Maggio è il mese dedicato ai matrimoni

10 consigli bergamaschi alle spose (le forche caudine delle pötaègie)

10 consigli bergamaschi alle spose (le forche caudine delle pötaègie)

Maggio. Anche se quest’anno il tempo non aiuta, è per tradizione il mese dedicato ai matrimoni. Prima del grande passo, però, la nubenda deve sottoporsi alle forche caudine dei familiari. Zie e nonne, nelle vesti di giudici, sanno essere implacabili. Specialmente quelle che sono fieramente single, o pötaègie come diremmo noi, e sembrano suggerire alla malcapitata che l’unica soluzione sicura per un matrimonio riuscito consiste nell’evitarlo.

 

1) A l’sènt gna de mé gna de té

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Efficace metafora culinaria che attribuisce al carattere del promesso sposo la dubbia qualità dell’insipienza. In una terra dai sapori forti, non è certo un difetto da prendere sottogamba. [Trad: non sa nè di me né di te]

 

2) A l’gh’à ‘n del có dóma chèl

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Chi ha un pensiero fisso è inaffidabile per definizione. Se si tratta poi di “quel” pensiero la riprovazione delle anziane e pudiche zie è pressoché inevitabile. [Trad: ha in testa solo quello]

 

3) A l’vé vià de öna faméa descüsida

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La disapprovazione familiare non si applica solo all’ultimo frutto dell’albero genealogico, ma ne risale tutti i rami, per generazioni, fino a individuare l’inevitabile tara genetica. [Trad: viene da una famiglia scombinata]

 

4) A l’è ‘nsèma a ön’ótra

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Sussurrata con aria complice,anche se non riesce a distruggere il sogno questa confidenza lo incrina notevolmente. Anche perché la fonte di solito è autorevole e ben informata. Sui fatti di tutto il paese. [Trad: sta insieme a un’altra]

 

5) L’è bù de fa negót

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Constatazione che rade al suolo qualsiasi progetto matrimoniale. L’uomo in questione non è utile né come sostegno economico, né come aiuto in casa. Praticamente, un epitaffio. [Trad: non è capace di far niente]

 

6) L’è piö fürbo che bèl

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Se la giovane incauta si è lasciata sedurre dal bell’aspetto del pretendente, ecco che la saggezza popolare instilla il dubbio che la più appariscente delle virtù nasconda il più insidioso dei difetti. [Trad: è più furbo che bello]

 

7) A l’ghe n’à gna ü

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Ha il suono di una lagnosa filastrocca, ma ha l’effetto di una condanna inappellabile. L’assoluta penuria di beni materiali non è riprovevole, è semplicemente inaccettabile. [Trad: è uno squattrinato]

 

8) A l’biv

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L’apparenza è quella di un’osservazione lapalissiana, ma in realtà l’esigua quantità di lettere è inversamente proporzionale ai litri di vino ingurgitati. Altra sentenza definitiva. [Trad: beve!]

 

9) L’è ü bèch

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Non è , come si potrebbe pensare, un complimento per l’agilità dimostrata su percorsi rocciosi. Il riferimento è invece alla capacità seriale d’infrangere cuori femminili, occupati o meno. [Trad: è un dongiovanni]

 

10) L’è öna facia de tóla

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Se si commette l’errore di sottoporre il moroso all’esame preliminare del consesso familiare, sarà facile che la vittima non dimostri il dovuto riguardo per le rigorose abitudini dell’anziano parentado. [Trad: è una faccia di tolla]