La grande rapina in Cile e altri memorabili colpi del secolo
Il 12 agosto, all’aeroporto internazionale di Santiago del Cile, è avvenuto il più grosso colpo della storia del Paese. Otto uomini, travestiti da agenti, sono riusciti ad impossessarsi di un furgone portavalori con circa 10,5 milioni di dollari. Il tutto senza ferire nessuno. Un vero e proprio colpo alla Arsenio Lupin, che entra di diritto nella storia dei furti meglio riusciti al mondo. Ma per quanto scalpore abbia suscitato la notizia, il bottino ottenuto non si può certo ritenere un record dato che in passato, tra gioielli e rapine alle banche, ci sono stati ladri ben più ingegnosi e, soprattutto, in grado di ottenere risultati superiori.
Bernard Madoff, autore della truffa record
L'Hotel Carlton a Cannes, location del furto di gioielli record
Le immagini del deposito di sicurezza di Knightsbridge dopo il colpo di Viccei
Un tipico esempio di assalto alla diligenza
Quando tutto ebbe inizio… L’assalto ai furgoni portavalori non è altro che l’evoluzione degli antichi assalti alle diligenze, ovvero ai treni che portavano, da una parte all’altra dei Paesi, merci e ricchezze. A dare il via a questa moda tanto cara al selvaggio West, furono i quattro fratelli Reno il 6 ottobre 1866. Stanchi dei magri bottini delle rapine a negozi, saloon e istituti di credito dell’America Settentrionale, i fratelli si resero conto che avrebbero potuto dimezzare la fatica attaccando direttamente chi portava merci e soldi alle attività, ovvero le diligenze. Fu così che i quattro uomini decisero di attaccare l’Ohio&Mississippi Express, un treno carico di lingotti d’oro per il valore complessivo di 15 mila dollari, che possono sembrare poci, ma nel 1866 erano un bottino esorbitante. La famosa agenzia d’investigazione privata Pinkerton li smascherò e nel 1868 vennero massacrati in una prigione di New York. Nonostante questo, purtroppo, la moda dell'assalto alle diligenze prese piede.
Il colpo del secolo. C’è chi, agli assalti, ha continuato a preferire le care vecchie rapine nelle banche. Certo, per ottenere una pagina di storia non bastano i colpi in piccoli istituti di provincia, e Valerio Viccei lo sapeva bene quando, il 12 luglio 1987, realizzò “la rapina del secolo”, come la definirono i media (e i tribunali) inglesi. Viccei era conosciuto Oltremanica con il soprannome di “Stallone italiano” per il suo fascino di cui tante donne furono vittime, mentre in Italia era semplicemente “il Lupo”: nasce come piccolo furfantello ma cresce neofascista e terrorista nero. Nel 1987 riuscì nel colpo in cui mai nessuno era riuscito: penetrare nel caveau del deposito di sicurezza di Knightsbridge e svaligiare tutte le cassette di sicurezza per un bottino di oltre 100 milioni di euro (attuali). Un colpo preparato per mesi sin nei minimi dettagli e riuscito alla perfezione, senza alcuno spargimento di sangue.
Gioielli e truffe. Molti criminali continuano però a preferire, al denaro sonante, lo sbarluccichio dei gioielli, soprattutto nell’era moderna, in cui rintracciare una banconota è molto più semplice che in passato. Gli anni 2000 sono stati contraddistinti da almeno dieci furti record di gioielli. Spiccano, sopra tutti, i colpi all’Hotel Carlton di Cannes e quello al Diamond Center di Anversa.
Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 2003, nel quartiere dei diamanti di Anversa (Belgio), un piccolo commando di uomini riuscì a svaligiare l’intero caveau del Diamon Center cittadino. Un colpo incredibile considerando le 10 guardie che erano in servizio, l’allarme, i sensori di movimento e una cassaforte che prevedeva 100 milioni di possibili combinazioni. Nulla da fare, nessuno si accorse di nulla e le cassette di sicurezza vennero completamente svuotate. Un bottino da poco meno di 100 milioni di euro. Gli autori del colpo non sono mai stati smascherati. Ancora più incredibile è il colpo all’Hotel Carlton di Cannes in cui, il 28 luglio del 2013, un uomo incappucciato riuscì ad impossessarsi di una valigetta piena di gioielli, dal valore complessivo di 103 milioni di euro. È la cifra più alta di sempre per un furto, ma mai alta quanto gli oltre 65 miliardi di dollari che è riuscito a ottenere Bernard Madoff grazie alla truffa più imponente della storia. Non sarà una rapina, ma riuscire a derubare, a viso scoperto e col sorriso, migliaia e migliaia di persone, dalla casalinga benestante a Steven Spielberg, merita almeno una menzione. Attraverso il cosiddetto “schema di Ponzi”, l’ex presidente del Nasdaq riuscì ad impossessarsi dei risparmi di moltissimi ricchi americani. Questa truffa è molto semplice: più persone partecipano al meccanismo più si guadagna, i profitti dei vecchi clienti si ripagano con i soldi dei nuovi. E i nuovi clienti si acquisiscono grazie alla voce messa in giro da quelli vecchi. La crisi del 2008 creò il panico e tanti investitori chiesero indietro i propri soldi, che, naturalmente, erano già spariti. Maddoff è stato condannato a 150 anni di galera.
I colpi più strani. Ci sono, infine, ladri che dei soldi o dei gioielli non se ne fanno nulla e hanno così puntato su colpi più… particolari. È il caso degli sconosciuti criminali che hanno portato via da Cheb, cittadina in Repubblica Ceca, un intero ponte ferroviario, 4 tonnellate d’acciaio sparite da un giorno all’altro, tra il dicembre 2007 e il gennaio 2008. I motivi? La polizia ceca suppose un furto “per uso personale”. Francamente stentiamo a crederci. Altrettanto assurdo fu il furto di un’intera spiaggia avvenuto in Giamaica nel luglio del 2008. Tutta la sabbia del resort in costruzione Coral Spring Complex sparì, caricata su oltre 500 camion mai rintracciati. Si è sempre pensato ad un colpo realizzato dai concorrenti dell’impresa turistica che stava realizzando la struttura, ma nessuno è mai stato accusato per assenza di prove. Il 2008 è stato un anno alquanto prolifico per i colpi assurdi, tanto che a Londra, sempre in luglio, fu sottratto, da un acquario cittadino, un raro esemplare di squalo, vivo e vegeto. Il suo valore era di circa 25 mila sterline, certamente inferiore ai bottini di rapine e furti di gioielli di cui abbiamo parlato in precedenza, ma per certi versi ben più complicato nella sua realizzazione. O almeno supponiamo.