Un'indagine americana

Prendetevi del tempo per distrarvi Solo così sarete davvero creativi

Prendetevi del tempo per distrarvi Solo così sarete davvero creativi
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Chi ha tempo non aspetti tempo, si è soliti dire. Riferendosi al fatto che ogni attimo è d’oro e ogni secondo sprecato potrebbe poi riversarsi in un successivo senso di colpa per non averne adeguatamente approfittato. Indipendentemente dall’obiettivo di fondo o dalla decisione da prendere. Una potenziale verità, almeno nella maggior parte dei casi, con l’eccezione (forse) per quanto riguarda la creatività. Un recente studio americano attesterebbe infatti che dal ritardo e dalla modalità stand by, anche mentale, nascerebbero le idee migliori o le più originali. Dunque, qualche latenza, ogni tanto, è più che concessa.

 

 

Non è una giustificazione per i pigri, né un invito ai ritardatari cronici a trovare in questa gustosa notizia per le loro orecchie una scusa ad alcuni comportamenti non sempre ad hoc. Potrebbe, però, essere un incentivo per far girare meglio la materia grigia: per ottenere cioè performance più efficienti, giudizi più apprezzabili anche da parte dei capi, in caso di intuizioni lavorative, e una più fattiva progettazione anche dei propri doveri e delle libere uscite. Insomma, se procrastinare significa fare più bella figura, ben venga!

Sarebbe questo il succo di una tesi americana della Wharton Business School di Philadelphia, a seguito della rivelazione di uno dei migliori e più creativi studenti del corso di laurea, il quale ha confessato serenamente che le sue idee più brillanti non derivano da una spremitura immediata delle meningi, bensì da un lungo periodo di procrastinazione. Di rimandi mentali lunghi giorni e giorni. Notizia solleticante, che ha invitato gli esperti a testarla sul vivo tra aziende imprenditoriali e di business investigando cioè fra i capi delle differenti imprese  coinvolte quali dipendenti fossero i più creativi. A detta dei capi, si qualificavano più geniali, innovativi, brillanti e insoliti, in senso positivo naturalmente, i ritardatari sul tempo.

 

 

Ma un'ipotesi non basta a decretare la veridicità o il successo di un fatto. Così la ricerca è andata oltre e ha selezionato un gruppo di volontari, invitati a produrre idee creative di business, dopo una serie di esperimenti. Infatti, ad alcuni era stato chiesto di pronunciarsi entro poco tempo dalla richiesta, mentre ad altri era stata concessa prima una partita a Minesweeper o a Solitario, due giochi da tavolo. Non è difficile indovinare l’esito: chi aveva protratto il proprio progetto nel tempo, nel 28 percento dei casi, aveva proposto qualcosa di più creativo e innovativo. Condizione indispensabile alla propulsione di idee sembrava essere però il gioco o una diversa attività  svolta dopo aver conosciuto il tema da sviluppare; avere divagato prima infatti non avrebbe in alcun modo migliorato l’attività dei creativi. Come a dire che indugiare può solleticare la mente in modo non convenzionale.

La creatività, insomma, avrebbe bisogno del suo tempo, dicono gli esperti, perché essere troppo tempestivi ci renderebbe mentalmente più formali, a discapito di un po’ di brio che frutta invece solo dopo che la mente ha efficacemente sedimentato, divagando un po’ tra ciò che piace.

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