Al Comunale finisce 0-0 (un punto in più di un anno fa)
Si apre con un pareggio per 0-0 la stagione numero 54 dell’Atalanta in serie A. I nerazzurri impattano con il Verona, migliorano lo score della passata stagione (contro gli scaligeri arrivarono due sconfitte per 2-1) e fissano sul tabellino il risultato ad occhiali dopo un’intera stagione in cui nessuna delle 38 gare disputate era finita in questo modo. Perché l’Atalanta non ha vinto?
Semplice, perché sul campo le due squadre si sono confrontate ad armi pari e nessuna ha prevalso sull'altra. La Dea ha ancora qualche uomo fuori forma, il Verona deve trovare i nuovi Iturbe e Romulo, ma l’impianto delle due formazioni è di valore e tutti i nuovi hanno fatto vedere buonissime cose. Il pareggio è contemplato dal regolamento, spesso non regala grandi gioie, ma alla fine dei conti i punti strappati in questo modo rischiano di risultare determinanti.
Nella prima frazione di gioco l’Atalanta non è praticamente mai riuscita a dare ritmo alla sua manovra. Troppo lenti al centro Cigarini e Carmona, troppo elaborata la rete di passaggi che ha prodotto pochissimi cambi di campo che invece in precampionato si erano spesso ammirati. Se aggiungiamo alle considerazioni la scarsa vena di German Denis (il Tanque si è visto solo al 18’ con una rovesciata sul fondo, regalando poi un paio di sponde e nulla più) e la poca incisività delle fasce avanzate, lo 0-0 al riposo è presto spiegato.
Per la verità, la porta nerazzurra è rimasta immacolata grazie a Marco Sportiello. L’erede di Andrea Consigli, dopo una ventina di minuti di nulla, ha risposto da autentico campione prima al destro di Jankovic (tiro a colpo sicuro dal dischetto del rigore) e poi a Luca Toni che di è visto bloccare a terra il diagonale calibrato. Il Verona ha dimostrato per tutta la prima frazione che nonostante le partenze di Romulo e Iturbe lo sviluppo del gioco è comunque fluido. Il riferimento avanzato è sempre l’eterno ariete Toni e a centrocampo si è ben destreggiato il nuovo acquisto Obbadi, messo in campo da Mandorlini al posto di Lazaros.
Il ritmo cala parecchio nella ripresa, l’Atalanta prova a organizzare gli attacchi, ma la gamba non è ancora quella dei giorni migliori e ci sono pochi spunti di cronaca. Maxi in apertura di tempo spedisce in curva un pallone interessante, Toni spreca di testa come non si può credere e nel finale succedono un paio di cose che regalano (finalmente) emozioni forti. Il Verona rischia di passare con Gomez dopo un errore clamoroso di Rizzoli (punizione non fischiata a favore di Estigarribia) ma Sportiello ipnotizza l’attaccante scaligero, pochi minuti più tardi è Boakye a sprecare incredibilmente da zero metri, colpendo con la mano una punizione di Cigarini che chiedeva solo di essere spinta in gol e lo 0-0 resiste fino al 93’ regalando a Colantuono e Mandorlini un pareggio sostanzialmente giusto.
Atalanta - Verona 0-0
Atalanta: Sportiello, Zappacosta, Benalouane, Biava, Dramè, Estigarribia, Cigarini, Carmona, Bonaventura, Moralez,Denis. All. Colantuono:
Verona: Rafael, Martic, Marquez, Moras, Agostini, Obbadi, Tachtsidis, Hallfredsson, Jankovic, Gomez, Toni. All. Mandorlini
Arbitro: Rizzoli di Bologna (Schenone e Nicoletti); IV uomo: Galloni;
Addizionali: Gervasoni e Saia Ammoniti: Hallfredsson(V), Lazaros (V), Dramè (A), Ionita (V).
L'Atalanta 2014-2015 e i movimenti in estate. Erano passati 106 giorni dall’ultimo atto ufficiale targato Atalanta della stagione 2013-2014. Tre mesi abbondanti: dal 18 maggio, giorno di Catania–Atalanta valevole per la trentottesima giornata, fino al 31 agosto. L’Atalanta si è presentata ai nastri di partenza con una formazione completata dall’arrivo di tanti giovani, alleggerita nel numero di giocatori a disposizione e consapevole che in diverse zone del campo il miglioramento è evidente. Notizia di sabato, tra i pali della formazione nerazzurra non c'è più Andrea Consigli, passato al Sassuolo per una cifra (bonus compresi) vicina ai 4 milioni di euro. Al suo posto, Marco Sportiello. Catania rappresentava il record di punti mancato, la classifica si fermò a 50 con la sconfitta a chiudere ogni sogno. Da lì in avanti la consapevolezza di avere una squadra da riformare nei numeri e nelle alternative è stata subito molto forte e lo stesso Colantuono dichiarò “dovremo dimenticarci quanto fatto e ripartire alla grande”. Tralasciando i giovani andati in prestito nelle serie minori, l’Atalanta che si è presentata al Comunale per la nuova stagione ha perso ben 15 pedine del gruppo della passata stagione. Livaja è finito in Russia al Rubin Kazan, le sue bizze nello spogliatoio sono un problema in meno da risolvere per compagni e staff tecnico. Subito dopo la presentazione, lo stesso giocatore dichiarò che con Colantuono si arrivò addirittura alle mani. Tesi smentita dal condottiero della Dea che per due mesi ha visto un traffico incredibile sia in entrata che in uscita. Cazzola, Giorgi, Nica, Capelli, Marilungo, Lucchini e Brienza sono passati (a vario titolo) al Cesena. La collaborazione con i romagnoli da più parti è stata sottolineata come una sorta di parcheggio per gli esuberi ed effettivamente l’Atalanta si è liberata di parecchi elementi che non sono mai stati al centro del progetto. Yepes si è svincolato, Contini è stato mandato a Bari con De Luca mentre Bentancourt ha rilevato Bianchi nel Bologna con il bomber di Albano che ha fatto percorso inverso. Moussa Konè, autore dell’ultimo gol della passata stagione, Davide Brivio (Verona) e Andrea Consigli (Sassuolo) sono gli altri giocatori che hanno fatto le valigie ma fino alla fine il grande dubbio dei tifosi ha riguardato i big: chi parte? A fronte di tante cessioni, la società ha provveduto all’inserimento di 11 volti nuovi con Benalouane ed Estigarribia a completare la lista degli acquisti. Dramè, Zappacosta, Cherubin e Biava in difesa, Molina, D’Alessandro e Gagliardini in mezzo al campo oltre a Boakye e Bianchi in attacco sono i nuovi elementi a disposizione di Colantuono, che dal ritiro ha potuto lavorare senza intoppi con tutto il gruppo. Oltre agli uomini già citati ci sono Suagher e Ardemagni, dopo essere rientrati dai prestiti di Crotone e Carpi i due giocatori sono andati di nuovo a fare esperienza con la speranza che il domani, in casa Atalanta, sia loro. L’estate nerazzurra ha portato tante belle sorprese, in campo e fuori. Denis, Maxi e Bellini sono diventati genitori (German per la quarta volta), il capitano si è sposato mentre dentro al terreno di gioco abbiamo assistito alla nascita di un gruppo solido che ha salutato Richmond Boakye come re dei bomber estivi nerazzurri (9 centri) e ha sorriso per una difesa che finora non ha perforato nessuno. Si è partiti con il Verona, ma l’attenzione è inevitabilmente rivolta ancora al mercato. Andrea Consigli ha lasciato l’Atalanta perché l’offerta per lui del Sassuolo è stata l’unica vera e concreta arrivata in sede. Non ce ne sono per Bonaventura, non ce ne sono per Baselli e ne è arrivata solo una per Cigarini (comunque blindato dal presidente) con i neroverdi del patron Squinzi che hanno messo sul piatto 5,5 milioni ad inizio luglio. Non se ne sono mai ascoltate per Carmona, perno fondamentale che Colantuono considera incedibile. Lunedì sera alle 23.01 sapremo se Consigli sarà l’unico big venduto per fare un po’ di cassa dopo un mercato all’insegna di acquisti giovani e molto promettenti ma costosi, la sensazione è che se dovesse restare tutto così l’Atalanta, una volta finita la fase di rodaggio, potrà divertire parecchio. Qualche volto nuovo, tante certezze e un solo obiettivo: prima di tutto la salvezza, poi si potrà provare a sognare.