Questione migranti

Il patto di accoglienza dei milanesi (e Gori intanto prende ispirazione)

Il patto di accoglienza dei milanesi (e Gori intanto prende ispirazione)
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Al momento della sottoscrizione del Patto erano in 76. Ma in poche ore le adesioni sono aumentate. Il Patto è quello che è appena stato siglato tra i sindaci del territorio milanese, con Milano in testa, il ministro degli Interni Marco Minniti sotto la regia del nuovo prefetto Luciana Lamorgese. Il piano è quello di avviare un nuovo modello di accoglienza, che possa poi fare da apripista per altre città italiane (Bergamo si è già detta molto interessata). In sostanza i sindaci si assumono il carico di un percorso che dall’accoglienza passi all’integrazione, distribuendo i carichi in modo equilibrato sui territori. Il protocollo siglato prevede la presa in carico complessiva di 5065 migranti: un processo che se funzionasse porterebbe al superamento dell’attuale modello che sta mostrando criticità sotto ogni lato, quello dei Cara come Mineo o Capo Rizzuto. La sigla del Patto quindi ha un’importanza simbolica che va ben oltre il territorio milanese anche per un altro motivo. Su 134 sindaci della città metropolitana, l’adesione supererà con ogni probabilità quota 90. «Qualcuno non ha firmato e si è inquietato ma le inquietudini passano e il tavolo per la firma rimane sempre aperto», ha assicurato Minniti.

Le adesioni hanno fatto breccia anche nello schieramento di centro destra, con i soli sindaci leghisti che hanno opposto un no compatto. Un caso emblematico è quello di Paderno Dugnano, 50mila abitanti a Nord di Milano. Il sindaco di Forza Italia, Marco Alparone, ha firmato il protocollo evitando di prendere parte alla cerimonia ufficiale con il Ministro. Per quanto riguarda la motivazione, Alparone l’ha spiegata con le ragioni del buon senso: non si possono scaricare i pesi sui Comuni confinanti, pensando di tirarsi fuori. Insomma razionalità e solidarietà prevalgono sulle riserve di tipo politico. «Non c’è nulla di politico, nasce dalla consapevolezza di cosa vuole dire fare il sindaco, al di là dell’appartenenza politica», ha spiegato Alparone. Certamente un buon segnale!

Come ha spiegato il prefetto Lamorgese, ora ai Comuni spetterà di «reperire gli immobili per fare strutture d'accoglienza, che verranno gestite dal terzo settore, mentre la prefettura farà da stazione appaltante garantendo un tavolo di coordinamento e monitoraggio, nell'intento di ampliare e rafforzare il rapporto con gli enti locali». Ovviamente contento Marco Minniti per il risultato conseguito. «Questo è un fatto molto importante per le politiche di immigrazione nel nostro Paese», ha detto. «Abbiamo firmato questo protocollo che io considero cruciale. Il messaggio che parte da Milano è potente».

Oggi Milano vive una giornata importante sul tema migranti: alle 14.30 da Porta Venezia parte una manifestazione aperta a tutti dal titolo 20 maggio senza muri. È un’idea che la giunta milanese ha “rubato ” a Barcellona, dove un’analoga iniziativa a metà febbraio aveva portato in piazza oltre 150mila persone. «Una mobilitazione carica di speranza. La speranza di chi crede nel valore del rispetto delle differenze culturali ed etniche», sta scritto nel manifesto di convocazione. In prima fila, al fianco di Beppe Sala, ci sarà anche il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Certamente raccoglierà informazioni per provare a proporre un patto anche i sindaci della Bergamasca.

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