Perché guidiamo a destra?
Più del freddo e della pioggia costante, più dei prezzi elevati, più di una lingua che magari non si conosce, più di un cibo davvero scadente, ciò che realmente terrorizza chiunque si appresti a passare del tempo nel Regno Unito è la guida a sinistra. Imboccare le rotonde dalla parte opposta, tenere a mente che le corsie di scorrimento sono tutto l'opposto di come siamo abituati, sedersi a guidare in quello che per noi è e sarà sempre il posto del passeggero: quanti problemi dettati dal fatto che, chissà perché, Oltremanica (e anche in alcuni altri posti del mondo, a dire il vero) hanno deciso di mettersi dall'altra parte della strada. Già, perché? È una storia molto interessante quella del lato della guida, che attraversa tutta la storia come un costante filo rosso. E tutti, o quasi, hanno la loro piccola parte di responsabilità: dagli antichi, a Napoleone fino ad Hitler.
Mano destra, carro a sinistra; fino a che... Bisogna comunque concedere ai britannici che nell'antichità il lato di guida (se di guida si può parlare) dei carri e in generale di tutto quanto era trainato dai cavalli era il sinistro: questo perché la maggior parte delle persone era destrimane, e viaggiare sulla sinistra permetteva, in caso di pericolo, di poter utilizzare una spada o qualsiasi altra arma di difesa avendola già sul lato giusto per affrontare il nemico. Inoltre, per un destro è più facile montare a cavallo dal lato sinistro della bestia, e con la “guida” a sinistra era dunque possibile salire in groppa dal lato della strada e non dal mezzo. Queste tendenza si è mantenuta fino al Settecento (la storia, dunque, è decisamente dalla parte del Regno Unito), ovvero fino al momento in cui le economie, grazie alla rivoluzione industriale, cominciarono a svilupparsi in fretta e in maniera esponenziale: le merci da trasportare erano di una quantità tale da richiedere l'utilizzo di almeno due cavalli, e dunque i conducenti cominciarono a trovare decisamente più comodo manovrare tenendo il carro a destra e sedendosi il più a sinistra possibile, sia per poter utilizzare la frusta in modo più agevole sia per tenere meglio d'occhio la strada.
Napoleone e i regni d'Oltremanica. Nel 1752 si ebbe la prima, ufficiale codificazione della guida a destra: accadde in Russia, per volere della zarina Elisabetta, figlia di Pietro il Grande. Ma fu Napoleone a garantire la diffusione di questa nuova consuetudine nell'Europa continentale: fino alla Rivoluzione del 1789, infatti, in Francia la strada era nettamente divisa fra il lato riservato all'aristocrazia, il sinistro, e quello invece al popolo, il destro, in modo che non ci fosse commistione fra ceti sociali nemmeno nel viaggiare. Ma il rovesciamento della classe dominante ebbe come conseguenza, fra le tante, la regola unica del traffico a destra, codificata nel 1792. Successivamente, con la conquista di numerose terre in tutta Europa, Napoleone impose questa prassi ai popoli conquistati, e dunque la guida a destra si diffuse anche in parte di Italia e Germania, in Olanda, Lussemburgo, Belgio, Svizzera, Polonia e Spagna. Al di là della Manica, nel frattempo, si sviluppava la tendenza opposta: la prima norma scritta conosciuta che impose il traffico a sinistra fu emanata nel 1756, e riguardava il London Bridge; questa convenzione venne definitivamente messa per iscritto con l'Highway Act del 1835 e si diffuse anche nelle colonie dell'Impero britannico. Ad inizio Novecento, dunque, l'Europa era nettamente divisa, per quanto riguarda il lato della guida: a destra per i territori che avevano subito il dominio francese, a sinistra per la Gran Bretagna e per tutti quelli che avevano superato indenni la campagna napoleonica (Portogallo e Regno austro-ungarico su tutti).
L'avvento dell'automobile e Hitler. Tra il 1890 e gli anni Trenta del Novecento, con la diffusione dell'automobile e la correlata creazione di strutturate reti stradali, la guida a destra divenne pressoché dogmatica in quasi tutta Europa. In Italia, per diverso tempo, regnò il caos: un Regio Decreto del 1901 diede ad ogni provincia la facoltà di scegliere liberamente il lato della guida per la circolazione nel proprio territorio, cosa che, chiaramente, creò una situazione di confusione notevole. Fu solo con l'avvento del fascismo, negli anni Venti, che la guida a desta fu imposta in tutta la penisola. L'ultima grande regione europea, a parte la Gran Bretagna, che ancora manteneva il lato sinistro era l'impero austro-ungarico; ma con il suo dissolvimento in seguito alla Prima Guerra Mondiale, e con la conquista dei territori che lo componevano da parte della Germania nazista, anche in quei Paesi la guida si uniformò al resto del Continente. Gli ultimi Paesi che abbracciarono la guida a destra furono la Svezia e l'Islanda, rispettivamente nel 1967 e nel 1968, spinte soprattutto dal fatto che le automobili che importavano dagli altri Stati avevano il posto di guida a sinistra, e non aveva dunque più alcun senso ostinarsi a mantenere il lato di marcia opposto a tutti gli altri.
Nel resto del mondo. Al di fuori dell'Europa, in America settentrionale l'iniziale abitudine inglese di tenere la sinistra fu progressivamente sostituita da quella opposta con l'indipendenza, passaggio cui contribuì anche l'influenza francese sul Canada e su alcune zone degli Stati Uniti. In Giappone, invece, l'abitudine di guidare a sinistra si era diffusa già in epoca antica per motivi simili a quelli europei, ma la sua codificazione definitiva si deve all'influenza del Regno Unito, il cui governo nel 1872 coordinò la costruzione della prima linea ferroviaria. Questa fu realizzata secondo gli standard inglesi, che furono poi imposti ufficialmente anche per il traffico automobilistico nel 1924.