La presentazione del nuovo mister

Percassi lancia Gasperini «È uno che mi assomiglia»

Percassi lancia Gasperini «È uno che mi assomiglia»
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Quasi un’ora di conferenza stampa, tanti temi toccati e un concetto ribadito a più riprese sia dal tecnico che dal presidente: vogliamo migliorare e dare soddisfazione alla nostra gente. Perché «la salvezza è l’obiettivo principale ma c’è modo e modo di raggiungerla». È stato presentato nella sala conferenze del centro Bortolotti di Zingonia il nuovo allenatore nerazzurro Gian Piero Gasperini, grandi sorrisi e tanti buoni propositi per una stagione che inizierà ufficialmente a inizio luglio ma che, di fatto, è già partita.

 

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«È una giornata importante per la nostra società – ha attaccato il presidente Percassi - , vorrei subito ringraziare Edy Reja che è una persona seria e un grande professionista. Saluto subito mister Gasperini, il campo e i risultati parlano per lui ed è un allenatore in cui abbiamo grande fiducia e stima. Pensiamo che sia un valore aggiunto per noi, vogliamo crescere e diventare sempre più importanti, il nostro obiettivo era portarlo qui e convincerlo a sposare l’Atalanta: Sartori e mio figlio Luca hanno fatto un lavoro importante, siamo felicissimi. Maran? Abbiamo capito che era inutile andare avanti, quando Campedelli ci ha detto che non c’era possibilità di ingaggiarlo ci siamo tolti dalla corsa. Gasperini mi assomiglia come spirito, siamo abituati ad attaccare e vogliamo crescere, ma alla base servono umiltà, semplicità e serietà e non dimentichiamo mai che per noi i conti devono sempre essere in ordine. Abbiamo investito su un mister importante, abbiamo spinto tutti e siamo contenti di aver centrato questo obiettivo».

 

 

Sorridente e carico, il tecnico di Grugliasco ha preso la parola e si è poi prestato anche alle domande dei giornalisti con grande disponibilità. «Ringrazio il presidente, la famiglia e la società. Ho grandi motivazioni, chiudo una lunga esperienza a Genova e penso che ripartire dall’Atalanta sia la condizione migliore per me per fare qualcosa di buono. Voglio portare le mie conoscenze e le mie capacità per dare soddisfazione a chi ha puntato su di me. Per convincermi è bastato il primo incontro, l’Atalanta è una realtà seria e ben gestita. C’è un ambiente entusiasta e ci sono tutte le condizioni per fare bel calcio e ottenere risultati: il resto lo faremo in campo. Inizieremo presto, vogliamo dare felicità a città e tifosi».

Mister, partiamo subito forte: ha la sensazione di essere una seconda scelta? E cosa ne pensa di Paloschi?

«Devo dire che ho avuto sempre la sensazione di grande fiducia dal presidente, questo conta più di tutto. È normale che ci siano state tante situazioni, molte valutazioni. Adesso però conta il presente e questa piazza è la migliore per lavorare. In merito a Paloschi adesso non è il momento di parlare del mercato, parliamo di quello che c’è e cerchiamo di crescere e di andare sempre avanti. Con la società non ci sono stati contatti in precedenza e a campionato in corso; quando si sono verificati abbiamo chiuso in poco tempo”. Una conferma in tal senso è arrivata anche da Percassi: «Per noi è stato impossibile contattarlo in anticipo, non pensavamo che venisse liberato. Ma appena Preziosi ha dato l'ok ci siamo mossi velocemente e siamo contenti del risultato. Se fosse stato disponibile avremmo puntato subito su di lui».

Rosa, centro sportivo di Zingonia e ritiro di Rovetta: quali sono le sue prime impressioni?

«La squadra è consolidata e c’è un bel gruppo di giocatori. L’obiettivo è quello di migliorare e valorizzare più possibile chi c’è. La società farà le sue scelte, però dobbiamo ragionare sui giocatori che ci sono e comunque di mercato parleremo tra di noi senza che trapeli nulla all’esterno. All’Atalanta ho trovato strutture di primissimo livello, di cui anche squadre molto importanti non dispongono. Credo ci sia il meglio per lavorare al top».

Si dice di lei che sia un integralista del modulo...

«A volte si creano queste dicerie, ma non penso che sia così, oggi nel calcio si gioca con molti moduli e molte tattiche. Nel nostro campionato è così, credo di avere anche la caratteristica di adattarmi, ma ovviamente cercherò di portare il mio gioco e voglio provare a metterlo in pratica anche qui. A Genova nell’ultimo campionato sono sceso in campo con il 3-5-2, il 3-4-1-2 e anche il 3-4-3. Dipende dalle situazioni».

Vedremo gioco spumeggiante, magari subendo qualche gol in più, ma sempre votato all’attacco?

«Fare un buon calcio è sempre stato un obiettivo per me, però bisogna anche essere efficaci e quindi fare punti. Se ci sono riconoscimenti tra la gente, significa che abbiamo fatto punti e bel gioco. Vengo a Bergamo con umiltà, devo essere io a conquistare la gente e il pubblico, voglio che i tifosi si riconoscano nell’identità della squadra. A volte giocheremo bene, altre giocheremo male, ma alla fine sono i risultati che contano. Sempre. Nel calcio c’è la passione di migliaia di persone e questa passione è importantissima. La festa che mi hanno fatto a Genova è stata bella perché spontanea, nata su internet e Facebook. Lo ritengo un punto di partenza, mi porto dietro quell’affetto e devo cercare di fare bene anche qui».

Obiettivo salvezza e moduli: quale è il suo pensiero?

«L’obiettivo è la salvezza, ma c’è modo e modo di ottenerla. Un po’ tutti, a parte 7-8 squadre, puntano a restare in serie A e, a turno, l’anno scorso molte squadre hanno passato momenti difficili. Nel tempo, mi auguro che una società come l'Atalanta possa competere un po’ più in alto. Parlando di moduli, io amo giocare con la difesa a 3 e con 3 giocatori offensivi. Mi è capitato di applicare anche il 3-5-2 per una serie di motivi, quindi non sono dogmatico. Però voglio una squadra duttile, che sappia adattarsi alla partita e all’avversario. Sugli uomini dico solo questo: la fortuna che abbiamo è quella di una società molto attiva, siamo presenti e attenti al mercato. Fino a quando un giocatore è qui, per me è il migliore: fino al 31 agosto tutto è in evoluzione, però sono sereno».

Che errori non vuole ripetere lavorando lontano da Genova?

«Ho avuto una carriera lunga nel settore giovanile e poi in serie C, a Genova è andata bene e poi all’Inter ho subito uno stop con poco tempo per lavorare. Poi ancora sono stato a Palermo e sono ripartito da Genova: questa seconda esperienza non era facile. Credo che l’Atalanta sia importante per me per togliermi tante soddisfazioni, è una motivazione forte».

Che ci dice di Pinilla?

«Che è un giocatore forte: con me ha fatto 12 partite e qualche gol importante. Poi è venuto a Bergamo perché aveva bisogno di spazio: ha giocato 22 partite e credo che l'Atalanta lì davanti abbia bisogno di continuità. A prescindere da tutto, ne parleremo e vedremo anche lui cosa vorrà fare. In attacco servono più giocatori competitivi, e credo che da nessuna parte ci sia uno che gioca sempre».

Facciamo qualche nome: Bertolacci, Niang, Suso...

«Sono rimasto affezionato a tutti i giocatori, ma sono cose di cui può parlare Sartori»

Il direttore tecnico interviene e spiega: «Quando si legge di trattative in corso, a volte sono già concluse, altre non sono ancora iniziate. Quei tre giocatori sono importanti e il Milan è un po’ bloccato per via delle vicende societarie: non possiamo nemmeno interloquire. Il mister è appena arrivato e ci siamo messi subito al lavoro e prima di tutto valutiamo quelli che abbiamo. Abbiamo una rosa valida che completeremo, del mercato parliamo più avanti. Paloschi? È un giocatore che piace, da qui a dire che è chiusa siamo lontani».

 

 

Parliamo degli ultras: a Genova c’è stato qualche problema, qui c’è un ambiente particolare. Per lei è un motivo di preoccupazione?

«Non è assolutamente una preoccupazione, in quel momento ci fu un problema, ma alla fine ci siamo ricompattati. Siamo stati insieme molti anni, ci si conosceva un po’ tutti e alla fine l’ambiente si è coeso e ha aiutato la squadra. Bergamo è simile a Genova, c’è grande affetto e attaccamento alla squadra: è un valore importante che va alimentato con equilibrio e sempre in un clima favorevole. Ci sono momenti di critica e altri ottimi, ma la tifoseria deve essere uno stimolo per tutti».

Dove può migliorare l’Atalanta?

«Oggi facciamo un punto sulla rosa che abbiamo, mi piace recuperare giocatori che magari arrivano da una stagione difficile e puntare sui giovani. Quindi valuto chi c’è, cercherò di farlo con le caratteristiche che ho io e punto ad avere una squadra efficace. Vorrei avere una squadra che si identifica con i tifosi e l’ambiente, capace di lottare fino alla fine e di cercare di ottenere il massimo, con coraggio. Questo è l’obiettivo, aspettiamo ancora qualche settimana ma fosse per me partirei prima. Diamanti e Borriello sono in scadenza, quindi saranno fatte le opportune valutazioni».

Che ci dice della nuova serie A?

«Se il campionato scorso è stato equilibrato, il prossimo me lo aspetto ancora di più. Il Cagliari si sta muovendo bene ed è una squadra abituata a giocare nel massimo campionato, il Pescara va un po’ su e giù, ma lì ho giocato e conosco l’ambiente: faranno bene anche in serie A. Servono ancora più coraggio, forza e determinazione. Sarà dura».

Chiudiamo con qualche curiosità: dicono che lei sia un martello, che sia attentissimo a quanto si dice e si scrive e che ogni centravanti che lavora con lei si trasforma in oro...

«I centravanti che segnano sempre lasciano trasparire capacità ma anche fortuna, ho sempre allenato grandi giocatori e avuto buoni spogliatoi. In tanti anni qualcosa può essere capitato, ma ho sempre chiarito le cose con tutti e non ho avuto problemi. Sulla stampa, confesso che leggo molto ma non proprio tutto e, per dirla in battuta, leggo solo le cose positive. Le critiche a volte sono costruttive, ma spero sempre ce ne siano poche».

Il nuovo staff tecnico dell’Atalanta sarà così composto. Allenatore: GianPiero Gasperini; allenatore in seconda: Tullio Gritti; preparatore dei portieri: Massimo Biffi; collaboratore tecnico: Mauro Fumagalli; preparatore Atletico: Domenico Borelli; preparatore atletico e analisi video: Luca Trucchi; preparatore Atletico e recupero infortunati: Francesco Vaccariello; preparatore atletico: Andrea Riboli. Rispetto allo scorso anno, lasciano l’Atalanta Sergio Porrini (seguirà Reja nella prossima avventura) e Alberto Bollini che vuole allenare una prima squadra.

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