4 consigli contro l'email dipendenza
Siamo tutti email dipendenti. Certamente lo sono i colletti bianchi americani, cioè gli impiegati di alto livello, vestiti di tutto punto: giacca, cravatta, camicia colorata con polsini e colletto rigorosamente bianchi e la valigetta di pelle, preferibilmente nera. Che fanno dell'email un'appendice del proprio cervello, senza riuscire a distanziarsene mai psicologicamente del tutto. Nemmeno fuori dagli orari di ufficio, nel weekend o, peggio, in vacanza. Lo attesterebbe un'indagine Adobe intesa ad analizzare assertività al lavoro, frustrazioni e dipendenze, condotta fra mille impiegati top americani.
Una tendenza comprovata. Di certo l'email è la nostra virtuale ossessione. Perché, indipendentemente dalla cultura e dalla professione svolta, tutti in misura maggiore o minore siamo elettronicamente legati alla nostra casella di posta: la guardiamo sul cellulare o sul monitor del pc non appena arriva qualsiasi altro segnale di presenza di nuovi messaggi nell’inbox. Insomma, ne avremmo quasi un bisogno fisico, fino a doverla adocchiare anche mentre stiamo occupandoci di altro: parlando con il capo, navigando su un’altra pagina web, bevendo un caffè con i colleghi. Il triste è però che la posta elettronica ci condiziona ben oltre le normali otto ore lavorative: anche mentre siamo seduti sul divano a guardare la tv, leggendo un libro, rilassandoci, e pure in vacanza mentre siamo distesi al sole.
Il fenomeno. L'email-dipendenza, secondo gli esperti di EuroDap, avrebbe una motivazione psicologica. A monitorare l’arrivo dei messaggi elettronici ci spingerebbe un’ansia da controllo, ovvero il desiderio/volontà di essere sempre sul pezzo, connotata da un senso di colpa se quell’azione abituale viene ritardata o dimenticata per un attimo. Come a dire che ci vogliamo sempre pronti alla domanda, a detrimento di una maggior tensione psichica e di un impoverimento della qualità della vita. Così gli esperti EuroDap suggeriscono quattro utili stratagemmi per provare a disintossicarsi da questa elettronica ossessione e gustare di nuovo il piacere del momento presente e della quotidianità.
1) Acquisire maggior fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Bisogna abbandonare l’idea che la mail possa rappresentare una minaccia in grado di farci perdere punti di fronte al capo, a noi stessi o a terzi, se non si risponde subito e in modo puntuale al messaggio. Un atteggiamento che ha come conseguenza anche un abbassamento dei livelli di autostima, ingiustificato. Perché il valore professionale e umano di una persona non si misura sul botta e risposta immediato, anche se legato a una questione lavorativa.
2) Respirare a fondo. Come a dire che occorre imparare a mettere un distacco emotivo, psichico e fisico tra sé e la casella di posta elettronica. Iniziando proprio a staccare il cellulare e la tecnologia una volta concluse le ore di lavoro. Occorre farlo con i dovuti tempi, gradualmente: dapprima per mezzora e poi per un’ora, imparando così a gestire anche l’ansia da controllo che genera il fenomeno della mail-dipendenza.
3) Niente tecnologia nei fine settimana o in vacanza. Il weekend è un momento topico per rinunciare alla connettività con il mondo esterno e virtuale. Perché, dicono gli esperti di EuroDap, non si tratta solo di non rispondere a un messaggio di posta elettronica, bensì occorre imparare a gestire anche tutto quanto sta dietro la notizia e l’informazione nella sua globalità, ansia da controllo compresa. A vantaggio del rendimento e della presenza più efficace e fattiva sul pezzo una volta che ci si ricollegherà alla tecnologia. Perché ciò avvenga al meglio, è necessario però che il cervello si disintossichi da tutto quanto può tenerlo impegnato e in ansia, almeno per 24 o 48 ore. Il tempo, dunque, proprio del weekend.
4) Prendere contatto con il reale. Cioè con il presente, affinché si possa godere pienamente di tutto quanto si sta facendo in quel momento, dalla cosa più semplice alla più impegnata, specie se di ambito privato, per riscoprire le emozioni cui quella determinata azione si associa. Essere linkati al qui e ora, come lo definiscono gli esperti, è un ottimo espediente anche per allontanare o stemperare lo stress. Infatti perdere il piacere delle cose, lasciar passare il momento, non ascoltare l’emozione pensando in prospettiva alla serie di incombenze, che si dovranno svolgere e che di norma non hanno mai un ritorno emotivo gratificante, ci fa perdere la bellezza della vita. Un vero peccato.