«Ho vissuto un sogno grazie a voi».

La cronaca, i video e le foto dell'immenso grazie al capitano

La cronaca, i video e le foto dell'immenso grazie al capitano
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L’ultima giornata del campionato di serie A giocata dall’Atalanta a Bergamo per la stagione 2015/2016 è stata una grande festa. È iniziata molto prima del fischio d’avvio di Rizzoli ed è finita parecchi minuti dopo la chiusura delle ostilità. Dentro i 95 minuti disputati contro l’Udinese ci sono state grandi emozioni e poche note tecniche di campo da raccontare. Proviamoci, grazie anche a qualche video girato in presa diretta, ma consapevoli che solo chi era allo stadio potrà ricordarsi distintamente ogni singola suggestione. Già, queste sono giornate che ti restano nel cuore.

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ATALANTA - UDINESE CAMPIONATO SERIE A TIM 15-16

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ATALANTA - UDINESE CAMPIONATO SERIE A TIM 15-16

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Il prepartita e gli striscioni della Curva. Che sarebbe stata la grande festa di Gianpaolo Bellini lo sapevano tutti. In ogni settore dello stadio, quasi 20mila persone erano pronte a omaggiare il capitano partecipando alla coreografia con i cartoncini a forma di maglia tra le mani. Prima del tributo sono stati però alcuni striscioni esposti in Curva ad attirare l’attenzione. Due settimane fa, gli ultras mandarono un messaggio forte e chiaro in direzione tribuna centrale: «Costi quel che costi, Diamanti a tutti i costi». Ieri pomeriggio, per l’ultima apparizione interna della Dea, il messaggio è stato triplice. Il primo era per l’olandese tutto polmoni che porta il numero 15: «De Roon, di Stromberg sei l’erede naturale non c’è altra maglia che tu possa indossare». Più al centro, verso la Creberg, il ringraziamento per Reja: «Per pochi giorni o ancora una stagione grazie Reja per la tua dedizione». L’ultimo, indirizzato direttamente al presidente nerazzurro non lascia troppo spazio all’immaginazione: «Percassi: non c’è mercato che tenga, il Papu (Gomez) vale di più di ogni tua azienda».

La posizione della Curva è dunque chiara: Diamanti, de Roon e Gomez sono considerati uomini cardine, il mister è piaciuto per come ha condotto la barca in porto per la seconda salvezza consecutiva e le strategie delle prossime settimane, a questo punto, saranno seguite con grande curiosità da tutto l’ambiente. Come si muoverà la società? Chi sarà il nuovo mister?

 

 

L’ingresso in campo delle squadre. Alle 14.58, dopo aver terminato il riscaldamento, le squadre sono entrate in campo e la coreografia che ha coinvolto tutto lo stadio è diventata realtà. Da qualche minuto, con un “Ohhhh” collettivo i quasi 20mila del Comunale si sono preparati con i cartoncini in mano sul lato bianco per salutare l’ultimo ingresso fascia al braccio del numero 6 di Sarnico. In Curva Pisani sono stati inizialmente esposti due grandi vessilli, uno con la Dea gialla su sfondo nerazzurro e l’altro con la celebre maglia gigante di Bellini. Appena i 22 sono sbucati dal tunnel, ecco il capolavoro: una figurina gigante con la caricatura del recordman di presenze atalantine è spuntata alle spalle dell’ultima fila e tutti hanno applaudito.

 

 

I circa 50 metri che separano l’ingresso al campo e la riga di mezzo Bellini li ha percorsi con in braccio i figli Federico (2 anni) e Luca (4 mesi). Lo sguardo, per parecchi secondi, è stato rivolto verso la Creberg (il Club Amici ha esposto uno striscione di saluto) e la Curva Morosini (anche qui un grande vessillo nerazzurro e tanti striscioni). Una volta arrivato al centro e resosi conto della coreografia completa il capitano è parso visibilmente emozionato. Tutto il gruppo, al completo di figli e nipoti, ha subito posato per una foto ricordo con la Curva alle spalle mentre il coro: «un capitano, c’è solo un capitano» si levava al cielo del Comunale.

Il rigore al 19’: primo gol assoluto a Bergamo in A. La partita è iniziata mentre il pubblico era ancora impegnato ad assorbire le emozioni della coreografia. Ma dopo la rete del vantaggio ospite firmata Zapata la squadra nerazzurra ha reagito e pian piano ha aumentato i giri del motore. In occasione di un cross al centro, Borriello è venuto a contatto con un avversario e Rizzoli ha indicato il dischetto del rigore tra le proteste della difesa di De Canio. In un attimo, tutto lo stadio ha pensato la stessa cosa. La palla era in area, Diamanti l’ha recuperata e subito si è diretto verso il protagonista della festa nerazzurra. Bellini al momento del fischio di Rizzoli era a centrocampo e mentre i compagni lo cercavano con lo sguardo lo stadio ha iniziato a scandire il suo nome. Il difensore non ha più potuto fare a meno di presentarsi al cospetto di Karnezis (portiere friulano) e scrivere la storia. Sguardo deciso, breve rincorsa e destro a spiazzare il portiere per un gol che vale una carriera.

 

 

La standing ovation ad inizio ripresa. L’avventura atalantina di Bellini, al netto di una possibile coda statistica domenica prossima in casa del Genoa, è terminata ufficialmente al minuto 52’ di Atalanta–Udinese. Quando Toloi si è presentato dal quarto uomo per fare il suo ingresso, tutti i settori dello stadio si sono alzati in piedi per applaudire. Bellini era dalla parte opposta del campo, senza fretta ha raggiunto Cigarini per cedergli la fascia di capitano e a piccoli passi si è diretto verso la zona dei cambi alzando le mani per ringraziare e poi portandole al petto. Appena dopo l’uscita, mentre il capitano cercava di trattenere la commozione, mister Reja lo ha quasi cinturato al collo per stringerlo in un abbraccio, Gianpaolo non ha fatto una piega ma una volta seduto in panchina le lacrime hanno preso il sopravvento. In quel preciso istante, Atalanta–Udinese è finita: lo scambio di cori e gesti d’affetto tra la Curva di casa e Reja (57’) e l’ingresso in campo di due compagni come Raimondi e Migliaccio, in scadenza di contratto ma che dovrebbero presto rinnovare, sono dettagli di un pomeriggio in cui la festa è stata al centro di tutto con la partita a fare solo da contorno.

 

 

Al fischio finale, momenti unici. Dopo il fischio finale si è assistito all’abbraccio finale dello stadio, con il discorso di un grande capitano che ha scritto un bel pezzo di storia dell’Atalanta. Le sciarpe in curva e la figurina gigante mentre il “Bello”, inginocchiato, cerca di gestire le emozioni sono difficili da raccontare. La maglia numero 281, tante sono le presenze in serie A, è stata solo l’ultima cartolina di un protagonista che alle parole ha sempre preferito i fatti.

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Atalanta's Gianpaolo Bellini greets the supporters with the team, president Antonio Percassi and Atalanta's head coach Edy Reja at the end of the Italian Serie A soccer match Atalanta-Udinese at Atleti Azzurri d?Italia stadium in Bergamo, Italy, 08 May 2016. The match ended 1-1. ANSA/ PAOLO MAGNI

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Atalanta's Gianpaolo Bellini with president Antonio Percassi during the Italian Serie A soccer match Atalanta-Udinese at Atleti Azzurri d?Italia stadium in Bergamo, Italy, 08 May 2016. ANSA/PAOLO MAGNI

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Atalanta's Gianpaolo Bellini greets supporters during the Italian Serie A soccer match Atalanta-Udinese at Atleti Azzurri d?Italia stadium in Bergamo, Italy, 08 May 2016. ANSA/PAOLO MAGNI

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Dopo le interviste con le tv, mentre i tifosi friulani festeggiavano la salvezza, Bellini ha raggiunto il centro del campo e mentre osservava tutti i compagni e i membri dello staff indossare la sua maglia numero 6 ha preso il microfono in mano. Quello che ha detto, come lo ha detto e vicino a chi lo ha detto potete ascoltarlo dal video integrale che riportiamo: Gianpaolo era commosso e l’apice lo ha raggiunto quando ha ricordato la mamma facendole gli auguri. L’ultima frase, prima di andare a sedersi sopra i cartelloni pubblicitari davanti alla sua Curva, è stata questa, dedicata ai tifosi: «Mia moglie ha un tatuaggio con scritto "non sognare la tua vita ma vivi i tuoi sogni". Io, ci sono riuscito grazie a voi. Vi voglio bene”.

 

 

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