia del settore ospiti e che non si sono sentiti praticamente mai visto l'incessante vociare dei padroni di casa. Ma i nostri, a fine partita, si sono meritati gli applausi di quasi tutti i giocatori orobici scesi in campo. La loro giornata va raccontata. Per lo meno quella dei 10 che si sono sciroppati 24 ore di viaggio per 90 minuti al fianco della Dea.

 

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Bergamo-Napoli, il viaggio d’andata. Tra i primi a muoversi c’è Marco, una passione totale per il calcio e la voglia costante di fare qualcosa per seguire la Dea in compagnia. L’idea del van per Napoli è nata qualche settimana prima alla cena organizzata dal club di Tribulina Gavarno ed è subito stata condivisa dagli amici di “Chei de la Coriera”. Ebbene sì, sempre loro: quelli che sono nati ormai tre anni fa grazie alla collaborazione con atalantini.com, che non rappresentano un club organizzato ma che seguono la squadra su e giù per tutta la Penisola. Il ritrovo era fissato per le 8.45 a Bergamo, in via Spino. La comitiva si è poi divisa, con 6 partecipanti sul comodo Volkswagen grigio affittato per l’occasione (guidato inizialmente da Roby) e 4 in macchina con Marco. Dopo un rapido passaggio a Grumello, la comitiva è partita alla volta della Campania, passando da Bologna, Firenze e Roma, con qualche necessaria e rigenerante sosta in Autogrill.

Il programma di viaggio prevedeva anche una sontuosa mangiata a Monte San Savino, presso il Podere le Caselle. Lo stesso ristorante aveva già ospitato più o meno gli stessi ragazzi anche in occasione di Lazio-Atalanta di fine marzo e anche stavolta il menu non ha deluso nessuno: per 28 euro Marco e gli altri si sono mangiati pappardelle al cinghiale, pici ai "quattro peccati," fiorentina su pietra a buffet, fiorentina su pietra con funghi, torta della nonna, caffè, amaro, acqua e vino della casa. Praticamente un trionfo di sapori.

 

 

I 90 minuti del San Paolo. Ripartiti alla volta di Napoli intorno alle 15, “Chei de la Coriera” sono arrivati a Napoli nel tardissimo pomeriggio e dopo aver percorso l’ultima parte del tragitto con una scorta di polizia assolutamente esagerata (due camionette e un paio di auto civetta a guadare il traffico dell’ora di punta), l’ingresso nel settore ospiti (con il cielo carico di pioggia) è avvenuto senza problemi intorno alle 20. La maestosità dell’impianto dove gioca il Napoli, vecchio di 26 anni e con tanti difetti ma pur sempre imponente e dal grande colpo d’occhio, fa quasi paura pensando alla piccola macchia nerazzurra relegata là sotto in una specie di gabbia chiusa da parapetti e reti di protezione. Eppure loro c’erano. Marco, Roberto, Alessandro, Beppe, Giovanni, Totò, Gianni e Giorgio erano accompagnati anche da due fanciulle, Clarinda e Dafne. Una volta dentro lo stadio hanno incontrato anche gli altri sei bergamaschi al seguito (qualcuno, come Demetrio di Parre, è arrivato in anticipo con amici che gli hanno fatto una bella sorpresa). Sebbene in pochi, ce l'hanno messa tutta per sostenere la squadra contro la corazzata di Sarri. E non è un caso che, al fischio finale, il massaggiatore Ginami è corso a salutare i tifosi atalantini, di fatto invitando i giocatori a fare lo stesso. Purtroppo, uno zelante funzionario (di Polizia o della Lega non è dato saperlo) ha bloccato la corsa sotto il settore ospiti tra l’incredulità generale dei nerazzurri: un gesto semplice e di rispetto come quello che si stava compiendo non si è potuto concretizzare. Mentre lo stadio cantava a squarciagola l’amore per il Napoli, i 16 nerazzurri hanno lasciato l’impianto di Fuorigrotta e per i 10 partiti in auto la mattina è iniziato subito il viaggio di ritorno.

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Il rientro in città durante la notte. La risalita verso Bergamo è scivolata via senza intoppi. All’1 "Chei de la Coriera" erano già a Frosinone; alle 2.15 a Roma e, dopo un paio di soste in Autogrill (qualcuno si è pure concesso un panino con il crudo e una pizza), alle 6.30 la comitiva ha lasciato Mantova prima di arrivare al casello di Grumello-Telgate alle 7.45. Grazie alla tecnologia, anche chi non ha potuto partecipare alla trasferta ha seguito passo dopo passo la marcia di avvicinamento verso Napoli e quella di ritorno a casa con grande passione e spirito d’amicizia. Chi ha iniziato il turno delle 6 in fabbrica ha mandato un messaggio appena prima di entrare per sincerarsi che tutto fosse a posto, altri lo hanno fatto a intervalli più o meno regolari fino alla conclusione di questa grande impresa. Se volete capire chi sono questi matti, non dovete andar troppo lontano: pensate a ragazzi e ragazze che normalmente trovate allo stadio in ogni settore, gente con una passione talmente forte da abbattere sonno e chilometri per seguire una partita, una semplice partita, stando vicino ai propri colori.

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Ci sono tanti numeri che possono spiegare ancora meglio questo lungo viaggio da Bergamo a Napoli e ritorno degli amici di "Chei de la Coriera", ma chiudiamo sottolineando quelli di Marco, il capo comitiva: ha guidato ininterrottamente la sua Kia per 1.650 km, ci è riuscito grazie ad una decina di caffè e un paio di RedBull. Lo abbiamo sentito alle 8.45 di questa mattina mentre stava per completare la riconsegna del mezzo all’aeroporto di Orio al Serio. È stato uno dei promotori di questa “pazzia”, lo era stato per quella di Roma con la Lazio e anche per il bus di Frosinone. Tutti meritano un grande applauso, ma lui, con quegli occhiali da direttore di banca e il sorriso sempre stampato in volto, se lo merita un po’ di più. Chapeau.

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