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Il film da vedere nel weekend It follows, horror e sesso

Il film da vedere nel weekend It follows, horror e sesso
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Regia: David Robert Mitchell.
Cast: Maika Monroe, Keir Gilchrist, Jake Weary, Olivia Luccardi, Daniel Zovatto, Lili Sepe, Linda Boston, Heather Fairbanks, Ruby Harris, Bailey Spry, Debbie Williams, Christopher Hohman, Aldante Foster.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

 

Il sesso è stato a lungo uno dei grandi tabù della società occidentale. È evidente che oggi non è più così, ma l’aria di misteriosa ansietà che vi si è creata attorno stenta ancora a perdere il proprio mordente. Il che, fra l’altro, non è per forza un male. Il sesso fa ancora paura, è un regno misterioso e un punto di passaggio atteso ma al tempo stesso guardato con sospetto dai giovani. Soprattutto a partire dagli anni Ottanta, poi, la diffusione del virus dell’HIV ha creato una vera e propria paranoia collettiva che ha a lungo condizionato i comportamenti nei confronti della sessualità e dell’educazione sessuale dei giovani. Il trapasso generazionale si è ormai consumato e in linea di massima gli adolescenti sono oggi molto più informati e consapevoli di sé. Tuttavia il binomio sesso-terrore non si è ancora sciolto e il cinema, abilissimo nel mettere in immagine ansie e sogni della società, lo sa molto bene.

 

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L’arrivo in sala di It follows, horror firmato da David R. Mitchell (alla sua prima prova nel genere), non fa che confermarcelo. Sullo sfondo di una morte misteriosa, la protagonista Jay esce con un ragazzo per andare al cinema. In sala il suo compagno si spaventa dopo aver notato una donna inquietante, che la ragazza però non riesce a vedere. La sera stessa, dopo aver fatto l’amore, Jay viene narcotizzata e legata; in questa assurda situazione il ragazzo le spiegherà di avergli passato “qualcosa” che anche a lui era stato trasmesso. È l’inizio di un vero e proprio incubo.

Il pronome it (lo sa bene Stephen King) è usato in inglese per riferirsi a oggetti, entità non umane. La sua presenza nel titolo ci introduce già ad un clima di suspense che ci accompagnerà (caso raro e fortunato) per tutto il resto del film. La morte della prima ragazza, che apre la pellicola, è inspiegabile e ci appare del tutto senza motivo. Cos’è questo it? Da dove arriva? Qual è il suo ruolo e quanto è pericoloso? Sono queste le domande che si affacciano durante la visione, mentre vediamo Jay contrarre suo malgrado questa sorta di morbo. L’idea del contagio, della malattia che si trasmette per via sessuale, è vecchia, si dirà. Forse, ma in un momento in cui tutto appare già scritto, visto e studiato, vale ancora la pena di meravigliarsi quando un tema apparentemente stantio viene rivitalizzato e trattato con intelligenza come nel caso di It follows.

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Mitchell è abilissimo, in questo caso, nel confezionare una pellicola dove la grammatica della paura sembra risultare da una miscela attenta e consapevole di diversi ingredienti la cui derivazione è palese solo dopo ripetute visioni. C’è qualcosa dello zombie di romeriana memoria, così come delle atmosfere sospese e perturbanti di tanti titoli orientali. E poi, soprattutto, un costante riferimento a problemi tipici di un modo di vivere la sessualità che è quello dell’Occidente e degli Stati Uniti in particolare. Insomma, un mix rischioso ma in questo caso ben riuscito. A ciò concorrono anche i personaggi che, per quanto rimangano assolutamente all’interno di stereotipi già ben conosciuti, risultano accattivanti per il buon lavoro di caratterizzazione delle psicologie.

I climax narrativi si svolgono (quasi) tutti in ambienti aperti, desolati, in ore notturne dove la città si spopola e diventa luogo di terrore. Parcheggi, sale cinematografiche, giardini, tutto si trasfigura come contaminato a sua volta dalla presenza strisciante e inesorabile di questo it. Un morbo contemporaneo, che si aggira sottopelle all’interno di una società che si vuole anestetizzata e iper-protetta ma che, alla fine, si scopre come sempre vulnerabile, soprattutto dall’interno.

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