Quest'anno fatevi un bel regalo Andate alla prosa del Donizetti
Una media di riempimento del teatro del 92,5 percento, 49.882 spettatori solo al Donizetti, un incremento del 17,7 percento nella media dei biglietti venduti per titolo, due spettacoli in lizza per il prestigioso premio Hystrio Twister: erano questi i mirabolanti risultati del 2015-2016. Un successo difficile da ripetere? Nient’affatto, almeno stando alla qualità del cartellone dell’imminente stagione di prosa, che inaugura il 13 dicembre.
Dietro alla selezione c’è la mano sapiente di Maria Grazia Panigada, Direttore Artistico per la Prosa di entrambi i teatri cittadini, e di Massimo Boffelli, direttore del Donizetti e responsabile della gestione del Sociale. Poco più di un mese fa, in un’intervista a L’Eco, era proprio la Panigada a svelare: «Come scelgo? Immaginando questi spettacoli davanti agli occhi dei bergamaschi: penso al messaggio, all’estetica e allo stupore che posso creare nel pubblico». Il risultato? Una lista di titoli, nomi e progetti davvero da applauso.
Si comincia con Smith&Wesson, seconda fatica teatrale di Baricco dopo il celebre Novecento, con sopra il marchio di garanzia della regia di Vacis, grande innovatore del teatro sociale italiano, e con il talento assoluto di Natalino Balasso e Fausto Russo Alesi; il secondo si è esibito al Donizetti proprio l’anno scorso, in un mirabolante atto unico e one man show per Natale in casa Cupiello.
Si continua con Human di e con Marco Baliani (e Lella Costa): se non avete avuto la saggia idea di andare a vedere il suo Koolhaas un paio di anni fa, quando lo portò a Bergamo la rassegna De Sidera, recuperatelo su YouTube, e, comunque, questa è la volta buona per lasciarvi toccare dalla sua bravura: lui è, assieme a quel genio di Paolini, l’altro immenso esponente del teatro di narrazione.
Spazio poi all’irriverente abilità comica di Paolo Rossi ( l’avete visto in tv, se la cava benissimo anche sul palco), un Molière che gioca ai parallelismi tra antica Versailles e metateatrale presente.
A seguire, arriva la bella e brava Anna Foglietta, che abbiamo apprezzato da poco in Perfetti sconosciuti, ultimo film di Paolo Genovese, pluripremiato ai David di Donatello e amatissimo dal pubblico. A dirigerla, nientemeno che Alessandro Gassmann, per rendere omaggio ad Alda Merini con il per forza commovente La pazza della porta accanto.
Poi si rievoca la penna di Agatha Christie, in uno dei suoi capolavori più cupi, con Dieci piccoli indiani… E non rimase nessuno. La pièce è frutto di un interessante recupero contenutistico-filologico e, nota a margine, la traduzione è stata affidata a Edoardo Erba, uno dei più prolifici drammaturghi italiani del momento (e, gossip, marito di Maria Amelia Monti).
C’è anche una chicca, ma una chicca vera, che ha riempito i teatri di tutto il mondo: Slava’s Snowshow, un clown immerso in atmosfere sceniche d’incanto e in una struggente, irresistibile poesia. Se non vi piacciono i clown e odiate le performance, comprate il biglietto e ricredetevi.
Non mancano nemmeno i classici, con Il berretto a sonagli di Pirandello, e si va sul sicuro con Valter Malosti, uno dei più apprezzati e autorevoli registi e interpreti degli ultimi decenni, nonché attuale direttore della scuola per attori del Teatro Stabile di Torino.
In chiusa, altro mix fortunato: Quello che non ho, tra De Andrè, Pasolini e il talento elastico di Neri Marcorè. Fatevi un regalo quest’anno: andate al Donizetti.
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