L'assessore Valesini difende il progetto

Vendita dello stadio, c'è chi dice no Ma capire il perché non è facile

Vendita dello stadio, c'è chi dice no Ma capire il perché non è facile
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A inizio aprile la Avalon Consulting Spa di Milano ha presentato al Comune di Bergamo la documentazione relativa alla perizia effettuata sullo stadio Comunale della città. In altre parole, dopo tante chiacchiere, ecco una cifra: lo Stadio Atleti Azzurri d'Italia vale 7 milioni e 826mila euro. È questa la cifra che, chi interessato, dovrà sborsare per diventare proprietario dell'impianto. Ed è chiaro che il messaggio è rivolto all'Atalanta, convinta di potersi aggiudicare lo stadio anche per una cifra minore, intorno ai 5 milioni, visto che meno di 12 mesi fa ha investito più di 2 milioni di euro per ristrutturare un impianto che aveva assoluto bisogno di un restyling. Da quei lavori sono nate le nuove Tribune, giudicate da quasi tutti i tifosi bellissime, e il Pitch View, esclusivo settore che permette ai tifosi di godersi le partite proprio da bordo campo, al fianco dei giocatori in panchina.

 

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Il Movimento 5 Stelle è contrario alla vendita. Il 5 maggio la Giunta Gori ha presentato ufficialmente in commissione la perizia svolta dalla Avalon e la reazione delle minoranze è stata, francamente, inaspettata. Sul progetto di vendita dell'impianto, infatti, finora pareva che tutti fossero d'accordo. E invece... e invece c'è chi addirittura ora mette in dubbio la cosa. Lo fa il Movimento 5 Stelle, che, senza giri di parole, si chiede se valga la pena oggi «(s)vendere un gioiello di famiglia come è lo Stadio comunale di Bergamo». È il consigliere Marcello Zenoni a esporre le perplessità dei pentastellati, in particolare sulle modalità con cui l'Amministrazione sta portando avanti il progetto: «Non ci sembra di gridare alla luna quando nel pieno del dibattito sullo Stadio di Bergamo facciamo notare come non vi sia stata discussione politica (e urbanistica) sulla decisione a monte. Ovvero se davvero vale la pena oggi (s)vendere un gioiello di famiglia come è lo Stadio comunale di Bergamo. Ci hanno fatto entrare invece direttamente nelle questioni concrete, come quella di stabilire se la stima sia più o meno corretta o se il contratto proposto sia più o meno opportuno per la Pubblica Amministrazione, evitando la discussione per così dire "strategica"».

La proposta del Movimento 5 Stelle, infatti, è totalmente diversa da quella della vendita: affittare l'impianto a zero euro alla società Atalanta, purché manutenzione e investimenti siano a carico dell’affittuario. Zenoni spiega: «Attualmente (almeno sulla carta) il canone si aggira sui 500mila euro annui a fronte di un valore di 7,8 milioni di euro secondo questa ultima stima. Chi ragiona in termini finanziari fa notare come la rendita (sempre virtuale, siccome invece l’affittuario nel nostro caso non è del tutto ligio al pagamento dei canoni) sia di tutto rispetto e che sia impossibile trovare di meglio. La nostra proposta deve essere letta pertanto come spunto a pensare ad un piano B piuttosto che una provocazione: perché non concedere perfino a titolo gratuito lo Stadio alla società Atalanta con oneri di manutenzione e investimenti a suo carico, per x anni? Se dev’essere un bene che non genera introiti come realmente accade oggi, almeno non sia una svendita a favore del privato o una perdita lenta e inesorabile, fatta di continue spese. Si considerino infatti le spese sostenute fino ad oggi e i cui vantaggi si sono riversati sul privato (cablaggio televisivo mai pagato, canone dell’antenna telecomunicazione passato senza colpo ferire dal Comune alla società, etc)».

 

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I dubbi del centrodestra sulla stima. Ma i pentastellati non sono stati gli unici a mostrarsi perplessi davanti alla stima realizzata dalla Avalon Consulting. Sebbene nessun'altra forza di opposizione a Palazzo Frizzoni sia arrivata a proporre un dietrofront netto sul progetto di vendita, tante sono state le voci critiche che si sono alzate da più parti. Al centro di tutto i 7,8 milioni di valore calcolati e l'ipotesi di sconto a favore dell'Atalanta. Luisa Pecce della Lega Nord ha spiegato che «nel rapporto si continuano a citare i dati dell’Atalanta, è un presupposto pericoloso che rischia di falsare il risultato: sarebbe utile una controperizia, magari della Bocconi. In caso di abbandono, un domani ci troveremmo l’ennesimo buco nero». In altre parole, la Pecce mette in dubbio il valore dei lavori compiuti l'estate scorsa dall'Atalanta, quasi come se non esistessero le fatture con tanto di cifre messe nero su bianco. Gianfranco Ceci di Forza Italia, invece, mette in dubbio la perizia svolta dalla Avalon, società rispettata e stimata nel settore: a suo parere, infatti, non ha senso che «l’intervento del 2015 per due tribune valga il 40% dell’intero valore: di solito il prezzo lo fa chi vende, non chi acquista».

Eppure lo stadio di proprietà... A queste perplessità e accuse, hanno risposto sia l'assessore all’Edilizia Francesco Valesini che la stessa Avalon. Il primo ha affermato in commissione che «siamo pienamente soddisfatti della stima, è stata fatta opportunamente prima della variante urbanistica, con l’obiettivo di alienare il Comunale. Richiamare l’Atalanta è naturale, dato che ha in gestione l’impianto dal 1928». La società che ha compiuto la perizia, invece, ha precisato che la differenza fra il prezzo, "sottostimato" secondo il centrodestra, e la cifra effettiva è dovuta ai lavori da svolgere, per un totale di 15 milioni. Non si può discutere del progetto stadio senza infatti valutare gli ulteriori investimenti che l'acquirente, chiunque esso sia, sarà costretto a compiere sull'impianto per renderlo uno stadio moderno e a misura di tifosi. Ma soprattutto lasciano perplessi molti bergamaschi queste rimostranze di tanti esponenti delle minoranze. Il Comune, se l'Atalanta un bel giorno decidesse di costruirsi uno stadio tutto suo, resterebbe con in mano un immobile praticamente inutile e dalle elevate spese di mantenimento. Se invece questo diventasse di proprietà nerazzurra, la società incrementerebbe, e di molto, non solo il proprio valore, ma anche la propria immagine. Più semplicemente, l'Atalanta diventerebbe una società molto più forte. Da anni il mondo del calcio italiano sottolinea l'importanza di avere stadi di proprietà e Bergamo è una delle prime città che sta facendo dei passi avanti in questa direzione. Un'Atalanta più forte significherebbe anche una città più forte, visto il saldissimo legame che lega le due parti. Ma, improvvisamente, c'è chi dice no. E capirne i reali motivi è davvero complicato.

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