"Colpa delle stelle", lacrime che incassano milioni di dollari
C’è addirittura chi ha definito Colpa Delle Stelle il film più commovente di tutti i tempi, battendo Love Story, campione in carica da ben 44 anni.
Ma di questa storia, oltre all’epilogo, rimangono impresse l’ironia e la leggerezza che trainano la vicenda. La spensieratezza degli adolescenti che non si affievolisce neanche nel confronto con tematiche universali e potenti, come il labile equilibrio tra esistenza e oblio.
Questa storia cerca di dare senso al tempo e di renderlo palpabile. Di dilatarlo all’infinito. La trama è ricca di dolcezza, in una sorta di visione poetica dell’esistenza, che accoglie le sue incomprensibili realtà.
Questa è la storia di due ragazzi straordinari, uniti da un umorismo pungente, dallo sdegno per le convenzioni, da un amore travolgente e da un viaggio incredibile. Attraverso la loro avventura scopriremo che il mondo non è un «ufficio esaudimento desideri». Ma che bisogna vedere il lato positivo delle cose, evitare di auto commiserarsi, provare a dare un nuovo senso ai frammenti di una vita i cui pezzi non si incastrano più.
A Fault In Our Stars
Colpa Delle Stelle non è un film sulla malattia – che pure è presente -, ma un percorso che esplora il lato tragico e bello della vita e dell'amore. La storia è narrata da Hazel, sedicenne affetta da una rara forma di cancro ai polmoni, obbligata dai genitori a frequentare un gruppo di supporto. Inaspettatamente qui incontrerà l’amore. Augustus, ex-giocatore di basket con una gamba amputata, affascinante compagno di avventure-sventure. Che la travolge con la sua fame di vita, di passioni, di risate, e le dimostra che il mondo non si è fermato, che insieme possono riacciuffarlo. Ma, come una colpa scritta nelle stelle avverse sotto cui Hazel e Augustus sono nati, il tempo che hanno a disposizione è un miracolo. E, quindi, infinitamente prezioso.
Questa è anche una trappola per spiriti facili a commuoversi. Eppure è toccante, certo, ma senza essere melodrammatica. La malattia non è il tema portante della storia: i protagonisti parlano della malattia con ironia e aneddoti divertenti, per raccontare le loro reciproche battaglie, descritte in modo intenso, senza cadere in scontati sentimentalismi. «Questa storia è come Titanic e il cancro è come l’iceberg contro cui ci scontreremo - dichiara il regista - Ma il film non può incentrarsi sull’iceberg; deve essere una storia d’amore. Doveva avere momenti reali e speciali».
Il romanzo da cui è tratto il film è rimasto 43 settimane al primo posto nella classifica Young Adult del New York Times, ha venduto 14 milioni di copie negli Stati Uniti e per 124 settimane consecutive è stato incluso nella classifica dei bestseller del TIMES. In Italia, è al terzo posto dei libri stranieri più venduti.
La pubblicazione ha dato vita ad un genere letterario, che il Daily Mail, nel 2012, anno d’uscita del romanzo, ha definito “Sick Lit” (Letteratura – ma anche luce – della malattia). Termine che indica tutti quei romanzi che raccontano storie di adolescenti affetti da malattie, capaci di non perdere comunque la gioia di vivere. Una letteratura di genere che può dividere la critica ma che ha avvicinato alla lettura milioni di ragazzi. Sei mesi prima dell’uscita di Colpa delle stelle, prima ancora che Green finisse di scrivere, gli ordini del libro su Amazon e Barnes and Noble avevano già raggiunto le 150 mila copie prenotate.
Il film, dopo lo straordinario successo ottenuto negli Usa, dove a una mese dall’uscita ha superato i 120 milioni di dollari d’incasso, battendo i super favoriti Maleficent e Edge of Tomorrow, che avevano un budget 15 volte superiore, arriverà sui nostri schermi il 4 settembre. Cioè tra una settimana esatta. Intanto, la pagina Facebook di questa pellicola ha più di 8 milioni e mezzo di fan e questo è il film più twittato del 2014.
Una curiosità? Green ha iniziato a lavorare a questo romanzo nel 2000, dopo aver prestato servizio come cappellano presso un ospedale per bambini. Tra i motivi del successo di Colpa delle stelle, secondo gli analisti, c'è stato anche il coinvolgimento diretto nel film di Green, classe 1977, inserito quest'anno da Time Magazine nella lista delle 100 persone più influenti del mondo.
Un consiglio? Fate un favore a voi stessi: quando andate al cinema, portatevi dietro una buona scorta di fazzoletti di carta.