Dal master all'albo

Giurisprudenza, cosa fare dopo Mini guida alle carriere possibili

Giurisprudenza, cosa fare dopo Mini guida alle carriere possibili
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La laurea in giurisprudenza è senza ombra di dubbio una delle più interessanti che ci siano su piazza, in quanto consente di abbracciare numerose specializzazioni e di intraprendere varie professioni. Questo percorso didattico, però, è anche fra i più difficili e impegnativi che si possano scegliere: il corso didattico è ricco di materie complesse, il cui scopo è ovviamente preparare il futuro avvocato o notaio ad affrontare argomenti molto spinosi e cause legali decisamente combattute. Non deve dunque sorprendere che il percorso in giurisprudenza sia lungo ed includa tanto la necessaria specializzazione quanto, a seguire, un master che possa permettere al giovane di entrare in possesso delle necessarie conoscenze pratiche per svolgere questa professione. Vediamo dunque cosa dovrete fare per sbarcare sul mondo del lavoro dopo aver conseguito una laurea in giurisprudenza.

 

 

L'importanza del master e del praticantato. Innanzitutto, come sicuramente saprete, per iscrivervi all'albo professionale degli avvocati dovrete aver svolto un periodo di praticantato di almeno 2 anni presso uno studio legale riconosciuto dall'ordine. Non si tratta certo di una missione facile, molto spesso è un'impresa ardua trovare uno studio che vi accolga sotto la sua ala, che vi faccia crescere e che vi insegni tutto ciò che c'è da sapere per muoversi con agilità fra pratiche, scartoffie e aule. Quando poi lo troverete, sarete costretti a sacrificare la vostra vita sociale per passare ore ed ore al servizio del titolare. Stiamo parlando di un percorso professionale molto stimolante, ma che al tempo stesso che porterà via tantissimo tempo, è pertanto raccomandabile un'ottimizzazione dei tempi di laurea. Il nostro consiglio è di orientarvi verso un master in diritto amministrativo presso un ateneo online, anch’esso riconosciuto dal Miur: così facendo, avrete la possibilità di studiare velocizzando i tempi e di sfruttare i momenti morti per cercare uno studio legale che vi accolga per l'obbligatorio apprendistato.

Professione avvocato: come fare. Una volta che sarete riusciti a trovare uno studio che vi permetta di svolgere il lungo praticantato di due anni (o di uno se siete iscritti alla specialistica), dovrete pensare a cosa fare 'da grandi'. Da questo punto di vista, una delle professioni più ricercate da chi si laurea in giurisprudenza è ovviamente l'avvocato: per diventarlo, dovrete superare un esame di stato composto da quattro prove scritte, su materie quali diritto civile e penale, e una prova orale che verterà anche su altre materie, quali la deontologia forense. Un percorso tutt'altro che semplice ma obbligatorio per l'avvocatura.

 

 

Cosa bisogna fare per diventare notaio. La prima cosa che dovrete fare sarà pagare l'iscrizione al Collegio Notarile e ottenere il permesso di formarvi tramite il praticantato in uno studio di un notaio, che dovrà avere una durata minima di 18 mesi. Una volta superati indenni questo periodo di apprendistato, potrete iscrivervi all'esame ufficiale, che sarà composto da una prova orale ed una prova scritta. Prima di poterlo svolgere, però, dovrete superare le selezioni, compilando un questionario online composto da 35 domande da completare in 70 minuti. Come potete intuire, anche il percorso notarile non è all'acqua di rose.

Come diventare magistrato. Parliamo della massima ambizione per chi consegue una laurea in giurisprudenza. Diventare magistrati è molto complesso, in quanto, oltre a richiedere delle innate doti di coraggio e di abnegazione, include anche il passaggio di un concorso molto duro, che non può essere ripetuto per più di 3 volte. L'esame comporta la scrittura di 3 tesi su diritto penale, civile e amministrativo, seguite da una prova orale. E vi si può accedere solo dopo aver svolto il praticantato di 2 anni presso la Corte d'Appello, come uditori giudiziari.

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