Quando a Leffe furono inventati i rivoluzionari "Lego" antisismici

La comunità di Leffe dispone di un polo scolastico, dedicato nel 2013 al cavalier Gianni Radici. Una figura di spicco dell’imprenditoria della Val Gandino, storicamente legata all’attività tessile anche grazie ai mercanti di pannilana gandinesi del Seicento-Settecento e alla più recente epopea dei Coertì, gli ambulanti leffesi che nel secolo scorso raggiunsero ogni angolo d’Italia con un pioneristico e magistrale porta a porta.
Forse non tutti sanno però che l’edificio principale del Polo Scolastico (che oggi ricomprende anche la nuova Museo del Tessile inaugurata nel 2013 e il Nido Intercomunale Pinocchio) è legato a una storia particolare dell’imprenditorialità leffese, che portò all’inizio degli Anni Trenta a brevettare i primi blocchetti laterizi per costruzioni edili e asismiche.
La dinastia dei Mosconi. L’edificio venne costruito a tempo di record fra il 28 marzo 1939 e il 2 novembre 1940, dall’impresa Pietro Mosconi, incaricata dal comune di eseguire il progetto dell’architetto Bergonzo. I Mosconi erano una dinastia che nei secoli fu attiva nel campo tessile, ma che allargò il suo raggio d’azione anche alla Marca di Ancona e a Foggia. Nel 1830 Santo Mosconi lanciò l’attività industriale dei laterizi e fu capostipite di generazioni di impresari edili. Come riportato nel volume I Mosconi Loraz imprenditori di Leffe di Giovanna Capoferri Mosconi, i discendenti della famiglia, in particolare Piero, agli inizi degli Anni Trenta furono attivi in Garfagnana, in particolare nell’area di Castelnuovo in provincia di Lucca.
I blocchetti laterizi. «Piero Mosconi - si legge nel volume di Giovanna Capoferri Mosconi - progettò un nuovo tipo di mattone che, dopo opportuno brevetto, venne messo sul mercato ed ebbe un grande successo commerciale. L’ideazione del prodotto avvenne nel 1930 ed il brevetto venne ottenuto nel 1931. La produzione del manufatto fu avviata in quegli anni nelle fornaci di famiglia di Cazzano S.Andrea e Petosino e già nel 1935 il mattone aveva trovato largo impiego sul territorio nazionale».
I blocchetti laterizi ideati da Mosconi vantavano leggerezza, facile messa in opera, potere di coibentazione e resistenza ad eventuali scosse telluriche. «La caratteristica essenziale dei blocchetti – si legge in un opuscolo esplicativo edito a Senigallia nel 1931 - era quella di essere costruiti nella stessa materia dei mattoni comuni e con analogo sistema di cottura. Presentavano però diversi fori ad assi paralleli tra loro nella direzione della trafilatura, con sezioni diverse di apertura simmetricamente distribuite, in modo da lasciare convenienti nervature piene, atte alla sufficiente resistenza del manufatto alla pressione ed a far corrispondere i fori con quelli dei blocchetti sovrastanti in senso trasversale e longitudinale con sfasamento di mezzo blocchetto».
Un’idea semplice, ma geniale ed efficace, che a suo modo richiama quella che a Billund in Danimarca fece la fortuna di Ole Kirk Kritiansen, che creò i Lego (da danese leg godt, gioca bene). Anche a Leffe, le idee se le son sempre giocate bene. A cominciare dalle scuole.