Tra insulti e successo

Quando Trump aveva il suo tour Racconti su due ruote dagli anni '90

Quando Trump aveva il suo tour Racconti su due ruote dagli anni '90
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«Muori Yuppie feccia». «Fame? Mangia il riccone». «Trump = Anticristo». Per un lungo pezzo di strada non si sentiva altro. Un gruppo di manifestanti con slogan scritti sui cartoni del latte e della pasta, gente che urlava e protestava contro quello sponsor simbolo del potere e dell'eccesso: Donald Trump. Dopo chilometri oltre i moneti Catskill, attraverso i paesaggi colorati di giallo e arancio e verde dello stato orientale, i corridori erano erano lanciati verso il traguardo. Quella avrebbe dovuto essere la corsa più importante d'America, anche più grande del Tour de France, con i ciclisti dai grandi nomi, squadre internazionali e un percorso lungo tutto la costa Est. Ma durò soltanto due anni. Questa è la storia del Tour de Trump.

 

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Nel 1987 John Tesh, un giovane report della CBS Sports, tornò dall'esperienza del Tour de France e confessò a Billy Packer di voler ragionare su evento simile a quello francese. «Non sono mai stato ad una corsa in vita mia. Non so nemmeno cambiare una gomma», disse Packer. Ma la curiosità è un motore così forte che iniziarono a pensarci su. «Ho pensato: Jersey ha le montagne, e io ho degli investimenti da alcune imprese di Atlantic City, i casinò potrebbero fare da sponsor». Nacque l'idea di un "Tour de Jersey". Trump si offrì di sponsorizzare l'evento e Packer, che oggi ha 76 anni, suggerì di chiamarlo "Tour de Trump". The Donald lo guardò e gli disse: «Stai scherzando? I media mi faranno a pezzi se uso quel nome». Ma dopo venti secondi cambiò idea.

 

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Il primo Tour de Trump partì da Albany, New York, il 5 maggio 1989, ed era lungo 10 tappe. Attraversò cinque stati orientali, parteciparono 114 corridori di 15 Paesi, tra cui Greg LeMond che aveva appena vinto il Tour de France. Il Tour de Trump comprendeva 8 squadre professionistiche e 11 squadre dilettanti, tra cui anche la Sauna Diana, un team olandese sponsorizzato da un bordello. In molti posti la gente doveva solo uscire dalla porta di casa per assistere allo spettacolo delle biciclette che passavano. Diventò la gara più importante d'America. Ma il nome di Trump cominciò a essere troppo ingombrante: offerte immobiliari, azioni legali, manovre finanziarie, fallimenti, eccessi.

 

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Su Politico.com il giornalista Kevin Hogan ricorda come in quegli anni Trump avesse legami molto stretti con la politica. Il giorno della partenza da Albany a salutare Tump passò anche Mario Cuomo, allora Governatore di New York. E poi i manifestanti. A New Paltz, cittadina hippy dello stato di New York, decine di persone protestarono contro il simbolo del potere del 1980: «Combatti il Trumpismo», «The Art of the Deal = I ricchi diventano più ricchi», «Trump = Il signore delle mosche». Il Tour de Trump non fu sempre così controverso e finì (dopo 10 giorni di gare) sotto al Trump Plaza Hotel and Casino di Atlantic City. Lo stava per vincere un belga, ma prese la strada sbagliata. Lo vinse Dag Otto Lauritzen, un norvegese che correva per una squadra americana (la 7-Eleven).

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