Colonna sonora di un bergamasco per la nuova serie tivù di Raiuno
Un bergamasco in prima serata su Raiuno. Alberto Mussi, cantautore trevigliese 27enne meglio noto col nome d’arte di «Mr Alboh», è stato scelto per la colonna sonora della serie «Tutto può succedere».
Giovedì 20 aprile, sulla rete ammiraglia del servizio pubblico, è ricominciata la seconda stagione della commedia, adattamento italiano della serie televisiva statunitense «Parenthood», creata da Jason Katims e trasmessa sulla Nbc per sei stagioni. La versione «nostrana» racconta le vicende dei Ferraro, una numerosa famiglia che vive nei pressi di Fiumicino ed è composta dal capofamiglia Ettore e dalla moglie Emma, che sono un punto di riferimento per quattro figli (due fratelli e due sorelle), molto diversi tra loro, e le loro famiglie. Un cast di attori che comprende, tra i principali, Pietro Sermonti, Maya Sansa, Ana Caterina Morariu, Alessandro Tiberi, Licia Maglietta e Giorgio Colangeli.
Una serie televisiva in cui la musica ha un ruolo importante: è il cuore pulsante della storia, che guida i protagonisti, li incalza e, spesso, li sorprende. E è qui che entra in gioco il trevigliese Mr Alboh. Che sarà in buonissima compagnia. Oltre alla colonna sonora originale firmata sempre da Paolo Buonvino, nel corso delle previste 26 puntate ci saranno le performance live di artisti e gruppi molto quotati all’interno della scena «indie» italiana: gli Stag, Titti Smeriglio, Thony, Motta, i Mambassa, Calcutta e, appunto Alberto Mussi (che farà anche un cameo), di cui sono state scelte 4 canzoni. Ci sarà anche la partecipazione di Samuele Bersani, cantautore raffinato e molto noto al grande pubblico, mentre il repertorio, anch’esso ricchissimo, spazierà invece dai «Tiromancino» a Franco Battiato, da Vinicio Capossela a «The Frames», da Carole King a Etta James, da Lykke Li a «The Temptetions» e molti altri ancora. «Ho lavorato per le televisioni tedesche, austriache e svizzere - ha spiegato Mr Alboh - ma è la prima volta che vengo ingaggiato da una tv italiana. E questo è per me motivo di grande soddisfazione, anche perché Rai Uno è la prima rete nazionale. Per quanto riguarda il futuro, poi c’è molta carne al fuoco, ma per ora non posso annunciare niente».
Un «quasi» bancario di 27 anni.Alberto Mussi fa il cantautore di professione e, nonostante la sua casa rimanga Treviglio, si descrive come cittadino del mondo: ha iniziato la sua carriera suonando per le strette vie francesi e poi ha effettuato diversi tour in giro per l’Europa, facendo tappa nelle grandi capitali del vecchio continente. Con la sua musica, che definisce indie folk, ha poi conquistato anche il Brasile, dopo un articolo pubblicato su un famoso blog di musica, nonostante il 90% dei suoi fan siano italiani e tedeschi. Alberto Mussi si esibisce con una «band invisibile» come ha scherzosamente affermato, servendosi cioè di chitarra acustica, della sua voce e di una lux station, apparecchio che permette di registrare e riprodurre i suoni, moltiplicando, quindi, le voci percepite. La prima canzone da lui creata risale però alle elementari, quando frequentava la «San Martino». «Mi avevano assegnato come compito di scrivere una canzone e quando mi esibii piacque talmente che me la fecero ripetere in tutte le classi - ha raccontato - Sempre per quella canzone fui iscritto a un concorso canoro e lì conquistai il secondo posto». Mussi aveva poi tralasciato la musica per una vita più ordinaria e per un lavoro in banca. «Poi un volo ballerino tra Svezia e Italia mi ha fatto riflettere - ha rivelato - Mi sono chiesto: se precipitasse l'aereo cosa rimpiangerei? La risposta è stata non aver seguito quell'impervio e entusiasmante cammino che è la musica, perciò ho deciso di inseguire il mio sogno. Canto in inglese e quando vado all'estero capita di essere classificato secondo i soliti stereotipi. La cosa davvero sorprendente è però quando cadono i luoghi comuni: siamo capaci di fare altre cose oltre la pizza».