Da «La polènta e cünì» a...

10 motivi per cui val la pena vivere (secondo la filosofia bergamasca)

10 motivi per cui val la pena vivere (secondo la filosofia bergamasca)

Dicono che aprile sia il più crudele dei mesi, perché confonde memoria e desiderio. Sarà anche vero ma la fioritura nei prati, i viali con il rosa dei peschi e il bianco dei ciliegi e le nostre colline splendenti di verde ispirano anche altri pensieri, più positivi. Ad esempio, ci fanno venire in mente i motivi per cui vale la pena vivere. Per un bergamasco, ovviamente.

 

1) La polènta e cünì

Ignari delle ultime evoluzioni della cucina post moderna, non sappiamo resistere al connubio tra l’onesta ed economica polenta e il gustoso coniglio, anche nella variante più selvatica della lepre, la légor. [Trad. La polenta con coniglio]

 

 

2) Ol prim basì de la tò fómna

Piuttosto riservati e sobri nelle manifestazioni affettive, proprio per questo ricordiamo anche il più piccolo gesto di tenerezza. Che spesso si trasforma in un legame per la vita. [Trad. Il primo bacino della tua donna]

 

 

3) ‘Ndà a fóns in di bósch

Quanto di più vicino a una pratica zen possa immaginare un orobico. La meta segreta raggiunta alle prime luci dell’alba, il ritmo cadenzato dei passi, il frugare piano nel sottobosco con la punta del bastone. I funghi sono solo una copertura. [Trad. Andare a funghi nei boschi]

 

 

4) Èd töta la al quando gh’è ciàr

Che sia la cima del Recastello o quella più modesta del Canto Alto la sostanza non cambia. Dopo un acquazzone, vedere la valle che riluce nel sole è un’esperienza che rimane incisa nel cuore. [Trad. Vedere tutta la valle quando c’è chiaro]

 

 

5) Ü bèl bicér de ì

Se sia o meno il miglior solvente dei sensi di colpa non lo sappiamo. Sappiamo però che quando ci vuole ci vuole. Perché “fa sangue” e, al contrario dell’acqua, a l’ fà mia la rösen, non arrugginisce. [Trad. Un bel bicchiere di vino]

 

 

6) Öna grignada coi amìs/coi amise

Sempre piuttosto seri, conosciamo però il valore liberatorio di una risata, soprattutto se è condivisa. Altrimenti, a m’grigna sóta i barbìs, ridiamo sotto i baffi. E anche questo ci riesce bene. [Trad. Una risata con gli amici/le amiche]

 

 

7) Turnà a cà dopo èss istàcc ivià

Inutile negarlo, il profilo di Città Alta che ci attende come un abbraccio dopo un breve o lungo viaggio fa breccia anche nell’animo di chi ha la pèl de tàmbor, ovvero la scorza dura. [Trad. Tornare a casa dopo essere stati via]

 

 

8) Ol pröföm de l’èrba quando l’piöv

A chi non è capitato di inspirare profondamente, quando si trova in un campo dopo un acquazzone? Sembra di sentire il profumo stesso della natura che può essere crudele, ma anche materna. [Trad. Il profumo dell’erba quando piove]

 

 

9) Sènt öna cansù de pèl de póia

Ognuno ha la sua. Le epoche cambiano, e con loro i gusti musicali, ma c’è sempre il brano che riesce a colpirci nel profondo. Ogni tanto riaffiora, e diventa il leit-motiv della nostra esistenza. [Trad. Sentire un canzone da pelle d’oca]

 

 

10) Ol prim passetì di tò s-cetì

Partono ondeggiando dalla sedia a cui sono aggrappati per planare dopo pochi passi sul divano, ma noi sappiamo che quel percorso incerto non è altro che il primo tratto di un cammino che durerà una vita. [Trad. Il primo passettino di tuo figlio]