Un esperimento unico

Da Spettegolezzi in via Ghislandi Una cuccia e un caffè, per favore

Da Spettegolezzi in via Ghislandi Una cuccia e un caffè, per favore
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Una cuccia e un caffè, grazie. Strano? Abbastanza, ma possibile. Il 17 dicembre, in via Ghislandi, ha aperto un posto unico in Italia, forse addirittura in Europa, in grado di unire in un solo spazio l’attività di pet store e quella di caffè. Si chiama “Spettegolezzi” ed è gestito dalla famiglia Giustacchini.

L’anima di questo locale-negozio, dagli spazi ampi e l’arredo accogliente, è Sara, proprietaria di sette cani e cinque gatti. Ma ad aiutarla ci sono anche il fidanzato e i genitori. Papà Roberto, in particolare, osserva con lo stesso orgoglio gli scaffali brulicanti di prodotti e i tavolini del bar. «Sì, posso dirlo: era il nostro sogno - dice -. Da tempo volevamo dare vita a un posto che fosse in grado di essere, per chi ama gli animali, sia una risposta alle proprie necessità che un luogo di relax e, perché no, per fare nuove conoscenze». Milanesi doc, i Giustacchini per vent’anni hanno gestito un’attività legata al settore pet proprio a Milano. Poi, una sera... «Sara, mia figlia, stava passeggiando per Bergamo con il suo fidanzato - racconta Roberto -. Era circa mezzanotte e mi ha telefonato: “Papà, ho trovato il posto giusto, vieni subito”. Nonostante l’ora ho deciso di ascoltarla e adesso siamo qua». A pochi metri ci sono anche un toelettatura e un centro veterinario.

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Con l’arrivo di “Spettegolezzi”, dunque, è nato un vero e proprio piccolo distretto legato al mondo degli animali. «Una casualità», dice Roberto, che però non nega come questo possa anche essere un modo per ridare vita a una zona un po’ dimenticata. La scelta di aprire un’attività di questo tipo a Bergamo non è stata casuale: «La città ci piaceva, gli spazi anche - continua Roberto -. Ma prima di lanciarci abbiamo fatto fare quelle che, pomposamente, vengono definite indagini di mercato. E abbiamo scoperto che, sotto l’aspetto pet, Bergamo era un po’ povera». Ma un’attività di questo tipo, in realtà, manca in tutta Italia: «So per certo che siamo gli unici nel nostro Paese. Forse anche in tutta Europa. Qualcosa del genere si trova solo negli Stati Uniti o in Giappone». La domanda sorge spontanea: perché unire un negozio di oggettistica e alimenti per animali a un bar? «Per portare un po’ di amicizia. Può sembrare banale, ma l’accoglienza è la base su cui abbiamo costruito tutto questo. E non c’è niente di più accogliente di uno spazio così».

 

 

Il bar, però, è rigorosamente dedicato agli umani, come ci spiega Sara: «Avevamo pensato di offrire anche alimenti per gli animali, ma la verità è che c’era soltanto il rischio di fargli del male. Ogni cane o gatto ha le proprie abitudini alimentari, stravolgerle con qualcosa di diverso rischia di crear loro problemi». Sara, come ci ha raccontato il padre, è l’anima di “Spettegolezzi”. Serve i clienti, li accoglie con gentilezza e spiega loro ogni caratteristica di ogni prodotto in vendita, sempre con incredibile sicurezza e competenza. «Questa è una passione diventata un lavoro - racconta con il sorriso -. Quello che cerchiamo di offrire ai clienti è, innanzitutto, la qualità. Sempre e comunque. Certo, i prodotti di qualità costano di più, ma sta a me spiegare il motivo per cui costano di più. Sta a me indicare le caratteristiche di ogni prodotto e i suoi pregi. Il mio primo interesse è la salute dell’animale, poi vengono le ultime tendenze. È chiaro che vendiamo anche prodotti più commerciali, ma allo stesso tempo offriamo prodotti unici per il mercato italiano. Uniamo marchi di richiamo a brand poco noti ma di qualità nettamente superiore».

Tra un vasto assortimento di giubbottini all’ultima moda e maglioncini in cachemere per chihuahua, collari che paiono gioielli e crocchette a base di pescato fresco, sorge il dubbio che forse, a volte, l’attenzione che si dedica agli animali sia un po’ eccessiva. Ma Sara non è per niente d’accordo: «Se ci si prende cura di loro non si esagera mai». Un po’ come con i clienti, e da “Spettegolezzi” lo sanno bene. Che si venda una cuccia o che si venda un caffè, la parola d’ordine è sempre e solo una: accoglienza.

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