Forse non ci rendiamo conto che stiamo scrivendo la storia

Forse non ci rendiamo conto che stiamo scrivendo la storia
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Ho pensato a lungo, dopo la partita vinta con il Cagliari, a cosa scrivere per iniziare al meglio la settimana. Sono stato parecchio indeciso e alla fine ho deciso di rimandare tutto al giorno seguente. C’è una squadra da celebrare, una serie di numeri incredibili e di argomenti, che servirebbero tutte le pagine del BergamoPost cartaceo di venerdì prossimo per snocciolarli adeguatamente. Invece ho deciso di fermarmi. Sapete perché? Sono stato rapito dalla melodia di Simon & Garfunkel. Mi sono ascoltato una trentina di volte The Sound of silence e ho capito che è giusto farlo. Tutti insieme.

 

https://www.youtube.com/watch?v=--DbgPXwLlM

 

Non entro nel merito del testo, maneggio abbastanza bene l’italiano ma con l’inglese mi toccherà rimettermi sotto (qui c’è da andare in Europa, non posso far figure parlando solo bergamasco). Eppure questa canzone mi ha colpito molto. Chiudete gli occhi, pensate all’Atalanta e ammirate tanta bellezza. Fatelo in silenzio, sembrerà tutto ancora più bello. Con 42 punti in classifica e un quinto posto conquistato in questo modo, Gasperini e i suoi ragazzi stanno scrivendo la storia. Noi tutti ci siamo dentro, forse non ce ne rendiamo nemmeno conto. La stagione era iniziata con una serie incredibile di peripezie, a fine campionato rivedremo tutto quello che è successo e ci renderemo conto di quanto abbiamo goduto. Ma non è ancora arrivato il momento (dopo 23 giornate) di fermarsi e guardare indietro. Ci pensate?  È incredibile. Non siamo abituati a stare così in alto, non siamo abituati a soddisfazioni così intense e prolungate ma se ascoltate in silenzio il vostro cuore vi renderete conto che sta scoppiando di felicità. Un’Atalanta così non si vedeva da anni, forse non si è mai vista e noi abbiamo il privilegio di viverla. Non di vederla, ma di viverla.

 

 

Calcisticamente parlando, si sta facendo la storia a Bergamo nell’anno in cui la Dea si affaccia ai 110 anni. Non abbiamo ancora fatto nulla, ribatteranno i più scaramantici. E invece no, amici miei. Il calcio a Bergamo potrebbe cambiare come non è mai accaduto. Tutto grazie ad un signore con i capelli bianchi che è arrivato, ha rischiato di finire all’inferno e ora ci sta accompagnando in paradiso. Con le nostre armi, con ragazzi giovani e con la forza di una piazza che in oltre un secolo ha vinto una Coppa Italia nel 1963 e nient’altro. Eppure la passione che si respira la domenica allo stadio è qualcosa di unico. Solo chi è atalantino e bergamasco può capire che, ascoltando in silenzio questi giorni di pieno godimento, sentirà ancora più forte la passione che lo lega a quella maglia. Allo stadio vedo facce sbigottite, grandi e piccini emozionati per una rincorsa di Petagna, per un gol del Papu o per un anticipo di Masiello. Non è ancora successo nulla ma tutti, indistintamente, sentiamo che qualcosa di grande può succedere davvero. C’è una voglia incredibile che arrivi la prossima partita, c’è un traguardo da raggiungere e un obiettivo che domenica dopo domenica si sposta un po’ più in avanti.

 

 

Manca ancora molto, non voglio che questo pezzo suoni come una celebrazione, ma se continuiamo a correre solo pensando a cosa scrivere, a cosa commentare, a cosa può accadere domani, domenica o tra due settimane rischiamo di perderci il meglio. Guardate la classifica: siamo circondati da fuori serie, e poi c’è la Dea. Piccola? Operaia? Provinciale? No, portate rispetto. Questa squadra non ha bomber di razza, non ha campionissimi da mettere in vetrina, ma ha dentro il fuoco di chi arriva dal basso e ha ormai capito che non è lì per caso. E anche voi, giocatori atalantini, guardatevi dentro e provate a capire quegli urlacci di Gasperini sul 2-0 contro i sardi. Non è impazzito. Sta solo cercando di farvi capire che le gare vanno giocate sempre, fino alla fine e senza paura. Siete dentro ad una storia tanto semplice quanto straordinaria. Per voi magari l’Atalanta è solo una tappa della carriera, ma ormai avrete capito che potete davvero stupire l’Italia intera. Siete l’avanguardia di un popolo che sogna e che quando scendete in campo si ferma. Ultras, anziani, donne, uomini, bambini, cani, gatti e pappagalli: tutti quelli che amano l’Atalanta sono dietro di voi. Gasperini lo ha già capito da un pezzo.

 

https://www.youtube.com/watch?v=PnQ5j186Zok

 

Ci sarà un momento in cui si dovrà far fatica, mi auguro che arrivi il più tardi possibile ma sono sicuro che arriverà. Bene, quel giorno nessuno contesterà, nessuno dovrà esser dispiaciuto perché tutti stanno facendo qualcosa di straordinario. In società, in campo, sugli spalti e per la strada. Stiamo vivendo una favola che qualcuno un giorno scriverà. Non so come andrà a finire ma, indipendentemente dalla vetta che raggiungeremo, saremo felici della scalata che avremo fatto. Un po’ come quegli alpinisti che mentre camminano in montagna si fermano a guardare il panorama. Pensate al silenzio in cui lo fanno, respirate la gioia del cammino e il traguardo vi sembrerà ancora più vicino. Magari vi sembro esagerato, forse è presto per osannare ciò che la squadra sta facendo, ma credo che quando le emozioni sono così forti e così sincere, è giusto assaporarle e condividerle. Da oggi pomeriggio, al Centro Bortolotti di Zingonia, l’Atalanta ricomincerà a preparare la prossima partita con il Palermo. Poi ci sarà il Crotone, il Napoli e via via tutte le altre. Magari abbiamo finito le imprese per quest’anno, forse invece no. Atalanta, non ci pensare troppo e continua a volare: c’è un popolo di umili sognatori che chiede una cosa molto semplice. «Siamo sempre insieme a te, non ti lasceremo mai. Devi sempre solo vincere».

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