La presentazione oggi, mercoledì 9 novembre

Cervo con un crocifisso tra le corna Nuovo quadro di Ceresa alla Carrara

Cervo con un crocifisso tra le corna Nuovo quadro di Ceresa alla Carrara
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Il racconto del cervo miracoloso, apparso nel­la selva con una croce tra le corna a convertire il cacciatore, è da molti riferito a Sant’Uberto. Altri, invece, vogliono che quella conversione tanto scenografica abbia riguardato Sant’Eustachio, martire del secondo secolo dopo Cristo. Uberto, vissuto in Belgio tra il sesto e il settimo secolo, oggi considerato patrono dei cacciatori, sarebbe notissimo anche senza leggenda. Portò alla con­versione soprattutto gli abitanti delle Arden­ne. Nel 705 divenne vescovo di Maestricht, succeden­do a San Lamberto, morto assassinato e a sua volta successore di un altro vescovo assassina­to, San Teodoro. Non erano tempi rosei per l’episcopato belga, insomma. Ma nessuno toccò Uber­to, in gioventù ricco signorotto spesso in cerca di selvaggina nei boschi. Era anche pesca­tore: percorreva la Mosa e i suoi affluenti su grandi barche.

Il santo in un quadro. Da oggi la leggenda diventa parte della collezione della Carrara grazie al dipinto di Carlo Ceresa Visione di Sant’Uberto con ritratto di gentiluomo, arrivato in comodato decennale da parte di Ubi Banca Popolare di Bergamo. La grande tela, per la sua iconografia che unisce un episodio sacro a un ritratto a figura intera, rappresenta un unicum nella produzione del pittore bergamasco, protagonista della scena artistica lombarda del XVII secolo. L’opera raffigura appunto la Visione di Sant’Uberto, che la tradizione colloca nelle foresta delle Ardenne. Qui, ribadiamo, un Venerdì santo durante una battuta di caccia, il nobiluomo si imbatté in un cervo che portava un Crocefisso tra le corna mentre una voce dal cielo gli ingiungeva di abbandonare i piaceri terreni.

 

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L’opera sarà visibile gratuitamente nell’atrio del museo fino al 18 novembre, giorno in cui verrà inaugurato il nuovo allestimento della sala 21 ripensato per accogliere l'opera per i prossimi 10 anni.

A ognuno la sua didascalia. Partecipazione è la parola chiave per una nuova sperimentazione che si avvia con l’arrivo della tela di Ceresa. Generalmente le didascalie dei dipinti sono scritte da esperti e contengono le informazioni da loro ritenute essenziali. Sul modello dei musei anglosassoni, i servizi educativi della Carrara sabato 12 novembre alle 16.30 inviteranno persone di differente età e provenienza a comporre la “loro” didascalia, specificando quali elementi desidererebbero trovare e come vorrebbero fosse scritta. Da qui nascerà un testo – per ora in qualità di prototipo disponibile on line, ma primo di una serie che troverà posto nelle sale - elaborato dai visitatori, i veri protagonisti, insieme alle opere, della vita del museo.

Hanno detto. «La decisione di Banca Popolare di Bergamo di affidare in deposito decennale alla Carrara questo dipinto - ha commentato con soddisfazione Emanuela Daffra, direttore di Accademia Carrara - è preziosa per almeno tre motivi. Da un lato offre alla fruizione permanente un’opera importante di Ceresa, pittore che ha segnato il Seicento a Bergamo e del quale il museo possiede solo ritratti o opere di piccolo formato. Dall’altro impone il ripensamento di una intera sala della pinacoteca, che così ha modo di presentarsi nel concreto come luogo capace di rimodellarsi con intelligenza. Infine, ma non da ultimo, offre un esempio di collaborazione tra istituzioni all’interno del quale ciascuna esprime la propria specificità con risultati che sono a esclusivo vantaggio dei cittadini».

«Ubi Banca Popolare di Bergamo continua a investire nel patrimonio artistico e nella promozione di iniziative culturali, pur in un contesto economico complesso e difficile - ha detto Giorgio Frigeri, presidente di Ubi Banca Popolare di Bergamo -. L’acquisto della Visione di sant’Uberto con ritratto di gentiluomo di Carlo Ceresa segue la logica di un mecenatismo che va ben al di là della mera erogazione di risorse economiche, bensì di attenzione alla comunità, contribuendo a mantenerne vivo il patrimonio artistico e le eccellenze culturali».

«Ubi Banca Popolare di Bergamo, con l’acquisizione di questa tela - aggiunge Osvaldo Ranica, direttore generale di Ubi Banca Popolare di Bergamo -, oltre ad arricchire la propria straordinaria collezione d’arte con un’opera dell’illustre pittore nativo di San Giovanni Bianco, ha realizzato con l’Accademia Carrara una sinergia affinché la divulgazione della cultura e dell’arte diventino elemento fondamentale per lo sviluppo del territorio e di coloro che lo abitano».

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