«Sono favorite tutt'e due»

Intervista speciale al campionato (che ha cose da dire su Juve-Dea)

Intervista speciale al campionato (che ha cose da dire su Juve-Dea)

Siamo i lettori di BergamoPost, buongiorno. Come si sente?
«Sono stato meglio, grazie. Però non lamentiamoci».

Che cos’ha, un raffreddore?
«L’età comincia ad andare su, divento vecchio. E poi non avete sentito del freddo polare che sta arrivando?».

Ci scaldi lei con qualche bella percentuale.
«Sembrate Gianni Mura travestito da BergamoPost. Queste cose di solito le fa lui su Repubblica…».

Noi ci accontentiamo di una percentuale sola: quella di Juventus-Atalanta.
«D’accordo: 51% Juve, 51% Atalanta».

Ma fa 102…
«E allora? Sono il campionato, mica un prof di matematica».

 

 

Almeno ci spieghi…
«In tanti anni di onorata carriera non ricordo molte partite in cui due squadre così distanti per budget e introiti arrivino alla domenica con le stesse ambizioni. Sono favorite tutte e due. Vogliono vincere. Mi spiego. Posso?».

Prego.
«L’Atalanta ha corsa, grinta, volontà, entusiasmo e un sacco di altre cose. La Juve è la Juve e gioca in casa. Ma adesso stanno sullo stesso piano. Identico. Si equivalgono. Questo, come direste voi cari lettori, è un big match».

L’Atalanta corre meno di tutte in Serie A, lo hanno scritto anche sul Corriere dello Sport-Stadio
«C’era anche scritto che corre meglio, e infatti a Bologna avete visto com’è andata».

Perché la speranza è che l’Atalanta batta la Juventus?
«Il pubblico ha voglia di novità. Certo, alla fine chi vince ha sempre ragione. È così. E magari alla fine andrà come siamo ormai abituati a credere che andrà. Ma poiché siamo solo a dicembre, e tutto può ancora succedere, un vittoria dell’Atalanta metterebbe un po’ di pepe alla stagione. L’Atalanta farebbe un favore anche a tutte quelle che non sono la Juve. Che vinca l’Atalanta lo sperano la sorprendente Lazio, il Milan, la Roma, naturalmente il Napoli. Insomma, la squadra di Gasperini non solo può regalarsi un’altra domenica di gloria e onore, ha pure la responsabilità di ravvivare il fuoco delle altre big».

 

 

È per questo che tutti vorrebbero un Leicester da celebrare?
«Il mondo va in una direzione precisa: i ricchi lo sono sempre di più e il divario con il resto del mondo aumenta. Nel calcio non è diverso. Una vittoria costruita in provincia o il successo di una Inaspettata sovverte le legge dei mercati, degli ingaggi milionari, dello scontato. E quando accade, subito si va in cerca di una replica così da allungare ancora un po’ quella sensazione di magia. Come i papà quando leggono le favole ai figli prima di andare a dormire: “Vai avanti, papà. Ancora, ancora’”. Avete presente? Poi arriva il sonno, e buonanotte».

Vorrebbe dirci che l’Atalanta prima o poi dovrà tornare a dormire?
«Assolutamente no. Sto dicendo proprio il contrario. Percassi, Gasperini e i nerazzurri sono come un papà che racconta la favola ai bimbi, i tifosi della Dea. E per fortuna che c’è ancora qualcuno che ha sogni a occhi aperti. Aiutano a vivere meglio, diceva qualcuno».

Ora non ci faccia Marzullo, su…
«Aspettate che prendo gli occhiali e mi metto il ciuffo di lato. Ecco fatto».

 

 

Non le piace il ciuffo del Gasp? È un po’ rockabilly…
«Gasperini è come Elvis. Va controcorrente. Elvis la prima volta che andò in tv sculettava e muoveva la chitarra e cantava cose che non si erano mai sentite prima. Gasp fa giocare dei ragazzini e vince. Più rock di così?».

È così innovativo?
«No. Ma era un bel po’ che non vedevo una cosa del genere. Fa piacere».

Si sente meglio adesso?
«Siete gentili a chiedermelo, grazie. In fondo sono ancora il campionato più difficile al mondo. Meno intenso della Premier. Meno spericolato della Liga. Ma con il coefficiente di difficoltà più alto».