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Il film da vedere nel weekend Warcraft, dall'epopea videogame

Il film da vedere nel weekend Warcraft, dall'epopea videogame
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Regia: Duncan Jones.
Cast: Travis Fimmel, Paula Patton, Ben Foster, Dominic Cooper, Toby Kebbell, Ben Schnetzer, Robert Kazinsky, Daniel Wu, Ruth Negga, Clancy Brown.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Quando la compagnia di sviluppo Blizzard propose per la prima volta sugli scaffali il suo Warcraft nessuno o quasi si sarebbe aspettato che il franchise avrebbe attirato a sé una schiera di fan tanto numerosa. Dopo diversi sequel, è soprattutto con la versione multiplayer online che la saga ha trovato una propria precisa collocazione commerciale. Checché se ne dica, il caso di World of Warcraft è emblematico di una certa stagione dell’industria dell’intrattenimento videoludico, che era stata salutata con preoccupazione da un certo giornalismo allarmista. La grande capacità del prodotto Blizzard, che è poi uno degli elementi qualificanti che distinguono i videogiochi comuni dalle opere dotate di un proprio carisma e di una elevata capacità di penetrazione nell’immaginario, è stata quella di saper creare un mondo che, per quanto fantasy, aveva una fisionomia coerente e definita e che sembrava vivere autonomamente, con una propria storia e profondità.

 

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Il primo adattamento cinematografico e primo atto di una più elaborata trilogia è stato affidato a Duncan Jones che, dopo aver convinto critica e pubblico con il suo bel film di debutto Moon, ci presenta qui un lavoro sicuramente meno complesso ma ugualmente ben riuscito e visivamente accattivante. La vicenda, come nel più classico dei film fantasy, ruota attorno alla minaccia rappresentata, per il pacifico regno di Azeroth, dall’invasione orchesca del tiranno Gul’dan. Tutto molto semplice, dunque. Ma, oltre all’evidente qualità tecnica della realizzazione, vale la pena di considerare più in dettaglio gli eventi del film, col rischio di accorgersi che non è tutto così immediato. Gli orchi che decidono di invadere il regno degli uomini lo fanno non per pura crudeltà, ma per trovare un nuovo spazio vitale dopo che la dissennata politica di un capo dittatoriale li ha privati della loro terra natia. L’invasione, la battaglia, la gestione della cosa pubblica sono i grandi temi metaforici con cui Jones si confronta all’interno di un film che, anziché appiattirsi sul semplice godimento visivo (comunque centrale), ambisce a illuminare con un nuovo sguardo la realtà contemporanea. Tutte le creature che abitano le terre di Warcraft sono umanoidi o dalle fattezze antropomorfe, così come lo sono i loro comportamenti e i loro vizi. Ogni personaggio ha una motivazione profonda per compiere le sue azioni e, seppur all’interno di una struttura un po’ favolistica, l’immersione nel mondo narrativo è garantita.

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Più ancora di quanto non avvenisse nell’originale versione videoludica è poi la guerra ad occupare un ruolo di primo piano nell’economia del film. Uno scontro che, lungi dall’essere frontale (si veda Il signore degli anelli) si rivela più che mai sfumato. Il bene e il male sono prospettive e, sebbene l’antagonista sia chiaramente identificato, viene dato spazio anche alle ragioni degli invasori, che appaiono molto meno pericolosi e inumani di quanto non ci si sarebbe potuti aspettare. Certo, qualche spettatore avvezzo al genere potrebbe lamentare l’eccessiva linearità della trama o la mancanza di veri colpi di scena. Ma si deve valutare Warcraft anche e soprattutto come il primo elemento di una trilogia ancora di là da venire; considerato come semplice biglietto da visita, il film fa infatti un’impressione ottima.

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