Il contestatore solitario di Renzi ora chiede pure un rimborso spese

Proprio nel momento in cui il sindaco Gori offre il microfono a Renzi, da un palchetto del Teatro Sociale si alza una voce poco amichevole: «Basta con questa politica spettacolo!», urla un infiltrato. Segue un attimo di sconcerto, ma Renzi è pronto: «Non ho ancora cominciato», dice. L’altro però non demorde e tra i fischi del pubblico, visibilmente alterato e agitando dei fogli, grida: «Vada via, vada via!». Gli uomini della sicurezza, invece, han portato via lui tra gli applausi dei presenti. Incidente chiuso. O forse no? Il "contrattempo" è andato in scena la mattina di sabato 21 maggio, quando il premier Renzi, dal palco del Sociale di Città Alta, ha aperto la campagna referendaria a favore del sì. Davanti a un pubblico di aficionados, una voce solitaria s'è alzata in segno di protesta, mentre fuori, lungo la Corsarola, altri cento manifestanti circa esprimevano il proprio disappunto.
Del contestatore solitario non si è più saputo nulla, almeno fino al 23 maggio. Ovvero quando Massimo Seghezzi, autodefinitosi (sulla propria pagina Facebook) «ribelle presso la Tenaris Dalmine», ha preso in mano carta e penna e ha scritto una lettera a Renzi per chiedergli il «rimborso spese di € 8,50 per il farmaco antinfiammatorio che ho dovuto assumere a causa della sua scarsa propensione alla dialettica democratica». In altre parole: Seghezzi, trascinato fuori dal Teatro Sociale di forza dagli addetti alla sicurezza, deve esser rimasto leggermente anchilosato, cosa che lo ha costretto a recarsi in farmacia per acquistare un antinfiammatorio. E ritenendo Renzi colpevole del suo incidente, ora chiede di essere rimborsato.
Va detto che la lettera scritta dal "ribelle della Tenaris" ha un tono volutamente ironico e sarcastico, sin dall'incipit: «Al presidente del Consiglio (non eletto): Mario Monti, Enrico Letta, Matteo Renzi». 43 anni, sindacalista di base e operaio alla Dalmine, non nasconde le proprie simpatie politiche, dichiarandosi semplicemente «comunista». Raggiunto dal Corriere della Sera Bergamo, Seghezzi spiega: «Renzi è di destra e fa politica spettacolo. Ha liberalizzato il lavoro, ha tagliato l’articolo 18, parla solo di economia e la gente non conta più nulla. Volevo solo contestare, poi per caso ho trovato posto in teatro, e alla prima occasione ho gridato. Ma mi hanno subito portato via. Non sono un terrorista e non volevo fare male a nessuno. Spero che si possa ancora dire quello che si pensa».




Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera scritta dal 43enne al premier e l'immagine della stessa. Le accuse che Seghezzi muove a Renzi, tra il serio e il faceto, sono molto dure e pesanti.
Bergamo, 23 maggio 2016.
Al presidente del Consiglio (non eletto)
Mario Monti
Enrico LettaMatteo Renzi
Oggetto: Rimborso spese
Con la presente sono a richiederle il rimborso spese di € 8,50 per il farmaco antinfiammatorio che ho dovuto assumere a causa della sua scarsa propensione alla dialettica democratica. Sono bastati pochi secondi, dicendo "basta alla politica spettacolo" e per farle presente che lei appartiene politicamente alla destra, che sono sparito, trascinato via da efficienti funzionari di polizia.
Ammetto che, sebbene abbia assistito ben poco alla sua apparizione in Città Alta a Bergamo, ora la sua posizione politica mi è ancora più chiara: lei, in comunicazione, è bravissimo, non c'è che dire.
Ma è maggiormente chiaro anche il perché un personaggio come Berlusconi nutra tanta stima verso di lei e credo che altrettanta stima avrebbe potuto riservarle anche un altro personaggio "sinistro": Pinochet. In fatto di sparizioni e di repressioni del dissenso se ne intendeva alla grande, non le pare?
A proposito di personaggi sinistri (da non confondersi con "di sinistra"), saprà certamente che il suo collega di partito e sindaco di Bergamo, si è detto contrario a togliere nella nostra città la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Altro personaggio che di repressione se ne intendeva alquanto, pensi un po'. Chissà quel perditempo di Gramsci, nelle patrie galere, cosa ne avrebbe pensato!
Resti sereno. Non dirò a nessuno che, questa volta, ho dovuto anticipare io i soldi del medicinale. La prossima volto, non ho dubbi, vi farete trovare certamente pronti a curare gratis ogni dissenziente con il famoso "oil de ricino", versione 2.0, ovviamente.
P.S. Trova allegata copia dello scontrino. Non le mando l'originale, non mi chiamo Enrico Letta.
Arrivederci.
Un rosso saluto.
Massimo Seghezzi
(COMUNISTA)