Doveva venire da Creberg

Collezione Iannaccone, una mostra che Bergamo ha regalato a Milano

Collezione Iannaccone, una mostra che Bergamo ha regalato a Milano
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Era stata Bergamo ad avere avuto l’idea, ma la mostra si è fatta a Milano. La mostra in questione è quella della collezione di Giuseppe Iannaccone, avvocato, grande appassionato dell’arte italiana tra le due guerre. Il tesoro raccolto in quasi trent'anni è straordinario e non è mai stato mostrato in pubblico, se non nel caso di singoli prestiti di opere. Così quando Angelo Piazzoli, segretario generale del Credito Bergamasco, la “scoprì”, pensò subito di farne oggetto di una esposizione nel Palazzo Storico del Credito. Iannaccone si era dimostrato entusiasta dell’idea ed era stata fissata anche una data, per l’ottobre dello scorso anno.

Senonché, a lavori in corso, era emersa una diversa opportunità: la Triennale di Milano si era fatta avanti offrendo all’avvocato di esporre in quegli spazi prestigiosi la sua collezione. Che fare? Piazzoli lo spiega nel saluto introduttivo alla guida realizzata per la mostra: «Dopo aver saputo dell’improvvisa opportunità che la collezione fosse esposta interamente alla Triennale di Milano, una delle istituzioni culturali più importanti del capoluogo lombardo – ho ceduto immediatamente il passo (ubi maior...)». Così sono andate le cose, e in questi giorni la mostra è stata inaugurata negli spazi al primo piano della sempre affollatissima istituzione milanese.

 

 

E Bergamo? La nostra città avrà ugualmente la possibilità di far vedere le opere raccolte da Iannaccone prima dell’estate. Ha scritto infatti Piazzoli che «il “nostro” evento» viene posticipato di un semestre. «Con piacere ho pertanto accettato la prestigiosa proposta, offerta alla Fondazione Creberg, di essere partner della mostra in Triennale».

Il primo contatto tra l’avvocato milanese e Bergamo c’era stato in occasione della mostra Gli italiani a Parigi, organizzata a Palazzo Creberg e affidata alla curatrice Paola Silvia Ubbiali, fondatrice della Galleria Marelia in zona Borgo Palazzo. In quell’occasione, Iannaccone aveva concesso il prestito di tre opere di grande importanza di Fausto Pirandello, Francesco Menzio e Carlo Levi. Sono quadri ovviamente in mostra a Milano, che fanno parte gruppo delle 98 opere che costituiscono l’insieme della raccolta.

 

 

La collezione. Iannaccone iniziò a seguire la sua passione comprando quadri nei primi anni Novanta. La filosofia del collezionista è molto precisa: la raccolta riunisce opere di artisti che hanno sviluppato tra 1920 e 1945 una visione figurativa, opposta alla retorica monumentale novecentista. Come hanno scritto i due curatori, «la raccolta di Giuseppe Iannaccone è lo specchio dell’animo umano, dei sentimenti di un’Italia in pieno fermento, di un’epoca in cui la voglia di ricostruire il Paese incrociava la sofferenza per le violenze del regine e delle guerre». Tra i quadri esposti ci sono delle opere di valore storico, come il Ritratto di Antonino Santangelo che è una delle opere più belle e celebri di Renato Guttuso.

La mostra è accompagnata da un catalogo di Skira, pensato con grande accuratezza, in cui la parte scientifica si alterna ai ricordi sempre molto emozionati del collezionista.

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