I social han cambiato la bellezza (non è più quella aliena delle sfilate)
Quanto è complesso e sfuggente il concetto di bellezza? Si sa, non esiste la bellezza assoluta e cristallizzata. Quando ci mostrano oggi le dive di un secolo fa, rimaniamo basiti: donne rotondette, costumi da bagno imbarazzanti, trucco quasi pagliaccesco. Non dubitiamo quindi che tra qualche anno, quando riguarderemo certe modelle del 2016, talvolta eccessivamente magre e con lo sguardo spento, rimarremo ugualmente scettici. Infatti, dopo parecchi anni senza grandi cambiamenti, alcuni indizi sembrano segnalare una rivoluzione strisciante nei canoni di bellezza del mondo fashion.
Una bellezza irraggiungibile. Ne ha parlato qualche giorno fa Rivista Studio, analizzando i canoni attuali della bellezza nella sua espressione più alta: le passerelle sembrano rimaste «l’unico baluardo del vecchio sistema». L’immaginario, negli ultimi 25 anni, non si è modificato di molto: la bellezza perfetta è rappresentata da donne caucasiche, molto magre e molto giovani, praticamente irraggiungibili per le tante ragazze della porta accanto, magari anche carine, che si ispirano a loro. I nomi sono tanti: da Stella Tennant a Erin O’Connor, da Lily Cole a Mariacarla Boscono, da Daria Werbowy a Agyness Deyn, senza dimenticare Adriana Lima. Volti molto diversi tra loro, ma accomunati dal loro essere decisamente lontani dalla media. Un paradigma particolarmente resistente e difficile da scardinare, rappresentato in passato da dee del calibro di Naomi Campbell, Eva Herzigova, Cristy Turlington, Linda Evangelista e Claudia Schiffer. E non a caso, sottolineano su Rivista Studio, queste modelle hanno sfondato la barriera dell’industria e sono diventati personaggi pop a tutto tondo.
Claudia Schiffer
Naomi Campbell
Agyness Deyn
Daria Werbowy
Mariacarla Boscono
Lily Cole
Erin O’Connor
Stella Tennant
Qualcosa sta cambiando. Anche questo canone quasi aureo sta dando però i primi segni di cedimento. E i social stanno avendo un ruolo fondamentale. Con Instagram e le altre piattaforme, si sono fatte strada le blogger, le it-girl (nel gergo indica una bella e giovane donna alla moda che possiede sex appeal senza ostentare la sua sessualità), le influencer: modelli di riferimento nuovi, freschi, seguiti da migliaia di persone grazie al web. In questo modo, i responsabili dei casting non devono più fare fatica e cercare nella quotidianità i volti nuovi per le passerelle: ormai è sufficiente spulciare Instagram. «Queste persone hanno dei follower, stanno già generando la propria fama», ha spiegato Noah Shelley (direttore di AM casting) al New York. Grazie a questi nuovi fenomeni social, i parametri della bellezza si stanno lentamente riformulando. Lo stesso Shelley ad esempio ha lavorato al casting per la sfilata Primavera Estate 2014 di Rick Owens; ragazze non solo bianche e decisamente non magre.
Dai social alle passerelle. Secondo Shelley, quindi, non ha più senso camminare per le metropoli in cerca di bellezze ancora sconosciute: «È meglio passare qualche ora in più su Internet o su Instagram piuttosto che camminare per ore nella neve». Non sono poche le persone approdate al mondo della moda grazie alla loro attività social: Cameron Dallas ha raggiunto la celebrità grazie a Vine, diventando quindi testimonial di Calvin Klein; Luka Sabbat, «il teenager più fico di internet» (cit. Complex), è comparso nelle pubblicità di Tommy Hilfiger, American Eagle e Hood by Air, nonché sfilato per Yeezy, la linea di moda di Kaney West. O ancora, Lucky Blue Smith, altro modello giovanissimo; l’attrice transgender Hari Nef e la fotografa Petra Collins, entrambe volute da Gucci e poi affermatesi ai massimi livelli; senza dimenticare Gigi Hadid e Kendall Jenner, che nel 2015, come ha scritto Vogue, «sono diventate parte inevitabile della discussione sulla moda. Con il loro passato da reality star e la massiccia presenza sui social media, sono le rappresentati più in vista di una nuova generazione di modelle. Ma sono davvero delle top?». E la risposta potrebbe essere: «È davvero importante che lo siano o meno?».
Ashley Graham
Myla Dalbesio
Kendall Jenner
Gigi Hadid
Hari Nef, la prima modella trans.
Lucky Blue Smith
Luka Sabbat
Cameron Dallas
Un cambiamento lento. Ma non bisogna pensare che ormai le passerelle siano uno specchio fedele della bellezza normale delle persone comuni. Nell’ultima stagione le top con più sfilate alle spalle sono state Lia e Odette Pavlova (71 e 62 sfilate), tutt’altro che innovative nell’aspetto. Ma la questione delle taglie forti, della moda curvy, non potrà essere trascurata ancora per molto. Semplicemente perché un ideale di magrezza troppo distante dalla realtà diventerà progressivamente sempre più anacronistico e astratto. Negli ultimi quattro anni, negli USA gli adolescenti che acquistano taglie forti solo passati dal 19 al 34 percento. Alcuni primi esempi in questo senso ci sono già: Candice Huffine nel calendario Pirelli, Myla Dalbesio testimonial di Calvin Klein, Ashley Graham sulla copertina di Sports Illustrated. E c’è anche un primo modello uomo plus-size di una major, Zach Miko. Insomma, forse il mondo della moda, dopo aver creato un paradigma levigato, estremo, a volte quasi alieno, potrebbe progressivamente riavvicinarsi alla normalità imperfetta delle persone comuni, alla varietà etnica, estetica e corporea di tutti noi.