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La moda per la donna bergamasca secondo la style coach Carla Gozzi

La moda per la donna bergamasca secondo la style coach Carla Gozzi
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Bergamo è una distinta signora. È la moglie di un professionista. È una donna misurata nelle sue scelte di stile. Quando porta i figli a scuola vuole essere sempre in ordine ma non ama essere notata e di certo non indossa gioielli vistosi. Non è una femme fatale, ma in fatto di stile si difende ancora bene. Parola di Carla Gozzi, style coach e conduttrice televisiva italiana, che aggiunge: «La donna di Bergamo ha un suo immaginario e una sua definizione in tutta Italia. Uno stile pulito convenzionale e un po' borghese».

All'incontro Trova il tuo stile personale con Carla Gozzi, un paio di sabati fa, hanno partecipato in tante. Circa cinquanta donne e un uomo hanno affollato la sala messa a disposizione da Ascom formazione per quattro ore di spiegazioni su tagli, colori e linee; nozioni di storia del costume e bon ton, ovviamente con domande delle partecipanti.

 

 

Chignon di ordinanza, abito nero e tacco a spillo. Carla ha un'immagine garbata che si riflette anche nei modi e negli interventi. Non impartisce lezioni dall’alto e nella stanza si crea un'atmosfera amichevole che spinge le partecipanti a raccontare anche qualcosa di sé: c'è chi vuole ritrovare la femminilità e chi affermare la propria posizione sul lavoro anche attraverso le scelte del guardaroba. Il desiderio comune è cercare di trovare un equilibrio tra i codici della stagione e il gusto personale, non stravolgere il proprio armadio e sacrificare il portafoglio in nome delle grandi firme.

Come spiega Serena, studentessa: «Generalmente indosso abiti pratici, jeans e una giacchetta, ma vorrei imparare a valorizzarmi un po' di più». In barba all’antico detto «l’abito non fa il monaco» ciò che si indossa è una forma di comunicazione non verbale. I vestiti parlano. Come dice Carla, «chi non ci conosce e ci osserva vede, prima di tutto, un involucro: sono gli abiti che abbiamo scelto. Questi comunicano sempre qualcosa di noi. Si può percepire l'aggressività di una persona dall’abbondanza del colore nero, gioielli vistosi o catene; oppure l'eccentricità nella scelta di colori che staccano molto tra loro e da accessori molto originali. È sempre importante riuscire a comunicare chi siamo attraverso l'involucro. Al contrario il rischio è vestirsi in un modo che non c’entri nulla con la nostra persona e venire fraintesi».

 

Alcuni dei partecipanti al corso.

 

Come si sceglie il proprio stile personale? «Si parte da ciò che vogliamo ottenere nella nostra vita - dice Carla Gozzi sicura di sé, e aggiunge un esempio - Se vogliamo catturare l'uomo dei nostri sogni inizieremo a strizzare l'occhio alla seduzione, a indossare abiti che valorizzino le forme. L'obiettivo suggerisce il metodo da scegliere».

Il metodo, i nostri abiti, però subiscono diverse influenze: la tendenza personale che porta a scegliere un look più minimale o più pratico, le occasioni d'uso ma anche l'ambiente in cui ci si trova gioca un ruolo importante. In questo la vita di città e la vita di provincia sono molto diverse e inevitabilmente condizionano il guardaroba: «In tutta Italia è così. Ogni zona ha le sue abitudini e a seconda di dove mi trovo devo calibrare i messaggi. La provincia è molto diversa dalla città. Nelle metropoli si osa e si cerca di essere i più unici possibile per essere notati. In mezzo a tanta gente il rischio è diventare anonimi. In provincia l'effetto è contrario: non amiamo attirare l'attenzione su di noi perché l'ambiente è più piccolo e ci si conosce tutti. Risulteremmo sopra le righe. Io però amo mettere insieme le tendenze attuali che invece raccontano di uno stile sempre più unico in tutto il mondo, proprio per uscire dall’anonimato. Intreccio i due argomenti e se in provincia stempero i concetti, quando invece lavoro nelle grandi città li esalto maggiormente», chiosa la style coach.

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