Prisma, l'incredibile app fotografica che ti trasforma in un'opera d'arte
Le foto normali non bastano più. La sete di immagini dei social è inesauribile e ormai i filtri di Instagram o le faccine di Facebook non vanno più di moda. Ci voleva una ventata di novità e qualcuno pare abbia trovato la soluzione: Prisma, l’applicazione che trasforma le foto in opere d’arte di svariati stili, ispirati ad artisti e dipinti famosi. È stata lanciata a giugno su iOS, riscuotendo immediato successo, approdando quindi a luglio su Android. L’hype era tale che molti hanno pensato, nel periodo in cui l’app non era ancora presente sul Play Store, di crearne delle copie pessime strapiene di pubblicità oppure con virus. In questi ultimi giorni di agosto, su Forbes si è parlato di 55 milioni di download. Ci avete fatto caso che anche il Papu Gomez la utilizza? Ma ogni fenomeno di queste dimensioni porta con sé sempre qualche piccola polemica: se ne sono sentite diverse su Prisma, dall’uso smodato del traffico dati, all’accesso ai dati personali degli utenti, fino ai “lunghi” tempi d’attesa per modificare le foto. Negli ultimi giorni pare però che sia arriva una soluzione a questi problemi.
Un’intelligenza artificiale. Ma partiamo dall’inizio: Prisma non è come un filtro qualsiasi, che modifica in modo automatico i parametri delle fotografie. Se così fosse, non ci sarebbe tutto questo clamore. Come è stato scritto sul NY Times: «L’app prende un’immagine, la fa a pezzi e la trasforma in qualcosa di nuovo. Il risultato assomiglia a qualcosa creato da un artista con un pennello su tela piuttosto che una foto». Il capo esecutivo di Prisma Labs, il russo Alexey Moiseenkov, ha spiegato che loro non usano filtri da applicare sopra l’immagine. L’app ridipinge da capo un’immagine nuova e originale, basandosi sullo schema della foto che viene inserita. Un sistema incentrato su un’intelligenza artificiale, dicono simile al deep dream di Google, che è stata allenata a emulare stili artistici diversi.
What would your life look like in Picasso’s eyes? @PrismaAI https://t.co/KRgt9zIMtJ pic.twitter.com/Qn4MYyYdiq
— Google Play (@GooglePlay) 23 agosto 2016
Come si usa. A favore dell’app c’è sicuramente l’interfaccia davvero semplice e intuitiva. Si immette una foto dalla propria galleria oppure la si scatta direttamente con Prisma e poi l’unica cosa da fare è scegliere quale sia lo stile che meglio si addice a quello scatto. La scelta potrebbe richiedere svariati minuti, perché non è affatto semplice decidersi. Nella sua prima versione, le foto vengono inviate ai server della compagnia che rielaborano il contenuto e lo rimandano indietro in alcuni secondi. Tutto questo materiale viene cancellato dai server il giorno successivo, stando alle parole di Moiseenkov. Una volta modificata, la foto può essere direttamente pubblicata sui social oppure salvata nella galleria. Si può lasciare il marchio Prisma in basso a destra oppure rimuoverlo dalle impostazioni. L’app è gratuita e priva di pubblicità; Moiseenkov ha spiegato che i loro introiti arrivano e arriveranno da collaborazioni con grandi brand che avranno il loro filtro personalizzato tra quelli a disposizione, per un certo periodo.
Problemi e soluzioni. La concorrenza è sempre velenosa. Semi-citando un famoso film di David Fincher: «Non ti fai 50 milioni di amici (in questo caso utenti) senza farti qualche nemico». E quindi sono comparse presto le prime critiche a Prisma: «Quanto traffico internet consuma? Quanto ci mette a rielaborare?». In effetti le attese non erano propriamente brevi e spesso capitava di dover riprovare perché i server erano intasati. Ma quelli di Prisma Labs sono corsi immediatamente ai ripari e da qualche giorno è stata approntata una miglioria, per ora solamente su iOS. Adesso circa metà degli stili artistici saranno disponibili anche senza il supporto dei server online; gli sviluppatori affermano che in questo modo i tempi di attesa si ridurranno a circa 5 secondi, su un iPhone 6S. Ma la velocità dipende ovviamente anche dalla potenza dello smartphone; quelli meno recenti chiederanno alcuni secondi in più. Insieme ai tempi, dovrebbero risolversi in questo modo altri due problemi: quello dell’uso eccessivo di dati internet e quell’altro, un po’ paranoico, legato alla privacy. Come accennato, le foto restano sul server di Prisma per circa 24 ore; adesso, con la versione offline, la questione non dovrebbe più presentarsi. Ma da quello che si può capire, non tutti i filtri saranno disponibili senza l’ausilio dei server. E per Android la miglioria è ancora assente. Staremo a vedere.
Novità in arrivo. Gli sviluppatori comunque non si limitano a tappare le falle, rilanciano in grande stile. Un mese fa hanno annunciato a Bloomberg che presto le meraviglie di Prisma saranno applicabili anche a brevi video in loop, in stile Boomerang di Instagram. Anche qui, qualcuno ci aveva già pensato, trasformando con l’app i singoli fotogrammi e poi montandoli per fare dei video. Si è anche parlato di un algoritmo che consigli automaticamente lo stile artistico più adatto a una data fotografia.
Secondo quelli di Prisma Labs, uno strumento del genere potrebbe rappresentare una rivoluzione, foriera di grandi conseguenze. Loro si definiscono i primi a utilizzare una rete neurale su smartphone e ora aspettano ulteriori innovazioni tecnologiche sui dispositivi per fare altri passi avanti. Ad esempio spostare i loro codici dai costosi server e mettere tutta la potenza di calcolo nelle tasche degli utenti.