Sua maestà l'Italia (del pallone) In 12 milioni davanti alla Tv
Sessanta per cento di possesso palla, due gol (a uno), un gioco convincente, una strategia perfetta. Nella prima partita del suo mondiale, l'Italia ha battuto l'Inghilterra 2 a 1, con reti di Marchisio (rasoterra da fuori), Sturridge (due minuti dopo, in contropiede) e Balotelli (di testa, nella ripresa), su invito a nozze di Candreva. Sugli spalti era presente la futura moglie di SuperMario, Fanny. A Balotelli è stato il premio per il miglior giocatore della partita, ma tanti tifosi italiani avrebbero votato per l'esordiente Darmian o per Candreva: la catena di destra ha funzionato a meraviglia. Anche l'altra matricola, il portiere Sirigu, ha fatto bene il suo dovere.
Al termine della gara, giocata con un caldo impossibile su un campo accettabile, Balotelli ha twittato la sua felicità: «Forza Azzurri, continuiamo così». Il ct Prandelli ha detto che "è stata una partita epica", ma all'attaccante ha ribadito il concetto già espresso in settimana, ossia che "potrebbe fare molto di più". "Ha potenzialità enormi ma deve convincersi che una punta si muove per finalizzare l’azione. Stasera è sempre rimasto in partita, però ha margini per migliorare", ha osservato il ct.
In Italia la partita è stata vista da oltre 12 milioni di spettatori, con uno share del 70percento.
Il 20 giugno, a Recife, gli Azzurri giocheranno con la Costa Rica, che a sorpresa ha battuto l’Uruguay 3 a 1. Se gli Azzurri si confermeranno, il più è fatto per il passaggio del girone.
Prima della partita
La squadra di Prandelli era giunta a Manaus, nel cuore dell’Amazzonia, ieri, dopo un viaggio di 2580 km. Fa caldo, ma non più che a Mangaratiba, sede del ritiro azzurro. Il vero problema è l’umidità all’80 percento che renderà la serata brasiliana afosa e fastidiosa per i giocatori, mentre le condizione del campo da gioco, che tanto avevano preoccupato, non sembrano essere così tragiche, almeno secondo quanto affermato dai protagonisti. L’Italia è stata accolta all’hotel Quality Inn da un folto gruppo di tifosi che hanno incitato tutti i giocatori, in particolare Balotelli, vera superstar della nostra rosa.
Il dubbio Buffon. L’allarme è arrivato ieri, durante l’allenamento sul campo dell’Arena Amazzonia di Manaus, quando Buffon ha lasciato il campo per una distorsione alla caviglia, accompagnato negli spogliatoi a braccia. Nulla di grave, ma la vicinanza alla partita ha messo in ansia lo staff tecnico azzurro che alla fine ha dovuto arrendersi: il capitano della nazionale salterà la prima partita. La comunicazione è arrivata attraverso un tweet dello stesso Buffon. Giocherà Sirigu anche se il portiere del Paris Saint Germain non è al meglio dopo la botta al costato rimediata nel pre-ritiro di Coverciano e che dà ancora qualche problema. Il rischio è che la squadra, privata del suo giocatore simbolo, perda fiducia, proprio come accadde quattro anni fa nei Mondiali di Sudafrica. Allora Buffon, infortunato, fu sostituito da Marchetti, il quale trasmise la propria insicurezza a tutta la squadra.
Le scelte di Prandelli. Prandelli aveva già in testa la formazione da diverso tempo, ma gli ultimi giorni lo hanno costretto a cambiare alcune pedine sul proprio scacchiere. Oltre al dubbio Buffon, mancherà sicuramente De Sciglio, giovane terzino che avrebbe dovuto operare sulla sinistra. Il giocatore del Milan è incorso in un problema muscolare di non grave entità ma che lo costringe a dare forfait nella gara di debutto. Il ct sposterà quindi Chiellini sulla fascia mancina e, molto probabilmente, schiererà Paletta al fianco di Barzagli nel mezzo. Entrambi hanno avuto un pre-Mondiale tribolato, tra fastidi muscolari e condizione fisica da ritrovare, ma alla fine sono riusciti a recuperare e così Ranocchia, portato in Brasile per precauzione, ha dovuto abbandonare i compagni per tornare in Italia. Sulla destra opererà invece il terzino del Torino Darmian che ha piacevolmente sorpreso lo staff tecnico azzurro tanto da superare nelle gerarchie di campo il più esperto Abate. Le conferme circa le scelte di Prandelli arriveranno nelle prossime ore con gli ultimi test fisici.
Nessun dubbio invece per quanto riguarda il resto della formazione: a meno di sorprese l’Italia si schiererà con un 4-5-1 di sostanza e qualità. Balotelli sarà l’unico terminale offensivo, assistito dalla coppia Candreva-Marchisio. Immobile, Cassano, Cerci ed Insigne si accomoderanno in panchina, pronti eventualmente a subentrare a partita in corso per sparigliare le carte. Sulla linea mediana opererà De Rossi, con il compito di frangiflutti davanti alla difesa, al fianco dei due registi Pirlo e Verratti.
Manaus azzurra. Si scalda anche il tifo azzurro. Come sempre durante i Mondiali, l’Italia è pronta a fermarsi davanti ai match della Nazionale, nonostante l’ora tarda in cui scenderanno in campo le due formazioni. In Brasile sono pochi i tifosi arrivati dall'Italia, molti meno rispetto a quelli inglesi. L’Arena Amazzonia di Manaus sarà tuttavia tinta di azzurro perché i brasiliani tiferanno Italia, permettendo alla nazionale di giocare quasi in casa. I motivi non sono legati solamente alle critiche alzate dal ct inglese Hodgson circa l’opportunità di far giocare un match così importante in una città difficile da raggiungere e dal clima torrido, ma soprattutto alla storia della città amazzonica. Manaus, alla fine del 1800, era chiamata “la Parigi dei Tropici”: bella e piena di fascino. La sua ricchezza era data dal grande porto sul Rio delle Amazzoni e dalle piantagioni di caucciù che permettevano alla città di arricchirsi con la produzione di gomma. Nel 1913 però, i sudditi di Sua Maestà decisero di esportare i semi di quella pianta in Asia, facendo crollare il prezzo della gomma e mettendo fine allo sfarzo della città amazzonica. I brasiliani non hanno mai perdonato quello sgarbo. Di inglese, a Manaus, da allora non restò più nulla. Di italiano invece, c'è il Teatro Amazonas, motivo d’orgoglio per gli abitanti, un gioiello architettonico adornato da marmi di Carrara, vetri di Murano e dipinti di Domenico de Angelis. Lì si esibì, in un concerto storico, Enrico Caruso.