Teatro Donizetti, il caso scottante dell'oscuro compenso a Marabini
Negli ultimi mesi il sindaco Giorgio Gori sta lavorando per trasformare la Fondazione Donizetti da privata a pubblica. Un passaggio giudicato necessario prima di lanciare la gara europea per i lavori di ristrutturazione. Come spiega il Corriere della Sera Bergamo, in questa fase si inserisce la volontà di Gori, nelle vesti di presidente dell’ente, di togliere il velo su uno dei punti più controversi riguardanti la Fondazione: il compenso dell’ex assessore alla Cultura Valerio Marabini, designato (a voce) sovrintendente dall’ex sindaco Franco Tentorio e poi nominato da Gori consigliere delegato del Cda della Fondazione. È la stessa Fondazione a fornire i numeri, con il consenso del diretto interessato.
Marabini, che da un anno e mezzo lavora a tempo pieno per il Donizetti, percepisce un compenso fisso di 40mila euro lordi l’anno, mentre la sua attività di raccolta fondi per il restauro del teatro è remunerata in base agli sponsor trovati: all’ex assessore va il 6 percento dei contributi raccolti da privati (sono esclusi quelli che arrivano dagli enti pubblici). In totale, sui 3 milioni e 125mila euro raccolti, il compenso sarà di 187.500 euro. Marabini riceverà il 3 percento quando i contributi vengono effettivamente incassati, mentre l’altro 3 percento all’avvio del cantiere (questa parte è così sottoposta alla condizione che l’obiettivo della Fondazione venga raggiunto).
Marabini ottiene un compenso non come membro del Cda della Fondazione (per questo ruolo non è previsto alcun gettone), ma come collaboratore dell’ente, dato il suo impegno a tempo pieno. «Chi pensava che guadagnassi cifre stratosferiche resterà deluso - dice il consigliere delegato -. È la passione che mi muove. Era il ‘99 ed ero assessore da due settimane quando ho detto per la prima volta che bisognava sistemare il teatro. Ormai questa è una missione. Il benchmark di mercato per ruoli come il mio va dal 15 al 20 percento della raccolta e in genere comprende anche i fondi pubblici. Io lavoro a tempo pieno per il Donizetti, dal lunedì al venerdì e anche il sabato e la domenica se serve. Prendo anche un rimborso spese di 4 mila euro lordi l’anno forfettario. Peccato che poi faccia alcune migliaia di chilometri all’anno: sono stato a Lucca, a Torino, a Milano almeno una cinquantina di volte, tre volte a Roma».
Gli accordi presi a suo tempo tra il Consigliere delegato e la Fondazione sono questi, ma proprio per il suo ruolo “istituzionale” erano in tanti a pensare che l’impegno di Marabini fosse del tutto gratuito e portato avanti per “amore della città”. E la polemica è divampata. Nessuno discute la determinazione e la capacità dell’ex assessore di portare a casa i fondi per il restauro del teatro, ma l’articolo 11 del regolamento della Fondazione dice a chiare lettere che le cariche di presidente, vicepresidente, consiglio di indirizzo e consiglio di amministrazione sono a titolo gratuito. «Certo, si tratta di cariche-incarichi diversi – scrive il Corriere. E lo stesso sindaco Giorgio Gori, presidente della Fondazione, tiene a precisare che tra il Comune e Marabini c’è un contratto di «collaborazione». Quindi Marabini lavora gratis quando è consigliere delegato e a provvigione quando reperisce i fondi in qualità di collaboratore (dello stesso ente)». La considerazione finale però è scontata: non sarebbe stato più opportuno affidare i due compiti (gestione e raccolta fondi) a persone diverse? Evidentemente sì. Se non altro perché chi dona ha il diritto di sapere se il suo contributo va tutto all’ente o se è prevista una provvigione per il procacciatore. A quanto pare - lo attesta un nuovo articolo del Corriere pubblicato sull’edizione di giovedì - nessuno dei donatori era informato nel merito.