Dalla Gelmini a Elisabetta Strada

Il caso dei biglietti gratis a San Siro presi dai consiglieri di Milano

Il caso dei biglietti gratis a San Siro presi dai consiglieri di Milano
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Non è bastato il nuovo regolamento, emanato a settembre dal sindaco Giuseppe Sala, a fermare l'ingordigia di alcuni consiglieri milanesi. È tornata infatti in auge la polemica sui biglietti gratuiti concessi ai politici di Palazzo Marino per eventi e partite di calcio disputate allo stadio di San Siro. In testa a questa tragicomica classifica ci sono gli esponenti di Lega e Forza Italia, ma anche nella maggioranza c'è chi non si è risparmiato.

 

san siro

 

Tutto iniziò con Rihanna. La polemica ha inizio nell'estate 2016, più precisamente il 13 luglio, quando il neoeletto Sala, stizzito dalle quantità di biglietti gratis utilizzati dalla politica milanese negli ultimi anni, decise di vederci chiaro annullando tutte le prenotazioni per l'imminente concerto della cantante Rihanna e congelando fino a un'ulteriore decisione la possibilità di accedere ad altri biglietti (lasciando invece attiva quella per scuole, associazioni di volontariato e di promozione sportiva, circa due terzi dei 320 biglietti che spettavano al Comune). Il regolamento precedentemente in vigore prevedeva che per ogni evento che avesse come location San Siro fossero riservati automaticamente due biglietti per ogni consigliere e già la Giunta Pisapia, nel 2012, aveva tentato (con scarsi risultati) di disincentivare questa pratica rendendo ogni biglietto nominale. A settembre è così arrivata la nuova normativa introdotta da Sala, redatta con la collaborazione dell'assessore allo Sport Roberta Guainieri, che ha reso la concessione dei biglietti non più un processo automatico ma conseguente a una espressa richiesta dei singoli consiglieri. Prima di questo provvedimento, la protesta "anti-ticket" era stata portata avanti dagli esponenti del partito dei Radicali. A denunciare la cosa, tra il 2012 e il 2015, fu Marco Cappato, che parlò dell'elargizione di 65.448 biglietti per San Siro e di 6.707 biglietti per altri teatri inseriti nella convenzione (Arcimboldi e Piccolo tra gli altri). Nonostante questo, però, le cose non sembrano essere migliorate di molto.

 

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Pochi a quota zero, alcuni addirittura l'enplein. Si contano sulla punta delle dita i consiglieri milanesi che si sono trattenuti dallo sfruttare questo privilegio. Per essere più precisi, a non concedersi neanche un ticket sono stati i tre consiglieri del Movimento 5 Stelle (Patrizia Bedori, Gianluca Corrado e Simone Sollazzo), mantenendo fede all'ideologia di trasparenza e onestà proferita dal proprio partito; poi ci sono tre consiglieri del Pd (il presidente dell’assemblea Lamberto Bertolè, Milly Moratti e Carlo Monguzzi) e il sindaco Sala che, pur essendo un tifoso sfegatato dell'Inter, ha preferito pagarsi l'abbonamento di tasca propria. Tredici sono stati invece i consiglieri che hanno richiesto le gratuità per tutti i 44 eventi tenutisi allo stadio fin ora. C'è la coordinatrice regionale di Forza Italia, Mariastella Gelmini, Basilio Rizzo di Sinistra Radicale e i leghisti Laura Molteni e Alessandro Morelli, mentre il leader del partito, Matteo Salvini, è arrivato "solo" a dieci biglietti. Ma anche nella lista del sindaco non mancano gli "appassionati": 44 biglietti per Franco D’Alfonso, Marco Fumagalli ed Enrico Marcora, mentre il capogruppo Elisabetta Strada e Anita Pirovano si fermano a quota 42.

 

gianluca comazzi

[Gianluca Comazzi]

 

Dove vanno a finire i biglietti non richiesti? In tutta questa storia, ciò che forse non è stato messo in evidenza è cosa succeda ai biglietti che non vengono sfruttati dai consiglieri ma che comunque rimangono a disposizione del Comune. Il regolamento in vigore sancisce che se la richiesta non arriva agli organi competenti entro il martedì, i ticket, a rotazione, vengano regalati sommandoli a quelli già a disposizione delle associazioni dell'assessorato dello Sport. In questo modo si dà la possibilità di far trascorrere a persone semplici una giornata diversa. Risulta quantomeno contraddittoria la giustificazione data dal capogruppo degli azzurri Gianluca Comazzi (fra i tredici che hanno richiesto tutti i biglietti), che ha sostenuto: «Io non vado mai allo stadio. Chiedo tutti i biglietti per poi regalarli a volontari e associazioni, per evitare che finiscano come spesso accade nel cestino».

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