Pensieri segreti di una commessa Quello fissato con gli smartphone
L’apoteosi del cliente tecnologico è il cliente malato per i cellulari. Il maniaco dello smartphone merita una nota a parte. Lui ci fa raggiungere vette di incredulità inimmaginabili, per esempio, durante l’uscita dei nuovi modelli. Si presenta davanti al negozio con 28 ore di anticipo, munito di seggiolino, cibo, copertina e coltelli affilati per chiunque voglia portargli via il posto. Questo assedio mi sembrava già eccessivo quando credevo che non volessero restare senza l’amato feticcio e volessero quindi tuffarsi di faccia contro la cassa per l’acquisto. Figuriamoci poi quando ho scoperto che i cellulari, loro, li hanno già prenotati, e che nessuno può sottrarglieli. Forse vogliono provare l’ebbrezza dello svenimento? Il primo sarà marchiato a fuoco per sempre con la marca dell’amato gingillo?
Ma anche quando non tocca questi picchi il cellulare-dipendente è degno di nota. Per lui il telefonino non è un mezzo di comunicazione, ma bensì nell’ordine: un vessillo di se stesso, una fidanzata, una parte anatomica da cui dipende il suo status nel branco. Bisogna quindi sceglierlo con cura, e soprattutto restare aggiornati. Guai a presentarsi, per esempio, in ritardo di un giorno rispetto all’uscita del nuovo iPhone. La gogna attende il pezzente che ancora si serve di tale apparecchio obsoleto e lo spirito di Marconi lo tormenterà con sms morse. Il maniaco della telefonia quindi, inizia ad esaminare tutte le etichette di tutti i modelli esposti. Tocca tutti i touch screen, facendosi selfie e contandosi poi i punti neri per valutare la qualità della fotocamera. Poi, quando individua finalmente i prescelti, assume l’aria da valutatore di cavalli da corsa e studia le schede tecniche a memoria.
La commessa esperta (non di cellulari stavolta, ma di disturbi ossessivi), a questo punto sa che è meglio iniziare a dileguarsi. Che ne so, pensare di andare a ordinare per colore i cd, allineare le scatole vuote in magazzino o persino trasportare carrelli dal parcheggio all’iper mercato. Lui sta per arrivare con una serie di domande e un tono da finanziere che indisporrebbero anche il buon samaritano. Ma a qualcuno prima o poi tocca.
«Mi scusi, sarei interessato al modello XYZ e vorrei farle delle domande». La commessa trasale. È un po’ come essere interrogati a sorpresa in grammatica; non è che non la sai, ma c’è sempre qualche cavillo che ti sfugge, ti confonde e alla fine non sai come, hai preso quattro. «Questo modello quale versione di Android monta?». È scritto sull’etichetta, vorrebbe dire la commessa, ma diligentemente risponde al test che il nostro cliente le sta sottoponendo: «L’ultima versione, la 6». Ma lui, che la mattina si nutre con pane e spocchia, ribatte subito: «Ma in America viene utilizzato Android Nougat 7. Questo telefono allora è già obsoleto». Ti sembra di essere in America? Hai forse parcheggiato la tua Cadillac decappottabile su Main Street? No, sei venuto in Panda masticando pizza e parcheggiando nel posto disabili, perciò di che ti stupisci? Tuttavia sei costretta a essere professionale e rispondere che quella versione è ancora sperimentale e che quindi in Italia arriverà soltanto fra un po’ di tempo. E che per inciso, lui avrà già cambiato quattro cellulari per quell’epoca.
Stizzito dall’impossibilità di avere l’ultimo ritrovato della tecnica, il nostro maniaco si lancia allora in un'escalation di domande sulle prestazioni del telefono che sono un capolavoro di fantascienza. «Ma questo cellulare fa le fotografie macro? E le fotografie ai pianeti? Ma se ci carico sopra un programma aerospaziale si impalla? Lo schermo ha una risoluzione adeguata per contare i peli sul mento della nonna nelle foto al mare? Se gioco per dieci ore di fila si surriscalderà? Se mi cade dal decimo piano di faccia si riga lo schermo? E se voglio aggiornarlo con il nuovo software poi me lo regge?». Di fronte a questo delirio tecnologico la commessa può soltanto alzare il tiro e inventare: «Ma certo! Con questo smartphone può fotografare le formiche in altre galassie e poi programmare razzi per andarle a schiacciare, può depilare la nonna e dopo dieci ore di gioco farle anche la ceretta permanente all’inguine, lanciarlo dal decimo piano e poi aspettare il rimbalzo e sì, può aggiornarsi non solo con il nuovo Android Nougat degli Stati Uniti, ma anche con il rivoluzionario Android Nagasaki del Giappone. Dopo questo upgrade però, se fossi in lei, farei attenzione a non far cadere il mio smartphone da troppo in alto».