Coinvolte altre 14 aziende

Un caffè decisamente salato Maxi multa alla Ivs di Seriate

Un caffè decisamente salato Maxi multa alla Ivs di Seriate
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103,4 milioni di euro. A tanto ammonta l'importo complessivo delle sanzioni comminata dall'Antitrust a 15 aziende del settore distribuzione di snack e caffè. Una multa salatissima, dove il conto più alto è toccato alla bergamasca Ivs, società leader di settore con sede a Seriate, la quale s'è vista recapitare una sanzione di ben 31,9 milioni di euro. I vertici, però, non ci stanno e fanno sapere che, convinti della correttezza del proprio operato, ricorreranno al Tar. Oltre a Ivs, le altre coinvolte sono il gruppo Argenta; la Daem, o meglio le sue controllate Molinari, Dist.Illy, Aromi, Dolomatic e la Govi del gruppo Buonristoro; Ge.s.a.; gruppo Illiria; Liomatic; Ovdamatic; Sogeda; Sellmat; Serim; Supermatic e l'organizzazione di categoria Confida.

 

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Il motivo di questi 100 milioni e passa di multa è semplice: secondo l'Antitrust, queste aziende avrebbero dato vita a un'intesa anticoncorrenziale. In altre parole, dal 2010 al 2014 (almeno), le società multate si sarebbero messe d'accordo per mantenere stabili le rispettive quote di mercato, mantenendo alti i prezzi e preservando la redditività delle imprese. Le 15 aziende, dunque, si sarebbero ripartite il mercato e la clientela, controllando i prezzi di vendita affinché a rimetterci fossero solo i clienti, costretti a rifornirsi in un mercato non lasciato in mano alla libera concorrenza ma "guidato" e controllato dalle suddette. In una nota, il Garante spiega: Le imprese di gestione parti del procedimento si definivano reciprocamente "concorrenti amici", astenendosi dal presentare offerte l'una ai clienti dell'altra anche in occasione di gare, per effetto di un "patto di non belligeranza". L'intesa prevedeva un meccanismo di compensazione per restituire ai "concorrenti amici" clienti di valore equivalente (in termini di erogazioni) a quelli eventualmente sottratti nell'ambito dell'attività commerciale di ciascuna impresa».

Dietro a questa intesa, operava, sempre secondo l'accusa, l'associazione di categoria Confida, il quale compito era quello di frenare le condotte aggressive di prezzo in occasione di eventi esterni, come ad esempio l'aumento dell'Iva dal 4% al 10%. Anche Confida, come Ivs, ha già annunciato l'intenzione di presentare ricorso al Tar contro la sanzione. Va detto che, a fronte della sanzione e come riportato il 14 giugno da L'Eco di Bergamo, Ivs ha già effettuato un accantonamento di 28,5 milioni nel bilancio 2015, ovvero una quota pari al 10% circa del fatturato 2014 della società. Ma la sanzione è stata calcolata sul consolidato e, per questo motivo, è risultata superiore alla cifra accantonata. Nonostante la multa fosse stata messa in conto, l'azienda di Seriate ritiene che l'Antitrust non abbia valutato le modalità di funzionamento del settore. Ad esempio: nel mercato del vending, un punto chiave è la cosiddetta "logistica di prossimità", che significa semplicemente che il mercato di riferimento delle singole aziende è soprattutto locale, mentre l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato lo considera nazionale. Di conseguenza, l'Antitrust considera anticoncorrenziali quegli accordi tra operatori che, non potendo coprire direttamente tutta l'Italia, collaborano e si accordano tra loro per ottimizzare i costi.

 

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Ivs, però, fa due ulteriori precisazioni: innanzitutto ritiene insensato il fatto che l'accusa ritenga prova di accordo anti competitivi il trasferimento sui clienti dell'aumento dell'Iva dal 4% al 10%, visto che l'Iva è un'imposta sui consumi e non sull'attività delle singole azienda; ma soprattutto la società di Seriate sottolinea come il mercato nazionale del vending sia molto frammentato, composto da oltre 3.500 operatori su tutto il territorio italiano, e che quindi è molto difficile pensare che "solo" 15 aziende, che operano inoltre in zone diverse d'Italia, possano aver dato vita a un cartello in grado di influire sul mercato. Anche perché, le 15 società sanzionate, insieme non raggiungono il 30% del settore.

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