Gettonati anche Ascanio e Berenice

Che nome date al vostro bambino? Crescono le Adele, crollano i Silvio

Che nome date al vostro bambino? Crescono le Adele, crollano i Silvio
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Lo spirito del tempo, quello che i colti chiamano zeitgeist, si può individuare e comprendere in parte anche attraverso l’analisi della diffusione dei nomi propri di persona. La società cambia e così cambiano le mode, tra le quali quella dei nomi dati ai propri figli ha un posto di primo piano perché, insomma, sceglierli non è mai facile e bisogna farlo nella prospettiva di una vita intera. Per dire, i vari Nathan Falco Briatore, Chanel Totti, Apple Martin, Lourdes Maria (figlia di Madonna), North West (figlia di Kanye e Kim Kardashian), Oceano Elkann e tanti altri avranno di che lamentarsi in futuro coi loro genitori, oppure no, saranno felici dei loro nomi unici e speciali. È chiaro insomma che dare un nome non è mai una scelta banale e può dare un’idea della famiglia e della società in cui una persona è cresciuta.

 

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Di generazione in generazione. Facciamo un discorso generazionale: le persone che oggi hanno 60, 70 anni, difficilmente presentano nomi insoliti, strambi, o semplicemente stranieri. Nati negli anni del secondo dopoguerra, sono stati chiamati con nomi classicissimi: Giuseppe, Giovanni, Maria, Carlo, Antonio e via dicendo. Progressivamente la moda è cambiata, la tv e il cinema hanno dato un impulso non indifferente: negli anni Ottanta e Novanta sono si sono diffusi nomi stranieri prima del tutto assenti, spesso ad imitazione dei divi: Michael, Jessica, Jennifer eccetera. Questa tendenza ad emulare i personaggi più noti attraverso il nome funziona anche al contrario: qualcuno di voi conosce un Benito o un Adolfo? (In realtà ne sono nati rispettivamente 20 e 5 nel 2014).

Il Post ha analizzato alcuni nomi specifici per studiare questa tendenza. Prendendo in esame il periodo 1999-2014, grazie ai dati Istat, ne emerso un andamento chiaro: Justin da 9 a 74 attestazioni, Arya (dal Trono di Spade) da assente a 21, Chanel da meno di 5 a 182, Lapo da 65 a 141, Adele da 216 a 1374, Malika da 11 a 46, Nathan da 18 a 498; al contrario Silvio è andato diminuendo, da 155 a 69, Morgan è salito da 42 a 133 (2008) per poi crollare e tornare a 46. Insomma, l’onomastica risponde molto rapidamente alla fama o meno di certi vip.

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L’onomastica oggi. Quindi, quali sono i nomi più gettonati dai genitori in questi anni? L’Istat ha messo a disposizione la statistica dal 1999 al 2014. Guardando all’ultimo anno a disposizione, troviamo confermata la grande diffusione tra i maschietti di Francesco, che dal 2001 conserva la posizione numero 1 in classifica. Nel 2013 il nome ha superato nuovamente le 10mila attestazioni, dopo un periodo di calo durato 4 anni; non fatichiamo a individuare il motivo di tale rinnovata popolarità. Bergoglio è infatti salito al soglio pontificio proprio in quell’anno. In ambito femminile primeggia il bellissimo nome Sofia (deriva dal greco Sophìa e significa sapienza), in testa dal 2010. Il regno di Giulia è durato parecchio, dal 2003 al 2009. In precedenza c’era stata una certa variazione: nel 2002 Martina, nel 2001 Sara, l’anno prima Alessia, nel ’99 ancora Martina.

Ecco le top ten del 2014.

Maschi: 1. Francesco, 2. Alessandro, 3. Matteo, 4. Andrea, 5. Lorenzo, 6. Gabriele, 7. Mattia, 8. Riccardo, 9. Davide, 10. Luca.

Femmine: 1. Sofia, 2. Giulia, 3. Aurora, 4. Giorgia, 5. Martina, 6. Emma, 7. Greta, 8. Chiara, 9. Sara, 10. Alice.

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Nomi curiosi. Si sa, spesso coi nomi i genitori vogliono sbizzarrirsi e trovare quello originale e insolito. Come fa notare Il Sole 24 Ore, nel 2014 è andato molto bene Ascanio, nome storico e mitologico, ma certamente non popolare: ne sono nati ben 86. 5 bambine sono state battezzate Italia; 8 coppie colte hanno scelto Berenice; cinque amanti della storia hanno optato per Ottone; 16 famiglie molto credenti hanno accolto un piccolo Mosè. E poi un grande segno dei tempi: le migrazioni. L’Istat segnala infatti ben 333 Mohamed, 119 Ahmed e chissà quanti altri bimbi di cultura araba nati nel Paese nel 2014.

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