Con un «Indovina chi viene a Cene» Gramellini prende di mira il sindaco

«Sono vicino alle persone appena colpite dal terromoto. La proposta che porterò avanti, sia con il Vescovo che con il Prefetto, è quella di usare la casa vacanze della curia, appena assegnata a 60 cittadini stranieri, come accoglienza per le persone terremotate che hanno perso la loro casa». A scriverlo su Facebook, lunedì scorso, Giorgio Valoti, sindaco leghista di Cene. Ad avvisare la comunità dell’arrivo dei richiedenti asilo era stato proprio il primo cittadino. Condividendo una foto sul social (quella in alto).
Le risposte. Una proposta sicuramente provocatoria, che suscitato diverse reazioni. L'ultima in ordine di tempo, ma anche quella che al momento fa più rumore, arriva da una penna nota per ammantare di ironia (forse troppa, dicono alcuni) ogni strale polemico: Massimo Gramellini. Nella sua rubrica Buongiorno di oggi, dal titolo Indovina chi viene a Cene, scrive: «Una brutta mattina il signor Guido Valoti sindaco di Cene, un paese della Bergamasca, si è svegliato e ha fatto l’atroce scoperta: il Prefetto aveva infiltrato cinquantanove migranti nella casa-vacanze di proprietà della Curia. Il secondo pensiero del sindaco è stato di scrivere che in quella casa vanno ospitati i terremotati italiani e non dei bighelloni stranieri. Pensiero nobilissimo, per la parte che riguarda i terremotati, che sarebbe risultato ancora più nobile se fosse scaturito dal suo cuoricino prima e non dopo la scoperta che la villa vescovile era andata ad altri tribolati. Ma è stato il suo primo pensiero a meritargli gli onori delle cronache. Per comunicare alla cittadinanza la propria estraneità all’arrivo degli ospiti indesiderati ha utilizzato i tabelloni luminosi che servono a fornire indicazioni sulla viabilità. Sembra una quisquilia formale, eppure non lo è. Un sindaco che brandisce cartelli di pubblica utilità per denunciare che la scelta di accogliere i migranti è stata presa dallo Stato a sua insaputa potrà anche avere ragione nel merito, ma sta istigando la popolazione all’odio contro i migranti e alla ribellione contro lo Stato. Il guaio è che forse non se ne accorge nemmeno».
I commenti. Tanti i commenti alla rubrica di Gramellini sul sito della Stampa. Ci sono i soliti battibecchi. Alcuni costruttivi, altri meno. Riportiamo il parere di MarcoV, che scrive: «In tutta onestà, penso che il sindaco stia soltanto cercando di pararsi la schiena dalla reazione dei suoi concittadini. Trovo assai più disdicevole questa imposizione della convivenza alle piccole comunità con un atto d'imperio, bollando di razzismo chi, legittimamente o meno, mostri il proprio dissenso. Un minimo di tatto in più da parte dei prefetti potrebbe risparmiare parecchi mal di pancia». Un commento assennato. Ce ne fossero.