Gasp, il coraggio di cambiare

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Adesso Kessié tira pure i rigori, infischiandosene anche di Paloschi e spiazzando uno come Hart che ha sicuramente fatto una papera sul gol di Masiello, ma quanto a penalty,  in carriera ne ha parati anche a Ibrahimovic e a Messi.

Il sigillo del ragazzo di Ouragahio che compirà vent'anni il 19 dicembre, è terribilmente importante per l'Atalanta, per Gasperini e per il giocatore: timbra la prima, sofferta vittoria in campionato della squadra; premia la rivoluzione del tecnico che, dopo i due ko iniziali, ha ribaltato la formazione registrando alla buon'ora la difesa; esalta il talento di un giocatore che farà parlare di sé per molti anni a venire; conferma, ancora una volta, la grandezza della società di Percassi quanto a scoperta e valorizzazione dei giovani, italiani o stranieri che siano (en passant: nella ripresa si è rivisto Grassi in nerazzurro. Il ritorno a casa gli farà un gran bene).

Il mercato è chiuso, ma la quotazione di Kessié è già schizzata alle stelle e non solo per i 4 gol segnati nelle prime tre  partite che lo consacrano capocannoniere del campionato, insieme con Belotti e Callejon. Da quanti anni, Bergamo non vedeva in azione un centrocampista così forte e così completo? Solido nell'interdizione, lesto nella costruzione del gioco, micidiale nella finalizzazione: e Kessié è soltanto all'inizio di una crescita tecnica che promette di essere tumultuosa.

Gasperini ha dimostrato di avere gli attributi. Ha rinunciato all'amatissima difesa a tre, suo marchio di fabbrica, schierando il 4-2-3-1; ha ridato fiducia a Sportello dopo averlo strigliato nelle scorse settimane e pazienza se il portiere anche stavolta ha commesso un errore decisivo, sebbene nel primo tempo sembrasse rinfrancato. E ancora: Toloi e Zukanovic centrali, con Masiello e Konko sulle fasce; Freuler ha sostituito lo squalificato Carmona; Pinilla è clamorosamente tornato al centro delll'attacco a scapito di Paloschi, relegato in panchina perché schiacciato dal peso della responsabilità, dal quale non è riuscito a liberarsi nemmeno quando è subentrato nella ripresa; Kurtic centrale, Gomez e D'Alessandro esterni d'attacco. E, su tutti, Kessié, cui sono bastate tre partite per imporsi all'attenzione generale. La vittoria sul Toro è stata un'impresa: sia perché la squadra di MIhajlovic, nonostante le assenze pesanti, farà un grande campionato sia perché, dopo il gol di Iago Falque, l'Atalanta rischiava di andare in barca e, invece, l'ha raddrizzata il colpo di Masiello prima del rigore di Kessié, propiziato da un Gomez di nuovo in stato di grazia.

E' presto per affermare che la Dea sia guarita; è doveroso, invece, elogiare un gruppo che ha sfruttato la sosta per ritrovare se stesso. E Gasperini è il primo che merita di essere lodato. Ha avuto la forza di cambiare idea e la sua umiltà è stata premiata. Avanti così.

 

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