È un giorno importante per Aleppo oggi. Alle 15 ora italiana a New York il Consiglio di sicurezza dell’ONU dovrebbe votare all’unanimità una risoluzione per permettere ai suoi osservatori di entrare nelle zone controllate dai ribelli ad Aleppo e monitorare l’evacuazione dei territori ancora abitati dai civili e dai combattenti. Intanto oltre mille persone sono state evacuate questa mattina dalle ultime aree controllate dai ribelli ad Aleppo. In contemporanea con la ripresa del trasferimento dei civili da Aleppo Est, dieci autobus hanno portato in salvo i civili asserragliati nei villaggi sciiti di al-Foua e Kefraya, assediati dai miliziani anti-Assad. Lo ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani (Ondus), organizzazione con sede in Gran Bretagna. L’evacuazione dei feriti e di altri civili da questi due villaggi sciiti era una pre-condizione, posta dal governo di Damasco e dai suoi alleato russi e soprattutto iraniani, per completare le operazioni di sgombro da Aleppo Est.
Attenzione, le immagini del video non sono adatte a un pubblico sensibile.
Scenes of grief and terror in the last days of Aleppo.“Aleppo is a place where the children have stopped crying.”
These are the scenes of sheer terror and grief in the last hospital, in the last days of Aleppo.
(Warning: Distressing images in this footage – filmed in recent days by Waad Al Kateab who is among thousands still trapped in rebel-held Aleppo awaiting safe passage out. Report by Matt Frei.)
Pubblicato da Channel 4 News su Venerdì 16 dicembre 2016
La lunga e sanguinosa battaglia di Aleppo. Iniziata 19 luglio 2012, e ritenuta molto importante, se non decisiva, dalle forze jihadiste e dalle organizzazioni ribelli ad Assad, la battaglia di Aleppo aveva portato alla divisione della città in due parti controllate rispettivamente dal governo (Aleppo Ovest) e dai ribelli (Aleppo Est). Con il tempo la battaglia si è trasformata sostanzialmente in una guerra di posizione con vari tentativi di avanzamento da ambo le parti. Ma nella seconda metà del 2016, le forze governative hanno posto sotto assedio la parte est, e sono arrivati ad una riconquista quasi completa della città. Il 7 dicembre scorso è stata la giornata decisiva: a fine giornata le truppe di Damasco hanno occupato la Città Vecchia, compresa l’antica Cittadella, mentre il ministero della Difesa russo annunciava che il Governo siriano controllava ormai l’85% di quella che all’inizio delle operazioni era la sacca ribelle. Negli giorni successivi anche gli ultimi ribelli si sono arresi e per chi non è passato nelle fila governative resta aperta l’ipotesi evacuazione verso villaggi ancora controllati da forze ribelli.
L’esito della battaglia di Aleppo potrebbe rivelarsi decisivo per il destino della guerra siriana, anche se le forze jihadiste hanno cercato di controbattere a questa sconfitta cruciale tornando ad occupare Palmira: un’operazione più che altro di facciata (la città è di fatto un sito archeologico, non ha nessuna valenza strategica), per cercare di far passare l’idea che la sfida ad Assad non sia affatto finita qui.
Non una primavera araba. In realtà l’evoluzione di questi giorni rappresenta il definitivo fallimento per quei poteri che avevano sostenuto – se non pianificato – le primavere arabe, secondo un schema di “regime change” che in tanti casi ha lasciato interi Paesi nel caos (si pensi all’Iraq o alla Libia). In Siria lo schema non è funzionato, perché il potere era più organizzato e ha potuto contare su un alleato importante come la Russia. Inoltre, con il passare del tempo, la pressione mediatica anti Assad è apparsa indebolita nelle sue ragioni per via dei fallimenti delle varie primavere nei paesi Mediterranei. Così la credibilità di chi difendeva le rivoluzioni come processi democratici è poco alla volta venuta meno. L’esito delle elezioni americane con la vittoria di Trump ha dato poi un altro colpo decisivo: quella degli elettori Usa è una scelta che ha rafforzato la posizione di Putin e quindi ha permesso l’offensiva finale, scattata non a caso poche settimane dopo il voto americano.