Project Ara, lo smartphone Google che si monta e disfa come un Lego
Il nuovo smartphone su cui Google sta lavorando potrebbe cambiare il mercato della telefonia, proponendo una soluzione completamente personalizzabile dall'utente, fatta di moduli sostituibili a seconda delle esigenze
Le origini del progetto. I primi disegni di Project Ara sono comparsi già alcuni anni fa, scatenando la curiosità degli addetti ai lavori e dando vita ad alcuni mesi di grande fermento. Il progetto mostrava uno smartphone rivoluzionario, assemblato con componenti che gli stessi proprietari potevano comodamente scollegare e sostituire. La struttura era formata da una base universale dotata di connettori e alloggiamenti per tutti i componenti possibili, dallo schermo frontale alla parte posteriore, a cui si collegava la maggior parte dell'hardware. In questo modo, spiegavano gli sviluppatori, chiunque avrebbe potuto comporre il proprio smartphone personalizzato, a seconda delle proprie esigenze di budget e della preferenza su determinate caratteristiche. C'è chi ad esempio non può fare a meno di uno schermo ampio, chi di una fotocamera ad alte prestazioni, chi di una memoria di archiviazione particolarmente capiente.
Verso la fine del 2014, alcuni giornalisti del settore avevano anche avuto la fortuna di provare il primo prototipo, esprimendo giudizi molto positivi, nonostante i molti interrogativi irrisolti. «Si può pensare ad Ara - si leggeva ad esempio su un articolo di Wired - come una sorta di Lego phone. Distinti moduli, ognuno con un proprio scopo, appoggiato a una base e collegato nel suo alloggiamento con magneti particolari».
Come spesso accade, però, lo sviluppo del dispositivo ha incontrato diversi ostacoli sul proprio percorso, costringendo Google a perdere terreno rispetto alla tabella di marcia. Da alcuni mesi si vociferava di un possibile abbandono di Project Ara, non perché ci fossero specifiche dichiarazioni in merito, ma proprio per l'assenza da lungo tempo di novità in proposito da parte dei vertici dell'azienda.
Il rilancio. In occasione dell'evento Google più importante dell'anno, il Google I/O, a sorpresa si è tornato a parlare di Ara, annunciando addirittura come data di rilascio il 2017. Si tratta di fatto del primo telefono che Google abbia mai costruito completamente in casa, a differenza ad esempio dei vari modelli di Nexus distribuiti in questi anni, ma prodotti da altre aziende come LG o Huawei. Le prime dichiarazioni ufficiali hanno per ora ridimensionato le potenzialità del telefono, sembra infatti che almeno nei primi modelli la personalizzazione sarà limitata soltanto ad alcuni componenti. Sono stati però in larga parte fugati i dubbi che riguardavano l'effettivo funzionamento di Ara, al momento utilizzato da diversi ingegneri di Google come smartphone primario.
Un altro segnale incoraggiante è arrivato dal cambio di gerarchie avvenuto nella divisione ATAP (Advanced Technology and Projects), dove sono raccolti i progetti più ambiziosi dell'azienda. Ara adesso gode di una business unit dedicata e supervisionata da Richard Woolridge, direttore operativo di ATAP. Durante un'intervista a The Verge Rafa Camargo, uno dei membri del progetto, ha dato dimostrazioni delle potenzialità del proprio prodotto. Scollegare e collegare nuovi moduli sembra davvero molto semplice, è sufficiente infatti un comando vocale o usare il menù delle impostazioni per rimuovere un componente e collegarne uno differente.
La collaborazione con diversi partner. Sebbene la ricerca e la costruzione di Project Ara siano svolte esclusivamente a Mountain View, Google sta collaborando già da diverso tempo con molti partner per la realizzazione dei singoli moduli. Le principali aziende che fanno parte nel progetto sono Sony, Panasonic, Toshiba, Samsung e TDK, ma ce ne sono molte altre che presto si aggiungeranno alla lista. Uno dei principali problemi che stanno affrontando gli ingegneri è proprio quello di riuscire a coordinare il lavoro di così tanti soggetti per trovare una sorta di equilibrio che porti all'efficenza finale del dispositivo. Entro fine anno tutte queste società saranno maggiormente coinvolte grazie anche alla distribuzione della developer edition di Ara e alla conseguente concessione di ulteriori strumenti, utili ai produttori di terze parti. L'idea di Google è quella di creare un ecosistema a cui chiunque può contribuire, cercando di convincere sempre più aziende a credere in questo progetto e ad investire risorse per il suo ampliamento.
Se tutto andrà secondo i piani della Big G tra qualche anno potremmo trovare in commercio decine di componenti sostituibili quando e come vorremo. Se ci serviranno delle casse migliori o una migliore fotocamera, basterà acquistare un componente più performante e sostituirlo a quello precedente. Ma uno degli aspetti più affascinanti è anche quello che prevede la possibilità di collegare componenti che solitamente non sono presenti negli smartphone comunemente in commercio. Si pensi ad esempio a un mini proiettore, a un pulsante di emergenza che avvisi i nostri cari, a vere e proprie torce o a gadget che possono servire durante l'attività fisica. Non ci resta che aspettare.