Quelli che domenica ci han creduto fino all'ultimissimo minuto (tutti)
È successo di tutto, è stata una serata emozionante e la delusione per la sconfitta è finita nel calderone bollente di 99 minuti vissuti con l’adrenalina a mille. Atalanta–Lazio, gara d’esordio dei nerazzurri nel campionato di serie A 2016/2017, non è stata una partita normale. Anzi, definirla pirotecnica sembra perfino riduttivo. Lo è stata in campo ma anche sugli spalti, i tifosi non si sono certamente annoiati e la curiosità di vedere la prossima è già ai massimi livelli.
Il clima: serata perfetta e bella coreografia. Nonostante l’esordio il 21 agosto, Bergamo saluta la stagione numero 56 della Dea in serie A con il cielo terso e la brezza di fine estate a rinfrescare l’atmosfera. Sugli spalti oltre ai 10.489 abbonati (aumenteranno di certo, la società ha riaperto la campagna abbonamenti e da domani 23 agosto sarà possibile sottoscrivere tessere annuali per 18 partite) c’erano anche oltre 4.200 paganti che hanno colorato di nerazzurro quasi tutto l’impianto di Viale Giulio Cesare. Prima del fischio d’inizio, sul tabellone dello stadio è stata mostrata un’immagine di Andrea Pala, tifoso scomparso il 14 agosto ricordato anche da uno striscione in Curva Pisani e da un mazzo di fiori deposto dal capitano Raimondi che è stato consegnato a fine gara alla moglie Michela.
Il saluto della Curva Pisani al nuovo campionato è stato luccicante, migliaia di cartoncini argentati sono stati esposti all’ingresso delle squadre e al centro campeggiava lo striscione “Insieme da Sempre, Insieme per Sempre” che era stato preparato per i funerali dei due amici Spaka e Biofa a inizio luglio e che racchiude un po’ il senso più completo del sentimento che lega i ragazzi della Nord ai colori nerazzurri e a tutti gli amici conosciuti su quei gradoni.
Il primo tempo: inizio sprint, poi l’incubo. Perso il sorteggio tra capitani, l’Atalanta inizia la partita attaccando sotto la Curva Pisani e fin dalle prime battute si percepisce la grande voglia di andare all’attacco. Zukanovic, Toloi e Raimondi a turno si spingono nella metà campo avversaria e i decibel del tifo raggiungono subito livelli alti: sulla conclusione di destro di Paloschi deviata da Biglia (e Marchetti) sulla traversa l’urlo del gol è solo strozzato in gola ma la partita resta vibrante.
Quando nessuno se lo aspetta, la Lazio passa in vantaggio con Immobile. Poi raddoppia con Hoedt per gentile concessione di Sportiello. Poi cala il tris con Lombardi. Il pubblico è tramortito, qualcuno rumoreggia e Gasperini in panchina sbuffa. Dopo lo svantaggio, l’Atalanta attacca a testa bassa ma senza equilibrio e ai tifosi restano negli occhi un paio di buone occasioni (Kessie dopo lo 0-1, Spinazzola dopo lo 0-3) che fanno capire quanto questa squadra sia in grado di riaccendersi in ogni istante. L’unico momento di preoccupazione vera lo causa Dramè e non per una diagonale fatta in ritardo: un colpo di Parolo alla nuca del terzino africano gli causa alcuni minuti di semi incoscienza, il trasporto in ospedale e le successive verifiche non lasciano fortunatamente strascichi.
Ripresa da libro cuore: pazza Atalanta. Durante l’intervallo qualche tifoso discute animatamente anche in tribuna, l’Atalanta al completo (compresi i panchinari) rientra in campo ben 5 minuti prima della Lazio e dopo una super parata di Marchetti (destro di Gomez, unico squillo della serata) ci pensa il piccolo grande ivoriano Kessie (19 anni) a riaccendere di follia il Comunale. La rete dell’1-3 sembra solamente addolcire la pillola, quella del 2-3 scatena l’apoteosi e tra il 67’ e l’89’ allo stadio di Bergamo si assiste ad uno spettacolo totale di passione.
Nei 20 minuti abbondanti che passano dal secondo gol di Kessie a quello di Cataldi che fissa il 2-4, la Lazio viene letteralmente annichilita dalla spinta dei nerazzurri sostenuti da tutto lo stadio. La Curva lancia i cori e i battimani, ogni tifoso risponde con una forza che non si vedeva da tempo e in Tribuna Stampa, il commento che circola è uno solo: questa squadra non è fatta per i deboli di cuore. E il bello è che, anche quando i capitolini volano sul 2-4 (alla prima occasione di tutto il secondo tempo...), quei matti dell’Atalanta hanno ancora la forza di segnare il 3-4 con il giovane Petagna che regala un recupero di 4 minuti ancora una volta elettrizzante.
https://youtu.be/OOr-t2n6g4I
Il fischio finale, il laziale che cade e il guardalinee all’ospedale. Al fischio finale, i tifosi lasciano le tribune scossi da tante emozioni, dalla Curva si sentono anche tanti applausi e dopo parecchi minuti di attesa sugli spalti (evidentemente dopo 99 minuti di quel tipo è dura alzarsi subito e scappare via) il Comunale si svuota del tutto. Nella serata delle mille emozioni, dei 7 gol ma anche del grande possesso palla nerazzurro restano due immagini curiose che meritano menzione. In occasione del gol della Lazio, rivedendo il replay, si nota un ruzzolone incredibile di un tifoso nel settore ospiti: la caduta sull’asfalto in stile tuffo in piscina lascia qualche segno ma evidentemente la gioia del gol lenisce ogni dolore.
Ben più grave quello che è accaduto all’assistente Alassio di Imperia (non è un refuso, si chiama proprio così) che nella ripresa ha accusato un malore. Qualche rumors parlava di scompenso cardiaco ma dopo tutti gli accertamenti del caso in ospedale la situazione è stata chiarita e tutto è tornato alla normalità. In mattinata, il portale ImperiaPosta ha pubblicato un aggiornamento del bollettino medico con le parole del presidente degli arbitri provinciale di Imperia Alessandro Savioli. «Stefano Alassio sta bene – ha detto – per fortuna solo infiammazione acuta all’apparato digerente. Nessun problema al cuore. Solo un malore passeggero che assolutamente non crea alcun problema alla sua carriera. Ci auguriamo di vederlo immediatamente designato già nelle prossime partite. Alassio saluta tutti e ringrazia per la stima e l’affetto immediato dimostrato dai colleghi e da tutti gli amici». Nella prima serata di campionato è successo veramente di tutto.