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Il film da vedere nel weekend L'horror Ouija - L'origine del male

Il film da vedere nel weekend L'horror Ouija - L'origine del male
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Regia: Mike Flanagan.
Cast: Elizabeth Reaser, Henry Thomas, Kate Siegel, Lin Shaye, Doug Jones, Annalise Basso, Parker Mack, Sam Anderson, Alexis G. Zall, Ele Keats, Eve Gordon, Lulu Wilson.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Il genere horror, gli appassionati lo sanno purtroppo molto bene, ha sempre teso alla serializzazione compulsiva. Quando un filone, un personaggio, una risorsa espressiva diventano di tendenza, ecco fioccare imitazioni, seguiti, prequel, spin-off, etc. Si tratta certamente di un fenomeno complesso, che riguarda il cinema come istituzione ma che nel caso specifico del genere horror appare particolarmente diffuso. Questo appare anche comprensibile, considerando l’epoca in cui ci troviamo, ma spesso non giustifica la continua replicazione di pellicole che finiscono col sapere di già visto e col risultare tutte uguali. L’annuncio dell’arrivo in sala di Ouija 2 - Le origini del male, in effetti non sembrava lasciare troppe speranze. Il film originale di certo non brillava per originalità e, nonostante alcune buone trovate, non si distanziava troppo dalla media del genere. Per una volta, verrebbe da dire, il sequel ha dato migliori risultati del film originale.

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Il merito è soprattutto del comparto tecnico, che vede all’opera una sceneggiatura particolarmente efficace e la regia ispirata di Mike Flanagan (che ha firmato, fra l’altro, il bell’Oculus). La vicenda è ambientata nella metà degli anni Sessanta e vede protagonista Alice, che vive sola con le due figlie dopo la morte del marito. Per tirare avanti si finge una medium e circuisce i clienti soddisfacendo il loro desiderio di parlare con i cari trapassati. Per aumentare il suo potere agli occhi dei creduloni che si rivolgono a lei, decide di acquistare la tavola Ouija, in grado di “dar voce” ai messaggi dei defunti. Quando una delle sue due figlie (Doris), incomincia a far uso dello strano oggetto le cose cominciano progressivamente a sfuggire di mano ed entità decisamente non amichevoli incominciano a manifestarsi.

Ouija – L’origine del male riesce dove il predecessore aveva (almeno parzialmente) fallito: riesce a dare il senso di un’epoca, di uno spazio ben definito e – soprattutto – a fornire un retroterra convincente a una “maledizione” che aveva poco spessore e scarse giustificazioni. In effetti il film privilegia quella dimensione contestuale che Ouija evitava direttamente di prendere in considerazione, mettendo l’accento esclusivamente su quella componente jump scare tanto inflazionata nel cinema di questo genere.

 

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La narrazione di questo secondo capitolo (dovremo probabilmente aspettarcene altri) appare in effetti più levigata e maggiormente interessata a raccontare psicologie, contrasti e debolezze autenticamente umane. Le persone che decidono di farsi imbrogliare dall’imbonitrice protagonista del film sono i rappresentanti, al contempo e solo apparentemente in maniera paradossale, di quell’America ipermoderna che proclama con forza di voler sospingere ai margini tutto ciò che è misterioso, inspiegabile, oltremondano.

Date queste premesse la narrazione procede spedita snocciolando alcune delle situazioni tipiche del genere, che appaiono però spesso graziosamente reinterpretate in direzioni impreviste (e spesso imprevedibili: ci sono diversi colpi di scena). Nel complesso la prova cinematografica offerta da Ouija – L’origine del male appare, pur senza pretese di originalità o sperimentalismi eccessivi, più che apprezzabile per la sua capacità di distanziarsi dalla maggior parte degli horror derivativi che affollano i nostri cinema. Un risultato che non mancherà di soddisfare i fan del genere e che potrebbe pure essere un’utile punto di partenza per i neofiti, considerando l’ottima calibratura di tensione e paura dispiegata da Flanagan.

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