Che cosa ha detto Percassi su Gasp, i giovani e Corti

Che cosa ha detto Percassi su Gasp, i giovani e Corti
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I retroscena su Maran e Gasperini, l’investimento su Paloschi, la cessione di de Roon e la filosofia della nuova guida tecnica. E ancora gli scudetti dei giovani, i prossimi passi sul mercato e la grana Corti che si è risolta (per ora) con il licenziamento del capo dell’area scouting nerazzurra. Ben 50 giorni dalla fine del campionato e quando all’inizio della nuova stagione mancano solo poche ore, torna a parlare il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi sulle colonne de L’Eco di Bergamo.

Tanti i temi toccati dal numero uno orobico, fiducia ed entusiasmo per Gasperini e dettagli importanti sulla situazione della Dea. Dai 25 milioni investiti nel vivaio al primo bilancio del mercato: la partenza del centrocampista olandese per l’Inghilterra non è ancora ufficiale ma ormai ci siamo e grazie a quei soldi non ci sarà bisogno di fare necessariamente altre cessioni. Piccolo particolare: tra le righe si capisce che sia l’arrivo di Paloschi che la cessione di de Roon sono operazioni che il nuovo allenatore ha avallato al 100 percento.

 

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Maran e Gasperini: ecco come sono andate le cose. «L’Atalanta ha una politica fatta di chiarezza e trasparenza – dichiara Percassi – e ci teniamo molto perché vogliamo che anche le altre società facciano altrettanto con noi. Abbiamo parlato con Maran, il Chievo aveva altre opzioni, ma quando è stato chiaro che non c’erano per loro alternative e quindi non lo avrebbero liberato abbiamo pensato ad altro. E da questo punto di vista, la cena da Vittorio con Preziosi è stata determinante».

Le trattative di mercato spesso nascono e subiscono accelerate quasi casualmente. «Con il presidente del Genoa, a gennaio, eravamo d’accordo che ci saremmo visti per una cena da Vittorio. Lui ci teneva, ne abbiamo parlato quando abbiamo trattato Gakpè. L’abbiamo organizzata e durante la serata Preziosi ci ha spiazzato. Parlavamo dell’allenatore e lui ci ha chiesto perché non prendevamo Gasperini: «Ho già fatto Juric», ha concluso. Non ci sembrava vero, abbiamo approfondito e abbiamo chiuso. Era la scelta migliore da subito, ma anche lui non era libero, aveva un contratto con il Genoa». Dunque, i buoni rapporti con il Grifone hanno prima permesso di sbloccare la trattativa e poi agevolato l’attesa di qualche giorno che aveva irritato l’ambiente ma che era semplicemente un favore dell’Atalanta a Preziosi.

 

Kessiè

 

Il nuovo corso, i giovani e la voglia di attaccare. In molti passaggi dell’intervista, il presidente atalantino lascia trasparire piena soddisfazione per l’arrivo di Gasperini. «Quando lo sento parlare, mi sembra di sognare. Parla di attaccare, di grande intensità, di scelte che saranno dettate solo dal campo e senza considerare la carta d’identità. Sono gli stessi concetti che ho sempre espresso io, diamogli tempo di lavorare in ritiro e in agosto faremo un bilancio per capire cosa manca ancora a questa squadra». Intanto il nuovo centravanti è arrivato e de Roon saluta. «Abbiamo chiesto il gradimento del mister, ci ha detto di chiudere subito. Paloschi è un investimento importante e pensiamo di essere a posto con il centravanti per qualche anno. La partenza di de Roon mi dispiace, ma l’Atalanta a certe cifre ha il dovere morale di vendere».

E le prossime mosse? «Aspettiamo e vediamo. Adesso non abbiamo necessità di vendere, con l’affare de Roon si ripaga Paloschi e in parte abbiamo anche fondi per la stagione: l’Atalanta deve autofinanziarsi e costa 1 milione al mese. Gomez è incedibile, Iturbe fuori portata e anche Sportiello è un ragazzo di grande valore, ma il mercato è bloccato e sono felice se resta perché offre ampie garanzie. Gasperini ci ha detto “vietato cedere Kessie e nessuna fretta di mandare a giocare Gagliardini, Caldara e Suagher perché prima voglio vederli”. Questo certifica la sua grande esperienza nei vivai, è un piacere sentirlo parlare e per una realtà come la nostra è l’uomo giusto».

 

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Gli scudetti dei giovani e il successo dei Camp. Il passato, il presente e il futuro dell’Atalanta sono legati a doppio filo alle fortune del settore giovanile e questa stagione sono arrivati due scudetti che hanno riempito d’orgoglio il numero 1 orobico. «Ero all’estero per lavoro e ho visto la finale Allievi registrata. Per scaramanzia ho fatto la stessa cosa con i Giovanissimi: eravamo a cena con Reja, Luca e Sartori e abbiamo festeggiato insieme. Sono contentissimo, dal nostro arrivo nel 2010 abbiamo investito 25 milioni di euro (strutture escluse) nel vivaio: voglio ringraziare tutti, partendo da Costanzi che è il nuovo Favini. Conosco bene Mino, lo portai nel 1990 su consiglio di Previtali: oggi servono più persone, Costanzi che è nel mondo e Finardi sul campo. Loro con tutti quelli che lavorano nel settore giovanile sono importanti».

E i Camp? «Gli Atalanta Camp quest’anno sono stati un successo che non ci aspettavamo. I numeri aggiornati parlano di 2600 iscritti, è un dato molto importante perché indica quanto siamo legati al territorio. Siamo rimasti molto stupiti». Le settimane di lavoro con gli allenatori del settore giovanile l’Atalanta le propone da parecchi anni, all’inizio erano solo un centinaio i partecipanti ma nel tempo il bacino d’utenza è aumentato e questo significa che i genitori si fidano dell’Atalanta per far divertire e far crescere un po’ i loro figli.

 

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L’addio a Corti, i 45 punti e il notaio. L’unica spina di tutta l’intervista riguarda Beppe Corti, l’ormai ex responsabile dell’area scouting. «Corti è stato licenziato, non c’è molto da aggiungere», le parole di Percassi. Nelle scorse settimane, da Palermo rimbalzò la voce che Zamparini con Foschi e proprio Corti stesse organizzando il mercato del Palermo. Questa sorta di “tradimento” fece molto arrabbiare i dirigenti orobici soprattutto perché a gennaio lo stesso capo scout di Colognola aveva firmato un contratto tre anni più due di opzione. Già alla presentazione di Gasperini il presidente fu durissimo («non parlo di dipendenti che lavorano per altre società», disse) e la sensazione che la situazione sia ancora decisamente complicata rimane.

Tornando all’attualità, Percassi ha svelato un paio di curiosità niente male. «I 45 punti di Reja dell’anno scorso li firmerei subito, per i prossimi 10 anni. Anzi, andrei pure subito dal notaio. Per noi sarebbero come 10 scudetti. Speriamo di chiudere presto il discorso salvezza, non si può mai stare tranquilli i serie A, ma mi piacerebbe fare una bella stagione e magari veder anche esordire uno dei ragazzi del ’99 che hanno appena vinto lo scudetto. Sono giovani, ma io a 17 già mi allenavo con la prima squadra e ho imparato tantissimo. E poi uno come Scirea, non dimentichiamolo, è stato scoperto in precampionato».

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